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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mai più un altro Dieselgate: Bruxelles schiera le class action Ue a difesa dei consumatori

Trovato l’accordo sulle azioni rappresentative. Permetteranno agli europei di associarsi per avere giustizia contro gli abusi di imprese e multinazionali

Tra i tanti dossier approvati durante la scorsa legislatura europea, ma rimasti in sospeso durante la crisi del coronavirus, c’era anche il testo sulle class action europee, sul quale le istituzioni europee hanno trovato un accordo solo nelle ultime ore. Una direttiva nata dopo lo scandalo Dieselgate con il dichiarato scopo di difendere i consumatori, “vittime di pratiche commerciali sleali, quali la pubblicità ingannevole da parte dei costruttori di automobili”, e che - negli obiettivi iniziali del legislatore Ue - avrebbe finalmente consentito loro di “ottenere riparazione collettivamente mediante un’azione rappresentativa”.

No la modello americano

La traduzione in legge europea degli obiettivi iniziali è un pacchetto di nuove norme che introducono un modello armonizzato di azione rappresentativa, detta anche class action, in tutti gli Stati membri e che garantisce ai consumatori una innovativa ‘arma’ legale di autodifesa. Tra i punti di frizione tra eurodeputati e rappresentanti dei Governi (rappresentati in Consiglio), c’era soprattutto la prevenzione delle azioni manifestamente infondate che avrebbero spinto l’Ue verso il ‘modello americano’ caratterizzato da alti tassi di litigiosità tra consumatori e imprese. Ma anche la definizione della class action a livello europeo e nazionale, che andava a toccare il sensibile equilibro di competenza in campo giuridico tra Bruxelles e le capitali.

Class action Ue e nazionali

Parlamento e Consiglio alla fine hanno concordato che in tutti e 27 i Paesi Ue va messa a disposizione dei consumatori un'azione rappresentativa a livello nazionale, che si accompagnerà alla class action definita in sede europea. Per le azioni interne, gli Stati membri dovranno stabilire criteri coerenti con gli obiettivi della direttiva, che potrebbero essere gli stessi stabiliti per le azioni Ue. 

I difensori dei consumatori

Sia a livello europeo che nazionale nasceranno le “entità qualificate” ovvero organizzazioni o enti pubblici autorizzati e sostenuti finanziariamente per avviare azioni di ingiunzione e ricorso per conto di gruppi di consumatori. Il ruolo di questi gruppo o enti sarà dunque quello di garantire l'accesso dei consumatori alla giustizia e per tale motivo dovranno rispondere a una serie di criteri. Le entità che vogliono difendere i consumatori a livello Ue devono dimostrare almeno 12 mesi di attività nel proteggere gli interessi dei “contraenti deboli”, ma anche di non avere scopo di lucro e garantire di essere indipendenti da terzi i cui interessi economici si oppongono all'interesse del consumatore. 

Chi perde paga

“Abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra la tutela legittima degli interessi dei consumatori e la necessità di certezza del diritto per le imprese”, ha detto l’eurodeputato Geoffroy Didier del Partito popolare europeo, relatore del provvedimento. “Ciascuno Stato membro - prosegue Didier - deve avere almeno un'entità qualificata per esercitare l’azione, e allo stesso tempo mettere in atto garanzie contro i ricorsi abusivi”, ovvero presentanti da competitor dell’impresa o da altri soggetti al mero scopo di danneggiare la società accusata. Da qui un insieme di regole che stabiliscono l’equilibrio tra l'accesso alla giustizia e la protezione delle imprese. Viene introdotto il principio “chi perde paga”, secondo il quale la parte sconfitta dovrà pagare i costi dei procedimenti e le spese legali della parte vincente. E per evitare altri usi impropri dello strumento a difesa dei consumetori, il testo concordato apre alla possibilità che tribunali o autorità amministrative possano decidere di archiviare i casi manifestamente infondati nella prima fase del procedimento, in conformità con le legislazioni nazionali.

Dai trasporti all'energia

“L'Europa deve diventare uno scudo che protegge il popolo”, sottolinea il deputato francese, che ha ottenuto un ampio campo di applicazione dell'azione collettiva. Quest’ultima comprenderà infatti le violazioni in settori quali la protezione dei dati, i servizi finanziari, i viaggi e il turismo, ma anche l'energia, le telecomunicazioni, l'ambiente e la salute, nonché i diritti dei passeggeri del trasporto aereo e dei treni, oltre al diritto generale dei consumatori. Una buona notizia per le tante persone che si sentono danneggiate dalle politiche delle compagnie di trasporti nel contesto del Covid, che potranno dunque associarsi per ottenere giustizia facendo massa critica. “Questa nuova legislazione - conclude Didier - offre nuovi diritti ai consumatori nella loro vita quotidiana e dimostra che l'Europa sta facendo la differenza”.

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