Ridurre subito i sussidi alle bollette e tagliare la spesa pubblica: l'Europa avverte Meloni
La Commissione Ue preoccupata per i ritardi del Pnrr, ma non solo: meno incentivi ai fossili, più case green e revisione catasto. La minaccia di una procedura per deficit eccessivo
Ridurre "le misure di sostegno energetico in vigore" entro la fine del 2023, per poi azzerarle totalmente entro il 2024. E utilizzare le risorse risparmiate per ridurre la spesa pubblica, la quale, se non ritoccata al ribasso rispetto alle attuali previsioni del governo, potrebbe portare all'apertura di una procedura per deficit eccessivo. È quanto emerge dal pacchetto di raccomandazioni che la Commissione europea ha inviato all'Italia nell'ambito del cosiddetto semestre europeo, ossia il procedimento con cui Bruxelles monitora l'applicazione del Patto di stabilità nei Paesi membri.
Deficit eccessivo
Il Patto, sospeso con la pandemia e congelato in seguito agli effetti dell'invasione dell'Ucraina, tornerà in vigore il prossimo anno. Non si sa ancora se e come verrà riformato (le discussioni sono in corso, e le modifiche proposte dalla Commissione non convincono l'Italia), ma intanto è sicuro che Bruxelles è tornata ad accendere i suoi fari, guardando al nostro Paese con preoccupazione. Il problema dei problemi resta, come ovvio, il debito pubblico. Ma ci sono anche i ritardi nell'attuazione del Pnrr (non solo sui progetti, ma anche sulle riforme connesse) che potrebbero complicare il quadre economico dell'Italia, secondo Bruxelles.
Da qui l'invito a fare di più sui fondi Ue (compresi quelli della coesione) e usare la forbice quando si tratta di spesa pubblica. La prima raccomandazione è di "garantire una politica fiscale prudente, in particolare limitando l'aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell'1,3%". Ma la riduzione della spesa pubblica deve riguardare anche l'anno in corso: Bruxelles ricorda che potrà "avviare procedure per i deficit eccessivi nella primavera" del prossimo anno "sulla base dei dati di consuntivo per il 2023".
Per stringere la cinghia in tale ottica, come suggerito anche agli Stati membri, il governo di Giorgia Meloni deve ridurre immediatamente i sussidi alle imprese sulle bollette energetiche, per azzerarli nel 2024, e utilizzare "i relativi risparmi per ridurre il deficit pubblico". Qualora i nuovi aumenti dei prezzi dell'energia dovessero rendere necessario il proseguimento delle misure di sostegno, aggiunge Bruxelles, occorre garantire che queste "siano mirate a proteggere le famiglie e le imprese vulnerabili, fiscalmente sostenibili e preservare gli incentivi per il risparmio energetico".
I ritardi del Pnrr
La Commissione apre poi il capitolo Pnrr: "Garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un'attuazione continua, rapida e costante del piano per la ripresa", si legge nelle raccomandazioni. Inoltre, forse pensando alle voci su una possibile richiesta del governo Meloni di rivedere il piano (anche riducendo l'ammontare dei fondi stanziati dall'Ue), Bruxelles invita Roma a "preservare gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e garantire l'effettivo assorbimento delle sovvenzioni Rrf (quelle del Pnrr, ndr) e di altri fondi dell'Ue (su tutti, quelli della coesione, ndr), in particolare per promuovere le transizioni verde e digitale".
Meno tasse sul lavoro
Sul fisco, le raccomandazioni della Commissione ricalcano quanto già chiesto in passato: "Ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema tributario adottando e attuando debitamente la legge delega sulla riforma tributaria, preservando la progressività del sistema tributario e migliorandone l'equità, in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali, compresa l'Iva e le sovvenzioni dannose per l'ambiente, e riducendo la complessità del codice fiscale". La novità è che, rispetto al passato, non si chiede di spostare la riduzione del costo del lavoro sulla tassazione delle case, ma si limita a raccomandare il governo ad "allineare i valori catastali con gli attuali valori di mercato". In sostanza, Bruxelles chiede una revisione del catasto che consenta di far pagare il giusto prezzo ai proprietari di immobili.
I dubbi sul "Piano Mattei" per il gas
Bruxelles sembra preoccupata anche per i piani energetici dell'Italia: i progressi sulle fonti rinnovabili sono stati scarsi nel 2022, mentre è aumentata la quota di consumi legati al gas. Da qui, la raccomandazione di "ridurre la dipendenza dai combustibili fossili" e di "snellire le procedure autorizzative per accelerare la produzione di energia rinnovabile aggiuntiva e sviluppare le interconnessioni elettriche per assorbirla". Dubbi anche sul cosiddetto "Piano Mattei", ossia la strategia italiana volta ad aumentare le fonti di approvvigionamento di gas dall'Africa: giusto pensare alla sicurezza energetica, ma "la capacità di trasporto interno del gas" dal Sud al Nord del Paese non è adeguata e pertanto va aumentata. Sempre però con attenzione alle spese: "Gli investimenti nelle infrastrutture per i combustibili fossili devono essere limitati allo stretto necessario - scrive la Commissione - ed essere progettati per essere a prova di futuro, per evitare di rimanere bloccati in tecnologie che non sono coerenti con gli obiettivi climatici o di aumentare il costo della transizione energetica".
Case "green" e superbonus
C'è poi il capitolo "case green", con tanto di monito sul superbonus. In attesa di sapere che fine farà la proposta di direttiva dell'Ue per migliorare l'efficienza degli edifici, contestata da Italia e Germania perché considerata una scure per le tasche di imprese e famiglie, Bruxelles invita comunque il governo a "aumentare l'efficienza energetica nei settori residenziale e aziendale, anche attraverso regimi di incentivi più mirati, rivolti in particolare alle famiglie più vulnerabili e agli edifici con le prestazioni peggiori", compresi "gli edifici commerciali e gli alloggi pubblici" (questi ultime pressoché ignorati finora dal superbonus). Le misure esistenti nel Pnrr, "potrebbero essere integrate" da questo tipo di incentivi, andando "a vantaggio in particolare delle piccole, medie e microimprese che spesso non dispongono della capacità tecnica e finanziaria per migliorare la propria efficienza energetica". Le stesse misure "contribuirebbero anche a ridurre la povertà energetica".
Infine, la Commissione raccomanda di "promuovere la mobilità sostenibile, anche eliminando le sovvenzioni dannose per l'ambiente e accelerando l'installazione delle stazioni di ricarica" e di "intensificare gli sforzi politici volti a fornire e acquisire le competenze necessarie per la transizione verde".