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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I cittadini europei vogliono il reddito universale garantito. Che ora potrebbe diventare realtà

Si è chiuso il primo panel di lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa voluta da Bruxelles per riformare l'Ue. Ecco le prime proposte dell'assemblea civica

Dal reddito universale garantito alla digitalizzazione democratica, passando per un maggiore sostegno alla ricerca scientifica. Dopo tre giorni di lavori, i 200 partecipanti alla prima plenaria dei cittadini della Conferenza sul futuro dell’Europa hanno messo nero su bianco il primo pacchetto di proposte che faranno da base al processo di riforma dell'Unione varato da Bruxelles.

Un esercizio di democrazia che mette a confronto due assemblee: da un lato quella civica, con 800 cittadini selezionati a caso, ma in modo da garantire le diversità di età, genere, estrazione sociale e provenienza geografica; dall'altro quella prettamente politica, composta da 108 deputati europei, 54 rappresenti degli Stati membri, 3 della Commissione europea, e 108 rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali. Le due assemblee confluiranno poi in una sorta di bicamerale composta da deputati e cittadini, la Plenaria della Conferenza. 

Giustizia sociale

L'assemblea dei cittadini è divisa in 4 panel di discussione. Il primo si è concluso domenica 19 settembre dopo tre gioni di incontri al Parlamento europeo di Strasburgo. Come c'era da attendersi visti i temi ("Un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione/Istruzione, cultura, gioventù e sport/Trasformazione digitale"), il primo panel è stato incentrato sulla questione occupazionale: la precarietà degli impieghi dei giovani, i salari bassi, lo sfruttamento e la difficile ripresa dopo la pandemia da Covid-19.

La proposta più forte emersa da Strasburgo è senza dubbio quella di un reddito universale garantito valido in tutta l'Ue. Un argomento che ha travalicato i confini e che ha condotto il dibattito anche in plenaria. Altra proposta simile è quella di garantire uno stipendio minimo, ma non è chiaro se tarato sulle condizioni economiche dei singoli Stati o se garantito invece a livello europeo: i cittadini avranno modo di confrontarsi e prendere una decisione nei prossimi due incontri. La plenaria ha anche chiesto di incoraggiare l’economia locale come strumento per promuovere l’occupazione, di facilitare l’accesso alle prestazioni di disoccupazione e di garantire ai giovani percorsi di apprendimento e inserimento lavorativo all’interno delle aziende: un apprendistato riconosciuto e tutelato, quindi.

Il digitale alla portata di tutti

Se per alcune fasce d’età e per alcuni paesi dell’Unione la digitalizzazione del lavoro e dei momenti di svago è ormai realtà quotidiana, per altri no. I cittadini europei hanno chiesto una democratizzazione del passaggio al digitale, a partire dalla scuola e dal mondo del lavoro. Le reti elettroniche e digitali devono essere sicure, veloci e accessibili in tutta Europa.

Sono tre in particolare le proposte, molto pratiche, su cui i cittadini si sono trovati d’accordo: creare una piattaforma europea contro la disinformazione online, che possa affrontare temi scientifici ma anche politici. E poi la lotta al cyberbullismo, tema caro ai partecipanti più giovani della plenaria: è stato citato due volte, da una ragazza spagnola che ha vissuto il fenomeno sulla propria pelle e da un suo “collega” romeno. Si è parlato anche dell’influenza che la tecnologia ha sulla salute mentale delle persone: tra le proposte alle istituzioni c’è quella del diritto alla disconnessione, tema caro al Parlamento europeo.

L’istruzione e la ricerca

Un terzo dei partecipanti alla Conferenza è, volutamente, formato da ragazzi e ragazze tra i 16 e i 25 anni. Persone giovani, che verosimilmente ancora studiano al liceo, all’università o si stanno affacciando al mondo della ricerca. L’istruzione è stato un altro dei temi più sentiti e partecipati, con la richiesta di maggiori investimenti nel mondo dell’istruzione a tutti i livelli, compreso quello della ricerca. Alcuni dottorandi fuorisede, che studiano e lavorano in uno stato diverso da quello d’origine, hanno sottolineato la discriminazione del dover pagare tasse maggiori rispetto ai loro coetanei nativi.

In un contesto come quello che abbiamo raccontato, risulta naturale che siano state fatte proposte per uno scambio culturale obbligatorio per tutti i ragazzi dell’UE, non a carico delle famiglie, e poi per la promozione del multilinguismo e di un’armonizzazione a livello europeo dei percorso formativi, e non solo dei risultati finali: tutte proposte che tendono a rendere lo scambio culturale una prassi comune per i giovani europei, in modo da incoraggiare la sensazione di identità europea. Un tema, questo, che è stato portato in plenaria anche da una partecipante italiana, che ha proposto un canale informativo europeo proprio a questo scopo.

Il caso dell’economia agricola

Durante la plenaria conclusiva, in cui sono stati presentati i primi risultati e tratte le prime conclusioni, un cittadino ha fatto notare come il tema dell’agricoltura, e dello sforzo economico che la riguarda, sia stato dimenticato nelle discussioni. Ha sottolineato quanto sia rilevante in un’economia come quella europea l’agricoltura, quanti lavoratori coinvolga e quanto abbiamo bisogno di un welfare sano e di investimenti. “Tutto quello di cui abbiamo discusso – apprendistati nelle aziende, intelligenza artificiale, stipendi minimi – si può applicare al campo agricolo” era la sua tesi. E la plenaria, incoraggiata dai moderatori, si è espressa in sostegno della mozione presentata: il ruolo dell’economia agricola è stato quindi inserito tra i temi da approfondire e concretizzare nei prossimi appuntamenti del panel.

Quali sono i prossimi passaggi?

I partecipanti al panel "Un'economia più forte" si riuniranno ancora in due occasioni: a inizio novembre online, e poi a inizio dicembre a Dublino. La prossima settimana, sempre a Strasburgo, sarà invece il turno del panel "Democrazia europea / Valori e diritti, Stato di diritto, Sicurezza", la cui terza e conclusiva sessione si terrà a Firenze. Sarà poi la volta dei panel "Cambiamento climatico e ambiente/Salute" e "L'Ue nel mondo/Migrazione".

I panel, come dicevamo, formuleranno raccomandazioni che verranno discusse durante la sessione Plenaria della Conferenza, composta da cittadini e rappresentanti delle istituzioni europee, dei parlamenti nazionali e di altri membri. I contributi dei panel saranno raccolti nel rapporto finale della Conferenza, che verrà preparato nella primavera del 2022. A fare da raccordo alle varie proposte sarà un comitato esecutivo composto dalle tre istituzioni Ue (Commissione Parlamento e Consiglio), e da osservatori di tutte le parti interessate nel processo. La relazione sarà redatta in piena collaborazione con la Plenaria della Conferenza, che dovrà anche approvarla. 

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