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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
Il Piano / Cina

L'Ue vuole frenare l'import di auto elettriche cinesi a basso costo

L'Antitrust di Bruxelles sta studiando un modo per evitare che invadano il mercato mettendo in difficoltà l'industria europea, ma alcuni Stati temono una guerra commerciale con Pechino

L'Unione europea vuole imporre delle restrizioni sulle importazioni di auto elettriche cinesi, per proteggere così l'industria del blocco da una concorrenza, ritenuta da molti sleale, che potrebbe mettere in pericolo la produzione di veicoli nel continente. Bruxelles ha approvato una riforma del mercato delle auto che impedirà la vendita di automobili con motore a combustione a partire dal 2035, e le compagnie automobilistiche stanno provando a mettersi al passo con le aziende statunitensi come la Tesla o quelle asiatiche, che sono più avanti nello sviluppo delle nuove tecnologie.

Negli ultimi mesi, marchi cinesi come Byd, Great Wall e Ora hanno lanciato una massiccia offensiva di vendita in Europa, dove stanno rapidamente guadagnando quote di mercato con veicoli elettrici di qualità sempre maggiore e a basso prezzo. Secondo un recente studio dell'assicuratore tedesco Allianz, i veicoli elettrici cinesi rappresentano il rischio maggiore per le case automobilistiche europee e potrebbero costare loro 7 miliardi di euro all'anno di profitti, a meno che l'Ue non imponga tariffe reciproche. La Commissione sta pensando allora di frenare in qualche modo l'ingresso nei Paesi membri di auto cinesi, riducendo così al loro diffusione nel nostro mercato.

Come riporta Politico, l'unità di difesa commerciale della Commissione, guidata da Denis Redonnet, starebbe pensando di avviare delle indagini antidumping o antisovvenzioni, che potrebbero consentire all'Ue di imporre ulteriori dazi o restrizioni su tali autovetture, hanno dichiarato due alti funzionari al giornale online. Da sempre il sistema socialista cinese si basa su giganteschi programmi di sovvenzioni statali per le industrie che il partito comunista vuole trasformare in campioni globali, cosa che è vietata per le industrie europee, che si trovano quindi in una situazione di svantaggio. L'imposizione di dazi sulle importazioni se da una parte favorisce l'industria interna, dall'altra penalizza i consumatori, in quanto tiene fuori dal mercato prodotti che altrimenti sarebbero a più basso costo. Il commissario per il Mercato Interno, Thierry Breton, ha detto a Politico di essere "molto favorevole all'apertura di un'indagine sul dumping delle auto elettriche il prima possibile", aggiungendo che "il rapido aumento delle importazioni è diventato un problema per l'industria europea".

Per raggiungere il suo scopo, l'Unione europea potrebbe limitare le importazioni dall'esterno dell'Unione se il suo dipartimento per il commercio stabilisse in un'indagine che alcuni prodotti sono stati sovvenzionati o sono venduti sottocosto e stanno colpendo l'industria dell'Ue. Questo già accade su prodotti cinesi come l'acciaio e l'alluminio o i pannelli solari, ma finora Bruxelles ha evitato di prendere di mira beni di fascia più alta come automobili, treni e dispositivi medici, per timore di scatenare le ire di Pechino e una conseguente guerra commerciale con imposizione di tariffe anche da parte del gigante asiatico, tariffe che potrebbero mettere in difficoltà l'industria europea. Per questo anche c'è un disaccordo all'interno dell'Ue su come affrontare il boom delle esportazioni cinesi di automobili.

La Francia sta investendo molto nella trasformazione dell'industria automobilistica, e sostiene le richieste del settore che invoca restrizioni più severe contro quella che viene ritenuta una concorrenza sleale. "Non dobbiamo ripetere nel mercato delle auto elettriche gli errori che abbiamo commesso con il fotovoltaico, dove abbiamo creato una dipendenza dall'industria cinese e fatto prosperare i suoi produttori", ha detto in un discorso dello scorso maggio, il presidente francese Emmanuel Macron.

La Germania ritiene invece che le potenziali ritorsioni di Pechino potrebbero danneggiare le esportazioni verso la Cina e rendere la vita più difficile alle aziende europee che hanno grandi investimenti nella potenza asiatica. Il governo tedesco sta proprio ora preparando il vertice della prossima settimana, quando il cancelliere Olaf Scholz e il suo gabinetto ospiteranno i ministri cinesi a Berlino il 20 giugno. Ma anche l'industria tedesca vuole le restrizioni e i funzionari del governo sanno che le vendite di veicoli elettrici da parte della Cina potrebbero mettere in seria difficoltà l'industria nostrana, e sono quindi in una situazione di difficoltà.

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