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Martedì, 23 Aprile 2024
La sentenza / Francia

Vittoria per Macron, dalla Corte ok alla riforma delle pensioni: "Nessun referendum"

I giudici costituzionali hanno respinto alcune misure del progetto di legge ma l'innalzamento a 64 anni dell'età minima per lasciare il lavoro resta. Opposizioni e sindacati promettono battaglia

Il Consiglio costituzionale francese ha approvato la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron, almeno nei suoi elementi essenziali, in quella che è una ulteriore vittoria del presidente in difesa della controversa misura che impone di alzare l'età pensionabile da 62 a 64 anni. Nonostante siano state respinte alcune misure del progetto del governo, come la creazione di un "indice di anzianità", l'architettura della riforma è salva. Il consiglio dei nove 'saggi' ha anche respinto la richiesta di 250 parlamentari dell'opposizione francese di indire un referendum sulla nuova legge, mentre una seconda istanza, sempre in questo senso ma depositata successivamente, dovrà invece essere oggetto di una nuova decisione il 3 maggio. L'esecutivo spera che questo risultato possa superare le proteste che scuotono il Paese da metà gennaio, con ben 12 scioperi, e riprendere la marcia del secondo mandato quinquennale di Macron, gravemente ostacolato nel suo primo anno. Ma le opposizioni e i sindacati promettono battaglia.

"La lotta continua", è stato il primo commento del leader del partito della sinistra radicale, la France Insoumise, Jean-Luc Melenchon, che ha condannato la decisione della Corte affermando che mostrerebbe un Consiglio costituzionale "più attento ai bisogni della monarchia presidenziale che a quelli del popolo sovrano". "La sorte della riforma delle pensioni non è ancora decisa", ha scritto invece su Twitter la leader del Ressemblement Nationale di estrema destra, Marine Le Pen, anche lei contraria al provvedimento. "Stasera non ci sono vincitori né vinti", ha detto invece la premier francese, Elisabeth Borne. "Con questa riforma, il nostro sistema pensionistico sarà in equilibrio nel 2030. La volontà del governo è ora quella di continuare la consultazione con le parti sociali per dare più senso al lavoro, migliorare le condizioni di lavoro e raggiungere la piena occupazione", ha aggiunto.

All'annuncio del verdetto del Consiglio costituzionale, diversi manifestanti si sono radunati fuori dal municipio di Parigi con striscioni che recitavano "clima di rabbia" e "nessuna fine agli scioperi finché non verrà tolta la forma". Il governo ha dichiarato che la riforma sarà attuata dal primo settembre come previsto ma i sindacati integralisti e l'opposizione hanno avvertito che non faranno marcia indietro e hanno esortato Macron a non promulgarla.

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