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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Asili nido, tutor in classe e borse di dottorato: i fondi del Recovery dedicati all’istruzione

L’Europa punta sul tempo pieno e sulle competenze di base per arginare l’abbandono scolastico. Previsto l’aumento del sostegno economico per gli studenti universitari e l’assegnazione di 15.000 incarichi di ricerca

Affrontare le carenze strutturali della scuola per incoraggiare “una economia ad alta intensità di conoscenza” capace di fermare la fuga dei cervelli. Dopo transizione verde e digitalizzazione, la terza ‘missione’ del Recovery Plan italiano per quantità di finanziamenti Ue è quella dell’istruzione e della ricerca. A questo capitolo andranno in totale quasi 31 miliardi di euro, due terzi dei quali verranno usati nel potenziamento dell’offerta scolastica e accademica. Oltre 11 miliardi saranno invece destinati alla ricerca e all’innovazione. 

I punti deboli dell'Italia

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza parte dall’attuale ritardo italiano nei confronti del resto d’Europa. I problemi partono dalla tenera età: “Il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e il numero di bambini di età compresa tra 0 e 2 anni si colloca nel nostro Paese in media al 25,5 per cento - con rilevanti difformità territoriali - ovvero 7,5 punti percentuali al di sotto dell’obiettivo europeo del 33 per cento e 9,6 punti percentuali al di sotto della media europea”. Andando avanti con i cicli di istruzione, l’Italia soffre il fenomeno dell’abbandono scolastico in misura ben superiore rispetto ai Paesi vicini. “La percentuale di giovani compresi tra 18 e 24 anni che hanno un livello di istruzione non superiore a quello secondario di primo grado (cioè che hanno completato solo le scuole medie, ndr) è, in Italia, del 14,5 per cento, mentre la media europea è pari al 10 per cento”, si legge ancora nel Pnrr presentato a Bruxelles lo scorso 30 aprile. Lo stato dell’arte si conclude con il basso numero di laureati: “La percentuale di popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio di livello terziario è pari al 28 per cento rispetto al 44 per cento di media nei Paesi dell’Ocse”. 

Più posti in asilo e tempo pieno

I fondi in arrivo da Bruxelles sono legati alle condizionalità dettate dalla Commissione europea. Entro la fine del 2025, ad esempio, l’Italia dovrà provvedere alla “creazione di almeno 264.480 nuovi posti per servizi di educazione e cura per la prima infanzia” nella fascia d’età da 0 a 6 anni. Un’asticella alzata dai funzionari della Commissione rispetto ai 228.000 posti previsti dal Pnrr italiano. Confermato invece l’obiettivo proposto dal governo Draghi di estendere il tempo pieno nelle scuole e “rendere le stesse aperte al territorio anche oltre l'orario scolastico” con la costruzione o la ristrutturazione delle mense in almeno 1.000 istituti.

Lotta all'abbandono scolastico

“Ci si attende - si precisa nel documento Ue - che l'estensione del tempo scuola avrà un impatto positivo sulla lotta all'abbandono scolastico”. Partendo dai dati sulle performance degli studenti, il piano di Recovery mira anche a ridurre i divari territoriali tra le diverse aree del Paese e “a garantire un livello adeguato in termini di competenze di base ad almeno 1.000.000 di studenti all'anno, nell'arco di quattro anni, anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico”. Nelle scuole medie e superiori “che hanno incontrato maggiori difficoltà in termini di performance” si adotteranno azioni “di supporto da parte del dirigente scolastico con tutor esterni e, nei casi più critici, la disponibilità di almeno un'unità di personale supplementare per argomento (italiano, matematica e inglese) e per un minimo di due anni”.

Borse per gli studenti universitari

Tra gli investimenti sull’università previsti dal documento concordato tra Bruxelles e il governo di Roma si prevede l’aumento di 700 euro dell'importo delle borse di studio, che verranno portate a una media massima di 4.000 euro per studente. Anche in quest’ambito si mira a ridurre in modo significativo il divario rispetto alla media Ue di studenti che ricevono un sostegno economico per: circa il 25 per cento nell’Ue a fronte del 12 per cento registrato in Italia.

Opportunità per i neolaureati

A concludere il lungo capitolo di spesa sull’istruzione e la ricerca sono gli obiettivi di finanziamento e assunzione dei giovani da parte delle università. Entro la fine del 2024 è prevista l’assegnazione di almeno 15.000 borse di dottorato di durata triennale e concernenti “aree disciplinari e tematiche coerenti con i fabbisogni, in termini di figure ad alta qualificazione, del mercato del lavoro delle Regioni interessate dal programma”. I percorsi dovranno prevedere almeno sei mesi di studio e ricerca in un’impresa e almeno sei mesi da trascorrere all’estero.

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