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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Il trasporto pubblico locale è il futuro, ma ha bisogno di investimenti"

Intervista a Angelo Costa, direttore di Arriva Italia

Nelle città è tema di dibattito, l’Europa ha deciso di incentivarlo ma gli ostacoli per la sua ripresa dopo la pandemia sono molti: stiamo parlando del trasporto pubblico locale, quello urbano e quello extraurbano. Quello che l'Europa ha deciso di finanziare  con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: allo sviluppo del "trasporto rapido di massa" vengono dedicati 3,60 miliardi.

Gli italiani preferiscono la macchina: almeno due maggiorenni su tre nel 2019 usavano ogni giorno un mezzo privato. L'obiettivo del PNRR è di portali dalla macchina al bus, o alla metro. "Sarà una sfida, ma anche un'opportunità" dice Angelo Costa, direttore di Arriva Italia, compagnia che da quindici anni si occupa soprattutto di trasporto extraurbano nel Nord Italia: “Siamo presenti da Aosta a Trieste con 2400 mezzi” spiega. “A Como, Cremona, Udine e Triesteda molto tempo facciamo anche servizio urbano”. Se l’idea di una compagnia privata nel settore pubblico potrebbe far storcere il naso a qualcuno, Costa scherza e rassicura: “noi ci definiamo un non pubblico, più che un privato. In tutte le zone in cui lavoriamo abbiamo infatti come partner unicamente il pubblico, con cui abbiamo creato un modello efficiente e di successo, anche perché di mezzo ci sono le risorse della collettività”.

In un’Europa che punta sempre più alla transizione energetica e all’inclusione, il trasporto pubblico locale è un settore fondamentale. “In termini finanziari per raggiungere certi livelli di sostenibilità è sicuramente più efficiente incentivare il TPL che la mobilità privata green” dice Costa. La definisce una sfida e un’opportunità: l’obiettivo è di aumentare il numero dei passeggeri attuali del 60-70%, per far passare un 10% di persone dalla mobilità privata a quella collettiva. “Poi dovremo vedere quali sono le intenzioni reali della politica” puntualizza Costa. “Perché gli obiettivi si realizzano con politiche di redistribuzione sane ed efficienti”.

Sarà quindi fondamentale attrarre nuovi passeggeri, e convertirli dall’auto all’autobus. “Il primo messaggio deve essere di tranquillità”, è il parere del direttore di Arriva Italia. “Durante le fasi più acute della pandemia il trasporto pubblico locale ha subito una comunicazione molto negativa sulla circolazione dei virus sui mezzi di trasporto: dobbiamo far capire ai cittadini che ora sono al sicuro”. Il gruppo Arriva ha svolto un’indagine a livello europeo da cui emerge come l’Italia sia il Paese in cui la disaffezione per il TPL è stata maggiore, rispetto ad altri Paesi.

 E poi, al di là del Covid, servono soluzioni che rendano il sistema più attrattivo in termini di qualità, flessibilità e adattamento alle esigenze della domanda. “Noi operiamo in zone d’Italia dove spesso ci sono comuni isolati o zone remote: pensiamo al Friuli o alla Lombardia, per non parlare della Valle d’Aosta” spiega Costa. “Collegare questi centri alle aree urbane è uno dei nostri impegni per il futuro”.

Ma non sarà facile ripartire: quello appena trascorso, va da sé, è stato un anno molto difficile. Più che il picco del -90% di passeggeri del TPL, colpisce il calo medio tra marzo e dicembre 2020: -65%. “In questi ultimi mesi c’è stato un recupero, ma sicuramente non siamo a livelli pre-Covid” dice il direttore di Arriva Italia. Anche sul lungo periodo rimarrà il gap, almeno fino al 2025. Sono calati soprattutto i passeggeri che usavano il trasporto pubblico locale 5 giorni alla settimana, ed è invece aumentato il numero di chi lo usa meno di due giorni su sette, complice anche lo smartworking.

“Nel nostro dialogo con le istituzioni e con i nostri partner europei, ci siamo resi conto che un tema difficile è quello di reperire le risorse economiche per gli autisti” aggiunge Costa. “Questo porta a una mancanza di lavoratori, insieme ad altre ragioni diverse e collegate tra di loro”. Per esempio il fatto che l’età minima per poter ottenere la patente per guidare gli autobus è stata alzata da 21 a 24 anni, e che è molto costosa da ottenere. Sono barriere all’entrata che rendono la professione difficile, e che creano squilibri tra la domanda e l’offerta.

Insomma, quello del trasporto pubblico locale è un percorso in salita, ma è anche un percorso quasi obbligato, vista la rilevanza che molto probabilmente avrà nel nostro futuro più green e sostenibile.DISCLAIMER-2

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