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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, Lega contro Lega: in Ticino vogliono chiudere la frontiera con la Lombardia

Il partito svizzero accusa il proprio governo di lassismo nei confronti dell'Italia: "Basta frontiere spalancate". Il governatore del Carroccio Fontana: "Non discriminare gli italiani"

Non è chiaro con chi ce l'abbia il presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, quando attacca gli "altri Paesi dell'Europa" che fanno "discriminazione nei nostri confronti" dopo lo scoppio dell'epidemia di coronavirus nel Nord Italia. Finora, di azioni discriminatorie come la chiusura dei collegamenti o misure ad hoc sugli italiani all'estero non ve ne sono state, almeno nel Vecchio Continente. Semmai, c'è chi grida al lupo e chiede di bloccare le frontiere con il nostro Paese. E' quello che ha fatto la Lega, in questo la Lega dei Ticinesi, in Svizzera. Che vorrebbe alzare un muro proprio al confine con la Lombardia per paura di eventuali contagi.

Del resto, è proprio la Lombardia, governata dall'altra Lega, quella di Matteo Salvini, l'epicentro del primo vero focolaio di coronavirus in Europa. "Il dato saliente delle fumose comunicazioni ufficiali odierne sull'emergenza coronavirus è che continuano a non essere previste misure ai confini con l'Italia per tutelare la popolazione ticinese. Intanto nella Penisola i morti sono saliti a 7, quasi tutti in Lombardia", ha detto Lorenzo Quadri, consigliere nazionale leghista ticinese, che invoca misure restrittive contro gli italiani, secondo quanto riferisce il Corriere del Ticino.

"Eppure i Paesi limitrofi all'Italia le misure al confine le hanno invocate ed anche applicate (vedi le richieste dei comuni francesi confinanti con la Penisola ed i blocchi di convogli da parte dell'Austria). Stati più lontani come la Romania e perfino Israele hanno imposto la quarantena a chi torna dalla Lombardia o dal Veneto", ha proseguto Quadri. "Berna, anche in questo frangente, sottovaluta colpevolmente le conseguenze che la collocazione geografica del Ticino comporta per la sua popolazione in regime di libera circolazione delle persone. Senza dimenticare che molti ticinesi si recano in Svizzera interna per motivi di lavoro o di studio: nel caso il coronavirus si propagasse in Ticino, l'autorità federale 'blinderebbe' il Gottardo per non aver voluto intervenire alle frontiere con l'Italia?" sostiene ancora il consigliere leghista.

Per tutte queste ragioni, Qaudri chiede una politica dei 'porti chiusi': "E' allarmante che il dogma delle frontiere spalancate venga considerato prioritario addirittura rispetto alle questioni di salute pubblica; e questo malgrado per tali motivi sia prevista la sospensione dell'accordo di Schengen (cui la Svizzera partecipa anche se fuori dall'Ue, ndr). Chi compie simili scelte se ne dovrà assumere la responsabilità", ha concluso il leghista ticinese. Parole che di certo non saranno piaciute all'altra Lega. Che già in passato si era scontrata con i quasi omonimi elvetici in occasione del referendum del 2016, da loro promosso, per dimezzare il numero di frontalieri italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare in Svizzera.

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