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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Bulgaria alla guida dell'Ue per sei mesi. Ma al primo giorno affossa la legge anticorruzione chiesta da Bruxelles

Lo stop di Sofia alla nuova normativa raccomandata dalla Commissione europea. Secono l'ong Transparency international, è il paese membro dell'Unione con il più alto tasso di corruzione  

Non comincia nel migliore dei modi il Semestre di presidenza dell'Unione europea da parte della Bulgaria: oggi, il presidente bulgaro Rumen Radev ha posto il veto alla legge, il cui varo era stato raccomandato dall'Unione europea, volta ad arginare il vasto fenomeno della corruzione nel paese. 

Radev ha giustificato lo stop spiegando che la nuova normativa "non solo non crea una base giuridica adeguata alla lotta alla corruzione, ma pone a essa una serie di ostacoli". Che sia vero o meno, la decisione non sembra per il momento il miglior spot per il paese, che a undici anni esatti dall'ingresso nell'Ue non ha ancora risolto una delle sfide maggiori per il suo sistema democratico: l'alto livello di corruzione, per l'appunto. 

Il paese più corrotto dell'Ue

Secondo l'indice di percezione della corruzione di Transparency International, la Bulgaria è il paese più corrotto dell'Ue. "Nessuno sta perseguitando la corruzione politica, non ci sono ex funzionari governativi in ​​carcere", ha dichiarato al Guardian Ognian Shentov, presidente del Centro per lo studio della democrazia a Sofia: "Abbiamo raggiunto uno stadio di corruzione dello Stato che descriviamo come cattura dello Stato", ha aggiunto. Un rapporto dell'organizzazione di Shentov dipinge un quadro devastante della corruzione nel Paese: più di un adulto su cinque (su una popolazione di circa 7,2 milioni) avrebbe preso parte a una transazione corrotta, pagando o ricevendo una tangente, ma i processi di corruzione aperti nel 2015 erano appena 72. 

I casi Lukoil e Corporate Commercial Bank

Gli attivisti puntano il dito con la Lukoil bulgara, società energetica controllata dalla Russia, che fornisce il 100% delle importazioni di petrolio del paese e che rappresenta la più grande azienda del paese. Una posizione di forza e monopolio che avrebbe di fatto bloccato la concorrenza nel settore e favorito il diffondersi della corruzione. C'è poi il caso della Corporate Commercial Bank, la quarta banca del paese per prestiti alle aziende, che sarebbe crollata per uno scontro di potere tra politica e finanza.

Esempi che testimoniano la carenza di trasparenza e la fragilità del sistema politico-economico, in un Paese che per Pil pro-capite è in fondo alla classifica Ue. Per tali ragioni, il Meccanismo di cooperazione e verifica per la Bulgaria, istituito e guidato dalla Commissione europea, aveva posto la corruzione tra le priorità di riforma del paese. 

La legge anticorruzione

La legge approvata pochi mesi fa dal Parlamento e oggi bloccata dal presidente Radev, andava incontro alle richieste di Bruxelles, secondo l'opposizione socialista, in quanto volta a creare una speciale unità per indagare i casi di corruzione che coinvolgono le alte cariche pubbliche. A indebolire la proposta, secondo diversi analisti, c'è pero' il fatto che il testo prevede che a nominare i membri dell'unità anticorruzione sia lo stesso Parlamento, cosa che potrebbe favorire  guerre di potere più che una reale trasparenza (come si sospetta sia accaduto nel caso della Corporate Commercial Bank).

A ogni modo, lo stop e le polemiche sulla nuova legge arrivano in un momento importante per la Bulgaria, dal momento che per i prossimi mesi sarà Sofia a guidare i lavori del Consiglio Ue. I temi in agenda sono tanti e delicati: stabilità, sicurezza e solidarietà, per usare lo slogan coniato dal governo dell'ex bodyguard Bojko Borisov.  Ma uno in particolare stride con la situazione della corruzione nel paese: toccherà infatti alla Bulgaria mettere in funzione l'Eppo, la Procura europea antifrodi. 

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