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Martedì, 16 Aprile 2024
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Film pirata, 6 su 10 in Europa arrivano dall’Italia: cosa fa l'Ue contro la violazione del diritto d’autore

Oltre 650mila italiani avrebbero sottoscritto abbonamenti a Iptv illecite per fruire dei contenuti a costo stracciato. Preoccupa anche il fenomeno della contraffazione, che oggi nell’Ue vale 121 miliardi

Un giro d’affari Ue da un miliardo di euro e che ha fatto registrare un forte incremento nell’anno della pandemia. Il business in controtendenza è quello della pirateria digitale, cioè la fruizione di contenuti multimediali lesivi del diritto d’autore e diffusi su canali web illeciti. Un segmento di criminalità digitale nel quale l’Italia ‘vanta’ la triste leadership europea, dal momento che “detiene quasi il 58% della quota di mercato dei film pirati in Ue”. La stima è contenuta nel nuovo studio dell’Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, che ha analizzato l’intero fenomeno della contraffazione. 

I titoli più gettonati nel traffico pirata dei film “sono stati Thor, Justice League e Blade Runner 2049”, mentre le serie Tv più scaricate illegalmente sono “Mr. Robot, The Walking Dead e Vikings” e i cantanti più colpiti dal fenomeno “Ricky Martin, Ed Sheeran e Bruno Mars”, si legge ancora nel rapporto diffuso oggi. “La pirateria digitale è un fenomeno in espansione e crea molto reddito per chi se ne approfitta”, ha detto a Europa Today il vicedirettore esecutivo dell’Euipo, Andrea Di Carlo. “L’accessibilità di contenuti online è aumentata anche visto il periodo in cui ci siamo trovati l’anno scorso con la pandemia”, ha ricordato.

"La gente passava più tempo in casa e voleva accedere di più a questi contenuti”. Di qui l’incremento delle Iptv illegali, veri e propri abbonamenti televisivi pensati per far circolare i contenuti pirata. “Per quanto riguarda l’Italia, il costo medio dell'Iptv illegale per utente è stato di 3,75 euro mensili e 44,98 euro annui”, mentre gli utenti - solo nel Belpaese - ammonterebbero “a 661.924 italiani”, si precisa nell’analisi. Ciononostante, “la percentuale di coloro che ammettono di aver avuto accesso a contenuti illeciti in Italia è più bassa che in tanti altri Paesi Ue e si attesta intorno al 4-5%”, ha spiegato Di Carlo. 

Il rapporto sulla tutela del diritto d’autore e della proprietà intellettuale è arrivato in concomitanza con la scadenza del tempo a disposizione dei Paesi Ue per applicare la Direttiva Copyright, pensata per rendere le piattaforme web responsabili dei contenuti caricati dagli utenti. Ma mentre la nuova disciplina europea è nata con l’obiettivo di aggiornare le norme Ue al nuovo ‘ecosistema’ digitale dominato dalle grandi piattaforme, il fenomeno della pirateria digitale si combatte con ben altri strumenti. 

“C’è un’attività abbastanza forte di contrasto”, ha detto Di Carlo, “che noi di Euipo portiamo avanti con l’Europol, che a sua volta lavora con la Guardia di Finanza”. Recentemente, “varie operazioni hanno portato allo smantellamento di una rete criminale internazionale che commetteva degli illeciti anche a danno di Sky Italia”. 

Tra le altre attività portate avanti congiuntamente da Euipo ed Europol ci sono anche quelle “di contrasto all’intero fenomeno della contraffazione” che recentemente ha raggiunto l’impressionante giro d’affari di 121 miliardi di euro all’anno nella sola Unione europea. Secondo il rapporto, i prodotti falsi rappresentano il 6,8% delle importazioni verso i Paesi Ue. Numeri che hanno messo in allarme le istituzioni di Bruxelles, tanto che “il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di reintrodurre gli Ip crime (i crimini contro la proprietà intellettuale, ndr), tra le dieci priorità per i prossimi anni”, ha sottolineato il vicedirettore dell'ufficio Ue. Per effetto di tale decisione politica “ci saranno più risorse per il contrasto di questi fenomeni”.  

I risultati del rapporto diffuso oggi fanno pensare che gli sforzi per il contrasto al fenomeno criminale, se non accompagnati da adeguate campagne di informazione, rischiano di portare a pochi risultati. “Quasi un europeo su 10 (9%) ha affermato di avere acquistato prodotti contraffatti a causa di indicazioni fuorvianti”, e dunque senza capire al momento dell’acquisto di trovarsi davanti un articolo falso.

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Diritto d’autore e brevetti potrebbero infine rivelarsi alleati importanti per la ripresa economica. "Tutte imprese che fanno uso di brevetti e proprietà intellettuale hanno percentuali di crescita e performance economiche migliori rispetto alle altre aziende”, è la constatazione di Di Carlo. Un trend accentuato “soprattutto per le piccole e medie imprese”.

Proprio per sensibilizzare il pubblico al valore della proprietà intellettuale e aiutare le Pmi ad accrescere la propria competitività sul mercato, l’Euipo, in collaborazione con la Commissione europea, ha avviato il programma «Ideas Powered for Business», che comprende un fondo per le piccole e medie imprese pari a 20 milioni di euro. “Si tratta di un’iniziativa che prevede sia il finanziamento dei servizi di valutazione della proprietà intellettuale sia il rimborso del 50% delle tasse per le domande di marchi, disegni o modelli a livello nazionale, regionale o dell’Ue, e che sta aiutando migliaia di Pmi a sviluppare le proprie strategie in materia di proprietà intellettuale in questi tempi difficili”, si legge in una presentazione dell’iniziativa.

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