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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Abusi sui minori nella Chiesa polacca, gli amici di Salvini temono contraccolpi alle europee

Il film-inchiesta “Non dirlo a nessuno” fa il pieno di visualizzazioni su YouTube e getta nel panico i conservatori ultra-cattolici del Pis. Si indebolisce l’asse italo-polacco immaginato dalla Lega

Lo scandalo dei preti pedofili irrompe con prepotenza nel dibattito pubblico in Polonia, con ripercussioni anche sulla campagna elettorale per le europee.  “Non dirlo a nessuno”, film-inchiesta sugli abusi sessuali in sagrestia coperti per decenni dalle più alte autorità ecclesiastiche dell’ex repubblica sovietica, ha sfondato quota 10 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di 48 ore dalla pubblicazione online. Il lavoro dei fratelli documentaristi Tomasz e Marek Sekielski mette in imbarazzo la sponda politica della Chiesa polacca, il partito di maggioranza Diritto e Giustizia (Pis), fondato da altri due fratelli: l’attuale leader Jaroslaw Kaczynski e il suo gemello Lech, ex presidente della Polonia rimasto vittima di un incidente aereo nel 2010. 

L'asse italo-polacco

Pochi mesi fa, dopo un incontro con Jaroslaw Kaczynski, Matteo Salvini affermò che “poiché l'asse franco-tedesco ha dominato l'Europa per anni, vogliamo un nuovo equilibrio, una nuova energia”, e “Polonia e Italia saranno gli eroi di questa nuova primavera europea, questa rinascita di veri valori europei”. Il leader della Lega sostiene che l’asse Roma-Varsavia servirà a difendere i valori ortodossi contro un’Ue, accusata di minacciare le famiglie tradizionali promuovendo i diritti Lgbti. Secondo gli osservatori la sintonia Lega-Pis potrebbe portare a nuovi equilibri in Parlamento europeo con la nascita di un grande gruppo conservatore-sovranista.  Il peso politico dell’asse Roma-Varsavia (o meglio, Lega-Pis) è ancora tutto da vedere.

I sondaggi

Lo scandalo sulla pedofilia potrebbe infatti regalare alla Coalizione europeista (Ke), lista elettorale di centro accreditata al 33%, quell’ultima spinta che le manca per raggiungere i rivali euroscettici e conservatori, stimati al 34%. Secondo gli ultimi quattro sondaggi condotti tra aprile e maggio, la forbice tra Pis e Ke si è infatti ridotta dal 5,2% all’1%. Seguono i socialdemocratici di Wiosna (Primavera) all’8% e i nazionalisti di Konfederacja (Confederazione) al 6%. Chiude al 5% il movimento Kukiz’15, alleato del Movimento 5 stelle, che in questo momento riuscirebbe appena a superare la soglia di sbarramento. Ma le indagini d’opinione si riferiscono alle giornate precedenti alla pubblicazione del documentario.

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L’indignazione pubblica per le violenze sui bambini sono diventate oggetto di contesa politica per volontà degli stessi conservatori ultra-cattolici del Pis, subito schierati in difesa della Chiesa. “Chi alza un dito contro la Chiesa, con l’idea di distruggerla, alza in dito contro la Polonia”, ha sentenziato Kaczynski, per poi aggiungere: “Non c'è Polonia senza Chiesa”.

Una società in evoluzione

Alcuni storici potrebbero dargli ragione, dal momento che la croce è stata per decenni simbolo di resistenza e identità nazionale per i polacchi oppressi dalla falce e martello sovietica.  Ma la Polonia è cambiata. L’elettorato delle grandi città è ben più liberale e laico di quello delle campagne. Uno studio del Pew Research Center sull’influenza della religione ha rivelato una differenza di 23 punti percentuali tra giovani e anziani sull’importanza della Chiesa nelle vite dei polacchi. Per far capire la dimensione del fenomeno, basti pensare che lo stesso indice riferito all’Italia presenta una forbice solo del 7% tra nuove e vecchie generazioni. 

Voglia di partecipazione

Un ulteriore campanello d’allarme per il Governo di Varsavia è rappresentato dalla voglia di partecipazione alle europee, accreditata al 55%. L’affluenza alle urne per le europee del 2014 aveva raggiunto appena il 23,8% degli aventi diritto, il terzo dato di partecipazione più basso di tutta l’Unione. Pochi giorni dividono il sesto Stato più popoloso dei 28 dalla grande sfida elettorale che ci rivelerà, infine, le vere intenzioni politiche del Paese più rappresentativo dell’Est Europa. 

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