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Martedì, 16 Aprile 2024
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M5s contro gli “sprechi” Ue, ma solo Montecitorio costa il triplo del Parlamento europeo 

Beppe Grillo e gli eurodeputati 5 stelle attaccano Strasburgo. Ma a Roma, anche con la “cura dimagrante” voluta dalla maggioranza gialloverde, solo la Camera peserà per oltre 15 euro a ogni cittadino italiano. Contro i 4,56 dell'Aula comunitaria

"Il Parlamento europeo ci costa 2 miliardi di euro. E' ora di dire basta e dare un taglio agli sprechi! Diffondete”. L'ultima invettiva contro i costi della politica da parte del Movimento 5 stelle prende di mira i presunti sprechi dell'Aula di Strasburgo. Secondo l'eurodeputato Marco Valli, ripreso e rilanciato da Beppe Grillo, nel 2019 il bilancio dell'Eurocamera, nonostante la Brexit, vedrà un aumento di 50 milioni. Da qui, la proposta, sempre a firma 5 stelle, di iniziare una cura dimagrante anche in Europa, dopo quella avviata a Roma con la Camera. Peccato, pero', che la cura sia già cominciata, prima degli attacchi pentastellati. E che in quasi 5 anni tra Bruxelles e Strasburgo, gli unici sprechi accertati finora sono quelli degli alleati di ferro di M5s e Lega in Europa, ossia Nigel Farage e Marine Le Pen

I costi del Parlamento Ue

Ma andiamo punto per punto: innanzitutto, facciamo le pulci al bilancio del Parlamento europeo. Nel 2019, effettivamente, vi sarà un aumento di 50 milioni. Ma come? Anche con l'uscita del Regno Unito e dei suoi deputati? Quello che sembra un paradosso in realtà non lo è. La legislatura in corso, e dunque anche l'attività degli eurodeputati in carica, compresi i brexiter duri e puri come Farage, finirà a metà 2019, dopo le elezioni di fine maggio. I risparmi derivanti dalla Brexit, in altre parole, saranno molto ridotti almeno per il prossimo anno. 

A questo va aggiunto che, proprio per via delle elezioni, il 2019 sarà un anno particolare per le spese del Parlamento:  ci sono i fondi per la campagna elettorale (17 milioni in più per i partiti europei, per esempio) e per i costi di indennità salariali per deputati ed assistenti non rieletti (circa 32,6 milioni). C'è poi l'effetto dell'inflazione e quello dei maggiori costi per la sicurezza, divenuti sempre più urgenti dopo gli attentati che hanno colpito Bruxelles. 

I finanziamenti ai partiti

Qualcuno potrà obiettare: tagliamo i finanziamenti ai partiti e le indennità aggiuntive, come propone il M5s. Vero è, ma magari questa richiesta poteva essere fatta nel 2014, quando i 5 stelle si sono insediati a Strasburgo e, non senza polemiche tra i suoi attivisti, hanno formato il gruppo politico Efdd con l'Ukip di Farage. Già allora, l'Ukip riceveva 2 milioni di euro all'anno per finanziare il partito e la fondazione “di stampo europeo” costituiti a Bruxelles tra un'invettiva e l'altra contro l'Europa. Senza considerare i 3,2 milioni annuali che l'intero gruppo, quindi anche il M5s, ha ricevuto per le sue attività durante la legislatura.

Ammesso e non concesso che i finanziamenti ai partiti siano degli sprechi, di sicuro lo sono quelli usati irregolarmente, come i 40mila euro pignorati proprio a Farage, o i 500mila euro che il gruppo della Lega, l'Europa delle nazioni e della libertà, ha dovuto restituire al Parlamento europeo: a quanto è stato accertato, gli eurodeputati del Front national di Le Pen li avevano usati per spese non proprio istituzionali, come champagne e cene in ristoranti di lusso.

Proprio in seguito a questi scandali, il Parlamento europeo ha varato nell'aprile scorso un nuovo regolamento sui finanziamenti, riducendo la quota assegnata ai partiti e introducendo maggiori controlli.

Il confronto con Montecitorio 

Tornando agli altri costi amministrativi, poi, sempre lo stesso Parlamento ha provveduto per il 2019 a ridurre di 20,6 milioni una serie di spese legate a viaggi, interpretariato e traduzioni. Oltre a varare, insieme alle altre istituzioni Ue, un taglio strutturale ai costi del personale pari al 5%.

Infine, l'attacco ai presunti sprechi dell'Eurocamera non regge neppure se si confrontano le sue spese con quelle che il Parlamento italiano, anche con la cura dimagrante voluta dalla maggioranza gialloverde, sosterrà nel 2019: se l'Aula di Strasburgo costa a ogni italiano 4,56 euro, a Roma, solo Montecitorio peserà sulle tasche di ogni singolo cittadino per 15,96 euro. Più del triplo, insomma. E senza considerare le spese per il Senato. 

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