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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“A 80 anni posso tornare a fare ginnastica, grazie al vaccino”

Noemi ed Elisa, nonne, amiche e consuocere, parlano dei momenti più duri del lockdown: "Noi che abbiamo vissuto la guerra possiamo dire che l'Italia oggi si trova in una situazione molto simile”. E spronano i giovani: "Fate come noi, siete il futuro di questo Paese"

E' stato un anno di "paura", come quella che da bambine avevano provato durante la Seconda guerra mondiale. Ma adesso Noemi ed Elisa possono tirare un sospiro di sollievo: l’avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 per gli over-80 in Lombardia riguarda anche loro, nonne, amiche e consuocere. Le abbiamo incontrate a Milano, poco prima di ricevere la prima dose. E il pensiero di entrambe va subito ai giovani come il nipote Simone. Perché facciano anche loro il vaccino, appena possibile. Ma soprattutto perché si armino di "buona volontà" per far ripartire l'Italia, "come abbiamo fatto noi e i nostri padri nel Dopoguerra”.

Il lungo isolamento

A Giampaolo Mannu di Milano Today, Noemi ed Elisa hanno raccontato il lungo e doloroso isolamento che hanno vissuto questi mesi di pandemia, lontano da parenti, amici e quotidianità. Si sono date forza a vicenda, imparando a usare meglio i loro smartphone durante lunghe videochiamate. “È stato brutto - ha spiegato Elisa, che vive a Lainate - noi che abbiamo vissuto la guerra possiamo dire che l'Italia oggi si trova in una situazione molto simile”.

“È la paura che ci fa soffrire - le fa eco Noemi, collegata in videochiamata dal suo appartamento a Milano - e ho persino iniziato a prendere le gocce per stare tranquilla perché ogni tanto prende l’agitazione”, ha detto mentre mostrava una confezione di ansiolitici. “Io andavo a fare ginnastica due volte alla settimana, ma da oltre un anno non lo faccio più e quello mi manca”, ha aggiunto con rammarico. “Ora invece posso solo andare a fare la spesa da sola, perché mio marito è a rischio, avendo avuto patologie pregresse. Speriamo che il vaccino finalmente ci restituisca la libertà".

La speranza

Ma il pensiero delle due donne, come dicevamo, va soprattutto ai giovani: “Per noi è un sollievo" ricevere il vaccino "non solo perché mette al sicuro gli anziani, ma perché immunizza anche i ragazzi e le ragazze, che rappresentano la nostra speranza per il futuro". A loro spetta il compito di risollevare l'Italia da questa crisi. "Ci vuole buona volontà e darsi da fare, come abbiamo fatto noi e i nostri padri nel Dopoguerra”, dice Elisa. Che lancia infine un appello alle istituzioni italiane ed europee perché allarghino al più presto la campagna di vaccinazione anche ai più giovani.

La campagna di vaccinazione

Un appello che si scontra da un lato con i ritardi da parte delle aziende farmaceutiche nella consegna delle dosi, dall'altro con lo scetticismo sui vaccini che si sta registrando in diversi Paesi europei, Italia compresa. Eppure, come hanno ricordato di recente il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel corso della firma del Recovery and Resilience Facility, il pacchetto più importante del Next Generation EU (o Recovery fund che dir si voglia), il primo passo per la ripresa sta proprio nel successo della campagna di vaccinazione.   

Parlamento Ue: "Trasparenza è fiducia"

Von der Leyen ha posto la questione dell'accelerazione della produzione dei vaccini durante la riunione del G7 di venerdì scorso, quando i leader mondiali si sono impegnati a “collaborare con l'industria per aumentare la capacità di produzione, anche attraverso licenze volontarie”. Ma come dicevamo bisogna vincere anche lo scetticismo: per questo, i deputati del Parlamento europeo hanno chiesto di recente "piena trasparenza sui termini dei contratti, che coinvolgono il denaro pubblico, tra l'Ue e le aziende farmaceutiche". La piena trasparenza, secondo l'Eurocamera, "può aiutare a combattere la disinformazione e a creare fiducia nelle campagne di vaccinazione in tutta Europa".

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