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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"L'Ue consulti le piattaforme online dei cittadini per le sue politiche": da Firenze le proposte per il futuro dell’Europa

I 200 componenti del Panel sui diritti della Cofoe si sono riuniti nel capoluogo toscano. Ecco le 39 proposte che discuteranno a Strasburgo insieme ai politici

Combattere la disinformazione, più tutele per la privacy e piattaforme di consultazione popolare per contribuire alle politiche dell'Ue. Sono queste alcune delle proposte elaborate dai 200 cittadini del panel su diritti e valori europei della Conferenza sul futuro dell'Europa che si è concluso a Firenze lo scorso weekend. 

Si è tratta del terzo incontro di questo panel, uno dei 4 che sono alla base di questa iniziativa lanciata sei mesi fa per ridisegnare il futuro dell'Ue. A Firenze le discussioni hanno prodotto le prime proposte concrete, che saranno poi discusse nella Plenaria della Conferenza con deputati europei e nazionali, oltre che a rappresentanti degli Stati membri e della Commissione: 39 raccomandazioni approvate nella seduta finale dai membri del panel, riuniti nella pittoresca cornice dell’Istituto universitario europeo di Fiesole. Queste proposte, insieme a quelle che verranno prodotte dagli altri panel, saranno quindi difese a Strasburgo dagli 80 rappresentanti dei cittadini nelle prossime sessioni plenarie, dove le discuteranno insieme ai decisori politici europei e nazionali.

Garantire il rispetto dei diritti e la non-discriminazione è stato l’obiettivo del primo flusso, cui ha partecipato Valentina Balzani, che gestisce contenuti social ed editoriali a Formigine (Modena): “Occorre offrire maggiore formazione ai cittadini sui loro diritti”, ha dichiarato, poiché “i cittadini inconsapevoli possono esporsi ad abusi”. Il suo sottogruppo, in particolare, si è occupato del diritto alla privacy e ha elaborato tre raccomandazioni: “Un sistema di certificazione e audit per enti pubblici e privati che trattano dati personali, maggiore tutela della privacy dei minori, e la redazione di un documento standard a livello Ue per i permessi all’utilizzo dei dati”, ha spiegato.

Gli altri argomenti sono stati la tutela della democrazia e dello stato di diritto, la riforma istituzionale dell’Ue, la costruzione di una vera identità europea e infine il rafforzamento della partecipazione dei cittadini. Tra le decine di proposte: organizzare dialoghi più strutturati sullo stato di diritto, regole europee più stringenti sulla concorrenza mediatica, cambiare il nome delle istituzioni, creare un sistema elettorale continentale per le elezioni europee, combattere la disinformazione tramite standard comuni, armonizzare le regole per gli investimenti pubblici, introdurre un corso di studi sull'Ue a scuola, coinvolgere i cittadini nella stesura di una costituzione europea e integrare piattaforme di consultazione popolare nelle decisioni di Bruxelles.

La Conferenza sta entrando nel vivo: almeno questo è quello che i suoi promotori stanno ripetendo per rilanciare l’attenzione sull’iniziativa, che corre continuamente il rischio di diventare un “flop”. Ma a sentire Paolo Barone, 23enne di Cosenza, “ormai abbiamo rotto il ghiaccio” e a Firenze “abbiamo fatto un ottimo lavoro”. Finora, i cittadini hanno articolato le proprie proposte, ma devono ancora passare il banco di prova del confronto con i politici sui contenuti, che partirà a gennaio. Anche Valentina si è detta ottimista sulle chance di successo: “Sono fiduciosa per quelle più concrete e realizzabili nel breve periodo”. 

Resta comunque il problema della visibilità dell’evento, anche se ultimamente nel nostro Paese c’è un po’ più di risonanza mediatica, seppur meno rispetto ad altri membri Ue come Francia, Germania e Paesi Bassi. “Finalmente la nostra voce si inizia a far sentire anche in Italia”, ha affermato Paolo, riferendosi al fatto che alcuni suoi “colleghi” partecipanti stanno venendo ospitati in trasmissioni televisive e in eventi istituzionali incentrati proprio sulla Conferenza. 

Tra questi c’è Chiara Alicandro, ambasciatrice del secondo panel proveniente da Latina: “Credo che finalmente grazie a questa risonanza mediatica si stia dando la giusta importanza a questo esercizio di democrazia partecipativa, più andiamo avanti e più mi sento di poter affermare che la nostra voce davvero sta uscendo fuori”. E ha aggiunto: “Ora toccherà a me e agli ambasciatori portare avanti le nostre idee e farci valere” nelle prossime sessioni della Conferenza.

Insomma, non manca la fiducia dei partecipanti, anche se rimane vivo il timore che l’iniziativa rimanga nota solo agli addetti ai lavori. “Mi auguro che questa maggiore attenzione permanga e cresca fino al termine della Conferenza”, si è confidata Valentina, sottolineando che vorrebbe “sollecitare l’azione dei media a diffondere questa iniziativa e a incoraggiare la partecipazione sulla piattaforma multilingue”. Secondo lei, la Conferenza “può realizzare appieno la sua efficacia solo con la partecipazione dei cittadini, anche di quelli contrari all’Ue che in questa occasione possono esprimere le loro critiche e persino proporre le loro alternative”. “Sarebbe utile usarla davvero, non sprecarla ignorandola”, ha concluso.

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