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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

"Stop ai rimborsi per i voli cancellati", la proposta di Olanda, Francia e Irlanda per salvare le compagnie di bandiera

I governi di Parigi e L'Aia, insieme ad altri 10 Paesi, chiedono all'Ue di consentire l'uso dei voucher al posto dalla restituzione dei soldi della prenotazione. Protestano le associazioni dei consumatori: "Non siano i passeggeri a pagare il costo della crisi dell'aviazione"

La richiesta è piombata sul tavolo del consiglio dei ministri Ue dei Trasporti senza troppe sorprese: 12 Paesi europei hanno chiesto alla Commissione di sospendere temporaneamente le norme a tutela dei passeggeri che obbligano le compagnie aeree a prevedere il rimborso della prenotazione in caso di cancellazione del volo.  Al posto del rimborso, la coalizione di Stati membri, guidati da Francia, Olanda e Irlanda, propone di offrire ai clienti un voucher. Una proposta che non piace alle associazioni di consumatori, pronte a dare battaglia legale. 

Dietro la richiesta dei 12 Paesi Ue (oltre ai tre già citati, ci sono anche Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia e Portogallo) c'è il grave stato di crisi in cui versa il settore dell'aviazione civile da quando sono stati bloccati quasi tutti i voli da e per l'Europa. Tra marzo e aprile, il calo delle tratte è stato intorno al 90% e molte compagnie stanno già prevedendo maxi-piani di ridimensionamento, ossia licenziamenti su larga scala.

Il supporto statale non sembra sufficiente a frenare le emorragie nei conti delle aziende, comprese le compagnie di bandiera. Air France-Klm ha ricevuto già 11 miliardi di aiuti dai governi francese e olandese, ma nonostante questo ha cominciato a venire meno alle regole europee elargendo voucher al posto dei rimborsi richiesti dai clienti. Lo stesso sta facendo l'irlandese Ryanair

"I consumatori non dovrebbero essere costretti dai governi a pagare il conto per salvare l'industria dei viaggi - dice in una nota Beuc, l'associazione dei consumatori europei - Abbiamo bisogno di soluzioni che proteggano sia l'industria dei viaggi che i diritti dei consumatori, senza le quali la fiducia dei consumatori potrebbe essere danneggiata in modo permanente". Tra i viaggiatori che si sono visti rifiutare il rimborso c'è Noemi Gombas, ungherese: "Nessuno sta imponendo alle compagnie aeree di applicare le leggi. L'Olanda, ad esempio sta permettendo alla sua Klm di cavarsela senza pagare i rimborsi. Spero che l'Unione europea non gliela faccia passare liscia", dice.

L'Ue per il momento si è limitata a ricordare che le regole vanno rispettate: proporre il voucher è un conto, negare il rimborso un altro. "Sono già state avanzate alla Commissione delle richieste da parte di alcuni governi che chiedono di modificare le regole vigenti - ha ammesso la commissaria Ue ai trapsorti, Adina Valean - Non prendo la cosa neanche in considerazione. Penso piuttosto che se le compagnie aeree hanno intenzione di sfruttare lo strumento dei voucher per spostare le date dei voli, allora dovrebbero renderli più attraenti".

Le compagnie, dal canto loro, si difendono: "I regolamenti Ue sono stati sviluppati in previsione di interruzioni localizzate e a breve termine - scrive Klm in un comunicato - Nessun testo prevedeva il divieto e le restrizioni di viaggio imposte nelle ultime settimane. Klm ritiene che l'emissione di un voucher rimborsabile costituisca una soluzione equa e un ragionevole equilibrio tra la protezione dei propri passeggeri e le realtà operative che ogni compagnia aerea deve affrontare".

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