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Sabato, 20 Aprile 2024
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Re sterminò 10 milioni di africani, ma l'erede lo difende: “Non è mai stato in Congo”

“Non vedo come avrebbe potuto far soffrire tante persone”, sostiene il discendente di Leopoldo II, sovrano belga le cui statue sono state prese di mira da alcuni manifestanti di Black Lives Matter

In Belgio, si fanno sempre più insistenti le richieste da parte dei movimenti antirazzisti che chiedono la rimozione delle statue che ricordano il per nulla glorioso passato coloniale del Paese. La figura più controversa rimane senza ombra di dubbio quella di Leopoldo II, il monarca che fece invadere il Congo per farne una maxi proprietà personale dalla quale trarne enormi profitti con lo sfruttamento delle popolazioni indigene. Si calcola che 10 milioni di persone morirono per colpa dell’aggressiva politica coloniale del re belga, oggi difeso dai suoi discendenti.

La versione della famiglia reale

“Non ha mai messo piede in Congo, non vedo come avrebbe potuto far soffrire tutte quelle persone”, ha detto il principe belga Laurent ai media locali. Il principe non nega lo sterminio certificato da prove storiche che il suo antenato monarca tentò di occultare. Ma cerca di dividere le responsabilità tra il re dell’epoca e la classe dirigente del tempo. “Bisogna ricordare - ha detto il principe - che c'erano molte persone che lavoravano per Leopoldo II e sono loro ad aver davvero commesso gli abusi, ma ciò non significa che Leopoldo II sia responsabile”.

La petizione e le proteste

Nonostante i commenti del principe, il palazzo reale non ha rilasciato alcuna dichiarazione formale in risposta alla crescente richiesta di cancellare il passato coloniale dalle strade del Paese. Una petizione per rimuovere tutte le statue all'ex re belga entro il 30 giugno, il 60mo anniversario dell'indipendenza del Congo, ha raccolto finora oltre 75mila firme. Diverse statue di Leopoldo II negli ultimi giorni sono state danneggiate e ricoperte di vernice rossa nel contesto delle proteste di Black Lives Matter in seguito alla morte di George Floyd negli Stati Uniti.

I crimini del colonialismo

Il regime di Leopoldo II in quello che allora si chiamava lo Stato libero del Congo era noto per la sua brutalità, che includeva lavoro forzato, rapimenti e uccisione di ribelli. Una punizione e un metodo tipici per esercitare il controllo consistevano nel tagliare le mani ai lavoratori congolesi o ai loro figli. Le stime del bilancio delle vittime dell'occupazione arrivano a 10 milioni di vite.

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