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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Migranti, ministro tedesco a Salvini: "Stai già twittando per dire che siamo cattivi?"

A Helsinki vertice Ue sull'immigrazione. Il vicepremier chiede stretta sulle ong, più rimpatri e il superamento delle norme sul primo porto di approdo. Ma con l'Italia si schiera solo Malta. Mentre Francia e Germania pensano a una 'coalizione di volenterosi'. Per l'estate

Un anno fa le cronache europee li davano come potenziali alleati sul tema dell'immigrazione. Ma da allora, le distanze sono aumentate. E oggi, con una battuta, il ministro tedesco degli Interni Horst Seehofer ha colto l'occasione per punzecchiare il collega italiano, Matteo Salvini, all'inizio del delicato di vertice Ue di Helsinki incentrato proprio sul tema migranti: "Matteo, stai già twittando per dire che siamo cattivi con voi?", ha detto Seehofer riferendosi alle accuse della Lega sullo strapotere di Berlino e Parigi che ha portato all'elezione di Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea.

Salvini ha sorriso e ha sottolineato che non stava mandando tweet ma un messaggio di auguri. Un sorriso che pero' non ha allentato la tensione al tavolo del ministri Ue, dove ancora una volta sembra più che in salita la strada verso un accordo per riformare le regole europee sulla gestione dell'immigrazione. L'Italia, a parte il sostegno di Malta, è isolate nelle sue richieste. Almeno per quanto riguarda la dimensione 'affari interni' dell'immigrazione. 

Già, perché il governo ha finora portato all'attenzione degli altri Stati membri due piani. Il primo è quello del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che prevede corridoi umanitari e riforma delle regole di Dublino, in particolare per quanto riguarda gli oneri a carico dei Paesi di primo approdo. L'altro è il piano di Salvini, portato a Helsinki insieme al collega maltese, che è incentrato sulla necessità di una stretta sulle ong e un aumento delle espulsioni. E che riprende in qualche modo una parte dei contenuti del piano di Moavero, allargandoli.

Il piano di Salvini

"La definizione, a livello dell'Ue, di un quadro giuridico specifico per l'immigrazione irregolare via mare non può più essere ritardata - si spiega nel documento di Italia e Malta, reso noto dall'Ansa - poiché non è possibile utilizzare le regole che disciplinano le operazioni di 'ricerca e salvataggio' (concepite per garantire il salvataggio in caso di singole situazioni di pericolo in mare) che non sono mai state pensate per far fronte al diverso fenomeno della migrazione di massa via mare".

"Fatta salva la necessità di proteggere la vita umana e fornire assistenza a qualsiasi persona in difficoltà, non è più possibile continuare a confondere i due tipi di attività - si prosegue nel non paper -. In effetti è ormai dimostrato che i trafficanti di migranti sfruttano le regole della Sar (le norme internazionale per la ricerca e il salvataggio in mare, ndr) per facilitare la loro attività criminale. Chiamate e procedure di salvataggio Sar sono sfruttate per sollecitare l'intervento di navi in acque internazionali o mari territoriali di uno Stato membro dell'Ue o di un Paese terzo, in modo da imbarcare migranti e successivamente trasferirli nei porti europei".

"Il ripetuto trasbordo di migranti irregolari da parte di navi private costituisce oggettivamente un collegamento essenziale di una catena più articolata e strutturata - si evidenzia - che porta alla violazione delle norme sull'ingresso legale di persone nell'Unione europea. Si tratta di un modus operandi comprovato da prove investigative e analisi dei rischi effettuate da organismi come la Direzione nazionale antimafia italiana e l'Agenzia Frontex dell'Ue e altre parti interessate".

Il nodo dei salvataggi in mare

In altre parole, il documento punta il dito contro le ong, che con le loro attività in mare aiuterebbero i trafficanti. Nel testo, non si cita alcun legame 'strutturato' tra organizzazioni umanitarie e criminali. E questo perché le 'prove investigative' e le 'analisi' citate non hanno finora dimostrato l'esistenza di accordi veri tra chi salva vite in mare e i trafficanti. Ecco perché servono 'nuove' regole che impediscano alle navi delle ong di operare in mare, al di là del fatto che ci sia o meno un legame criminale. 

Resta pero' il fatto che, come sottolineato dalla stessa neo-presidente della Commissione Ue, le vite umane vanno salvate. E a oggi, anche a causa dell'opposizione di Salvini, la missione europea di salvataggio condotta con navi militari è stata interrotta. Su questo, almeno stando a quanto riportato dall'Ansa, il documento italo-maltese non dice nulla. Limitandosi a chiedere una revisione della gestione delle richieste d'asilo, "che deve anche includere il rimpatrio delle persone la cui richiesta di protezione internazionale è stata respinta".

La coalizione di volenterosi

Il vero nodo dietro tutte queste richieste resta, almeno per Italia e Malta (non pervenute Spagna e Grecia, che hanno simili problemi), la questione del primo porto di sbarco. Salvini vorrebbe un accordo Ue per ripartire gli sbarchi con gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, leggasi Francia, aggirando le regole internazionali. Inoltre, chiede "un sistema che, in linea con le aspettative degli Stati Ue più esposti, preveda misure di ridistribuzione obbligatorie". Quest'ultimo punto era già stato affontato dal ministro Moavero, che aveva proposto delle 'aree franche' sparse nell'Ue dove spostare immediatamente i migranti sbarcati, per esempio in Italia, e dove far valutare le richieste di asilo (modificando cosi' il regolamento di Dublino, che per ora assegna l'onere delle procedure al solo Paese in cui sbarcano). Non è detto che le due richieste siano in contraddizione tra di loro, ma di sicuro la proposta del ministro degli Esteri sembra più in linea con le idee di Germania e Francia. 

Berlino e Parigi, infatti, vorrebbero creare una "coalizione dei volenterosi", formata da sei a 11 Stati membri dell'Ue, per la redistribuzione dei migranti "almeno fino a ottobre" prossimo. Non un meccanismo definitivo, come vorrebbe Moavero, ma provvisorio, che aggirerebbe nell'immediato, ossia nell'estate, il rischio di nuovi casi Sea Watch. Il fronte di volenterosi, per ora, si è fermato a 5: solo Lussemburgo, Portogallo e Finlandia si sono detti favorevoli. E sembra difficile Salvini possa accettare una soluzione del genere che di fatto gli toglierebbe solo nuove occasioni per rilanciare mediaticamente il dibattito sulla gestione dei migranti. 

La Commissione europea, dal canto suo, prova a tenere dentro tutte le anime del dibattito: "La nostra priorità è combattere le reti di trafficanti e fermare gli arrivi e le partenze irregolari. Oggi farò appello a tutti gli Stati affinché dimostrino più solidarietà", ha detto il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos. 

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