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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ridurre le emissioni di gas serra: obiettivi nazionali per il 2030

Il regolamento sulla condivisione degli sforzi ha stabilito degli obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni di gas inquinanti per mantenere gli impegni degli accordi di Parigi

Durante la plenaria della prossima settimana del Parlameneo Ue a Strasburgo gli eurodeputati discuteranno e metteranno al voto il regolamento sulla condivisione degli sforzi. Il dibattito è previsto nel pomeriggio di lunedì 16 aprile, per poi procedere martedì 17 alla votazione.

Cos’è la condivisione degli sforzi?

Per prevenire il cambiamento climatico, nell’ottobre 2014 i leader UE hanno adottato il Quadro 2030 per il clima e l’energia. Il quadro include l’obiettivo vincolante della riduzione delle emissioni nell’UE di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030.

In particolare la riduzione di emissioni nei settori quali i trasporti, l’agricoltura, gli edifici e i rifiuti deve essere del 30% rispetto al 2005, entro il 2030. Questi settori sono cruciali per la vita di un paese ma sono anche i più inquinanti: sono considerati responsabili del 60% delle emissioni totali (dati del 2014). Questi obiettivi corrispondono all’impegno che l’UE ha dichiarato firmando gli accordi alla conferenza di Parigi sul clima. Per fare in modo che tutti i paesi partecipino alla riduzione dell’inquinamento il regolamento sulla condivisione degli sforzi ha stabilito gli obiettivi paese per paese per il periodo 2013-2020.

Adesso gli europarlamentari stanno lavorando alla prossima iniziativa, quella che copre il periodo 2021-2030. Oltre ai possibili obiettivi la proposta include anche una valutazione dei progressi fatti.

Quali sono i nuovi obiettivi?

Non tutti i paesi hanno gli stessi obiettivi, perché non tutto i paesi hanno uguali capacità di raggiungerli nello stesso lasso di tempo. Gli obiettivi sono stati decisi usando come base il Prodotto interno Lordo (PIL) pro capite.

Sono stati decisi in modo tale da permettere una riduzione complessiva del 30%, come previsto dal Quadro 2030per il clima e l’energia. La riduzione prevista per l’Italia è del 33% rispetto ai livelli del 2005. La riduzione sarà graduale: un percorso verso una diminuzione costante è stato previsto.

Ecco tutte le riduzioni previste, paese per paese:

Stato

Riduzione entro il 2030 (rispetto al 2005)

Lussemburgo

-40%

Svezia

-40%

Danimarca

-39%

Finlandia

-39%

Germania

-38%

Francia

-37%

Regno Unito

-37%

Paesi Bassi

-36%

Austria

-36%

Belgio

-35%

Italia

-33%

Irlanda

-30%

Spagna

-26%

Cipro

-24%

Malta

-19%

Portogallo

-17%

Grecia

-16%

Slovenia

-15%

Repubblica Ceca

-14%

Estonia

-13%

Slovacchia

-12%

Lituania

-9%

Polonia

-7%

Croazia

-7%

Ungheria

-7%

Lettonia

-6%

Romania

-2%

Bulgaria

0%

La condivisione degli sforzi prevede una forma di flessibilità. Gli stati membri possono prendere i prestito e trasferire le quote consentite a un altro stato.

Nel caso in cui alcuni membri avessero difficoltà a raggiungere gli obiettivi fissati è prevista una riserva “di sicurezza” di 105 milioni di tonnellate di CO2, disponibile dal 2032. La riserva potrà essere usata per compensare eventuali mancanze, ma solo se l’obiettivo generale Ue sarà raggiunto.

Gli eurodeputati hanno anche stabilito un obiettivo a lungo termine, per il 2050. Questo obiettivo prevede una riduzione dell’80% rispetto ai valori del 1990. I paesi a reddito pro capite più basso saranno ricompensati in questa seconda fase con una maggiore flessibilità se avranno agito per la riduzione già prima del 2020.

La proposta verrà sottoposta al voto in questa plenaria.

Per raggiungere gli obiettivi fissati dalla firma dell’accordo di Parigi sul clima l’UE dispone di altri due strumenti: il sistema di scambio delle quote di emissione per le emissioni industriali, e il regolamento su uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura.

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