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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Green pass Ue, ecco i 10 Paesi in cui è gà operativo: “Arrivato a un milione di europei”

L'Italia è tra gli Stati che non hanno ancora attivato il nuovo cerificato Covid. Previste sei settimane per la conversione dei documenti nazionali

L’ok definitivo del Parlamento europeo al certificato Covid digitale Ue, questo il nome ufficiale del documento meglio noto come Green pass, fa ben sperare il settore del turismo, ma anche quello dei grandi eventi e dei locali di intrattenimento al chiuso. Oltre che per viaggiare senza dover fare il test o la quarantena, il certificato potrebbe infatti diventare presto il lasciapassare all’ingresso di stadi, teatri, cinema e concerti. Il regolamento approvato questa mattina con 546 voti a favore, 93 contrari e 51 astenuti concede infatti ai singoli Paesi membri ampi margini di libertà sull’uso dei documento Ue. Diversi Governi ne hanno approfittato per partire in anticipo rispetto ai Paesi vicini.

Operativo già in 10 Stati 

Come rivelato ieri in Aula dal commissario alla Giustizia, Didier Reynders, più di un milione di persone hanno già ricevuto il certificato digitale che attesta l’avvenuta vaccinazione, la recente negatività al test o la guarigione dal virus. Nessun certificato è stato emesso dall’Italia, ancora alle prese con i passaggi tecnici preliminari. I Paesi che nei quali il pass è già operativo sono: Germania, Spagna, Grecia, Polonia, Danimarca, Repubblica Ceca, Croazia, Bulgaria e Lituania. A questi nove si è aggiunta oggi la Francia, che non ha ancora reso noti i numeri della giornata di inaugurazione del nuovo sistema di certificazione. 

Al netto dei Paesi che hanno anticipato il lancio del documento, la sua entrata in vigore ufficiale è programmata per il primo luglio. Il certificato sarà rilasciato dalle autorità nazionali gratuitamente, in formato digitale o cartaceo. Per i certificati già emessi da Stati o regioni, è previsto un periodo massimo di 6 settimane perché possano essere resi compatibili con il modello stabilito in sede Ue. Un processo di adattamento per il quale alcuni Stati avevano chiesto mesi di tempo, ma l’Eurocamera ha ottenuto un’accelerazione.

Le regole

I certificati avranno validità transfrontaliera e, stando alle norme decise a Bruxelles, entreranno in vigore al quattordicesimo giorno successivo alla seconda dose - per i vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca - o alla somministrazione del monodose Johnson&Johnson. Ogni Paese sarà comunque libero di scegliere di riconoscere e rilasciare il certificato anche dopo la prima dose.

Il pass vale per i cittadini Ue vaccinati con le dosi autorizzate dall’Ema, ma si prevede l’erogazione del documento anche a favore dei cittadini di Paesi ai quali l’Ue riaprirà i confini per viaggi non essenziali. Un turista statunitense vaccinato, ad esempio, dovrebbe poter ottenere il pass in Italia per poi continuare il suo viaggio in Francia senza dover ripetere la procedura.

Le persone guarite dovrebbero essere esentate dalle restrizioni ai movimenti nei 180 giorni successivi al test Pcr positivo, mente per chi non è vaccinato né guarito, allora resta valido il test negativo. Per la validità di quest’ultimo risultato viene proposto un periodo standard: 72 ore per i test Pcr o molecolari, 48 ore per quelli rapidi antigenici.

Per garantire l'unità famigliare, i minori che viaggiano con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando i genitori non devono sottoporsi al periodo di isolamento. Nessuna deroga viene invece ammessa per i figli maggiorenni che, anche se i loro genitori hanno ricevuto la doppia dose, dovranno sottostare alle regole sui test e le quarantene imposte dai singoli Stati membri.

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