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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Come le auto europee inquinano oltre i limiti. Comprando i crediti dai big dell'elettrico

Fca verserà centinaia milioni di euro nelle casse di Tesla come contropartita di un accordo per evitare le sanzioni di Bruxelles sulla Co2. Ma non è l’unica casa automobilistica ad essere ricorsa a questo escamotage. Previsto dalle leggi Ue 

Un patto tra rivali, profumatamente pagato, per aggirare le multe Ue. Fiat Chrysler Automobiles, la casa d’auto nata dalla fusione tra Torino e Detroit, non è al momento capace di rispettare il tetto di emissioni Co2 imposto da Bruxelles. E così ha deciso di fare un accordo con Tesla, casa automobilistica californiana specializzata in macchine elettriche. Con tanti saluti a quel limite di 95 grammi di Co2 per chilometro che entrerà in vigore dal prossimo anno in tutti i Paesi Ue.

Come riportato dal Financial Times e vari siti specializzati nel settore auto, le vetture Fiat Chrysler emettono circa 123gr/km di anidride carbonica, contro i 120,5 grammi di emissioni medie per veicolo in Europa. In forza delle nuove regole Ue sul progressivo abbassamento della Co2, alcuni analisti hanno stimato una potenziale multa per Fca intorno ai 2 miliardi di euro che sarebbe arrivata, in mancanza dell’accordo con Tesla, entro il 2021. Ecco dunque spiegato il patto tra le due case automobilistiche rivali per permettere agli uni di continuare a vendere auto più inquinanti rispetto alle norme e agli altri di incassare centinaia di milioni di euro. Tale cifra approssimativa è stata resa nota dal quotidiano finanziario inglese e non smentita dai vertici delle due aziende. 

“Fiat non è riuscita a investire per tempo sulle tecnologie pulite e sull’elettrico”, commenta Mirko Busto, policy officer di Transport & Environment, organizzazione non governativa del settore dei trasporti sostenibili. Il gruppo fondato dalla famiglia Agnelli “ora deve usare i veicoli elettrici degli altri produttori d’auto come lasciapassare”, spiega Busto. “Ciò dimostra - prosegue - che ci sono molti modi per rispettare gli standard sulla Co2”. Busto bolla infine come “allarmismo” le notizie che circolavano, secondo cui le case d’auto avrebbero pagato multe a causa degli obiettivi di riduzione dell’inquinamento.

La lista di accordi, i cosiddetti pool, tra costruttori d’auto registrati dalla Commissione europea sembrano dargli ragione. Sono ben 17 gli accordi di questo tipo siglati secondo le norme comunitarie, ma la stragrande maggioranza riguardano case automobilistiche appartenenti allo stesso gruppo. Come la Volkswagen, che per continuare a vendere le “poco” ecologiche Bugatti e Audi Sport, le mette in un unico calderone che comprenda anche i veicoli Skoda, Seat a, ovviamente, Volkswagen. Un accordo molto più simile a quello siglato tra gli eredi Agnelli e Elon Musk riguarda invece la Mazda e la Toyota, società concorrenti e “associate” dal 2018. Lo stesso vale per l’altro pool “aperto” indicato nei documenti della Commissione, siglato da Citroen, Peugeot, Opel e altre impese. 

Il meccanismo dello scambio, nel caso di Fca a titolo oneroso, di crediti verdi “è stato pensato per dare ai produttori d’auto più flessibilità nel rispetto degli obiettivi sulla Co2”, osserva Busto. Bisognerà aspettare qualche anno prima di fare un bilancio sul funzionamento di queste strategie di riduzione dell’inquinamento. Quel che si può notare, per il momento, è che le case automobilistiche che si ostinano a non investire in veicoli puliti rischiano di pagar caro il loro “no” alle vetture a basse emissioni.

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