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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Castaldo (M5s): "Rendere permanente la consultazione con i cittadini"

Il vicepresidente del Parlamento europeo vuole evitare di disperdere le potenzialità di quest’esperimento di partecipazione

Si dichiara soddisfatto di come sta procedendo la Conferenza sul futuro dell’Europa, il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, che parlando a margine della seconda sessione plenaria (la prima in cui i cittadini discutono faccia a faccia con i rappresentanti politici) la definisce un grande esperimento di partecipazione democratica, pur riconoscendo l’esistenza di alcune criticità. Per lui, è giunta l’ora di cambiare le modalità con cui funziona la democrazia europea, affiancando alla politica rappresentativa gli strumenti di partecipazione popolare che la Conferenza ha messo a disposizione. Nella sua visione, il “dialogo” avviato tra i cittadini e le istituzioni deve essere mantenuto anche in futuro.

Cambio di paradigma

Castaldo non ha dubbi: la Conferenza è un “appuntamento di grandissima potenzialità” per l’Ue, il cui “valore aggiunto” è rappresentato dalla presenza dei cittadini che, ribadisce, devono essere messi al centro. Serve “un cambio di paradigma che punti fortemente ad averli come protagonisti e a ribaltare il normale processo: non dall’alto verso il basso ma dal basso verso l’alto”. E difende quest’iniziativa contro “chi oggi vorrebbe escludere l’innovazione della democrazia partecipativa, millantando che questa vada a erodere il portato di quella rappresentativa”: chi parla così, sostiene, “non si rende conto degli alti livelli di astensionismo a cui purtroppo stiamo assistendo in molti Paesi europei”, a testimoniare “che in molti stanno smettendo di credere nel modello democratico, di impegno civico e politico che è il sale e l’essenza dell’essere cittadini”. Ridare fiducia ai cittadini, dunque, e renderli partecipi nelle decisioni prese in Europa: questo il “cambiamento culturale” che la Conferenza deve avviare e che l’Ue non può più rimandare.

I problemi nei gruppi

Come abbiamo riportato, tuttavia, i cittadini hanno evidenziato diversi problemi a livello dei gruppi di lavoro in cui i quasi 450 partecipanti alla plenaria sono stati suddivisi per occuparsi delle diverse tematiche su cui s’incentra la Conferenza. Non è sfuggito a Castaldo, che ha notato “una scarsa preparazione dell’agenda e una mancanza di strutturazione delle riunioni”, che consentirebbe invece “una discussione ordinata per far esprimere i cittadini sui temi, che a mio avviso dovrebbero essere calendarizzati (cioè messi all’ordine del giorno al Parlamento europeo, ndr)”. E continua: “Forti di quelle riflessioni, si sarebbero dovuti utilizzare questi primi orientamenti per stilare un elenco di priorità e seguirle con grande attenzione. Tutto questo è mancato, e spero che si tragga insegnamento da questa prima occasione per le prossime”.

Un forum permanente

Al di là del riconoscimento delle oggettive difficoltà, si nota comunque un certo orgoglio nelle dichiarazioni dell’eurodeputato. E non c’è da stupirsi: da un lato, l’Europarlamento è la più attiva tra le istituzioni Ue nel sostenere l’iniziativa, che infatti si svolge principalmente nell’emiciclo di Strasburgo. Dall’altro, quello della democrazia partecipativa e digitale è uno dei cavalli di battaglia storici del Movimento 5 Stelle, nelle cui liste il 36enne romano è stato eletto nel 2014.

Ecco perché la prioritàper Castaldo è quella di “non far morire questo modello, non farlo rimanere semplicemente un’occasione una tantum ma rendere permanente la piattaforma digitale multilingue” per raccogliere periodicamente le indicazioni dei cittadini e “utilizzare questo approccio per le consultazioni, e renderle obbligatorie, magari anche per le iniziative legislative della Commissione nella fase ascendente per far sì che ogni volta si acquisisca pienamente il contributo e la sensibilità dei cittadini e che questo possa orientare l’azione dei due colegislatori (Parlamento e Consiglio, ndr)”. Secondo il vicepresidente, “rendere questo forum uno spazio permanente vorrebbe dire integrare con l’entusiasmo, la passione, lo slancio e gli spunti della democrazia partecipativa il lavoro insostituibile di quella rappresentativa, metterle insieme e rafforzarle entrambe”: la partecipazione dei cittadini, dunque, non deve sostituirsi ma affiancarsi al lavoro dei decisori politici, che pure hanno ricevuto una delega democratica.

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