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Sabato, 20 Aprile 2024
Energia / Russia

Perché l'Europa è ancora dipendente dal gas della Russia

Gli Usa in pressing sugli Stati Ue: "Ridurre il gnl russo". Ma l'import da Mosca resta a livelli record

Nella sua visita a Bruxelles, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è andato subito al punto: "Oggi ci concentreremo su come poter ridurre ulteriormente la dipendenza europea dall'energia russa e rafforzare la produzione euroatlantica di energia pulita", ha detto. Una dipendenza che ha un nome ben preciso: gas naturale liquefatto. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le interruzioni dei flussi nei gasdotti dalla Russia, gli Stati Uniti hanno aumentato del 140% le vendite del loro gnl in Europa. Ma allo stesso tempo, anche Mosca ha visto crescere il suo export di gas liquefatto verso i Paesi Ue. I quali non sembrano intenzionati a ridurre questo tipo di fornitura, almeno per il momento.

La spina che non si stacca

Nel 2022, le importazioni di gnl dalla Russia sono aumentate del 30%. E anche nel 2023 i flussi non sembrano ridursi, anzi: solo a febbraio, secondo Greg Molnar, analista dell'Agenzia internazionale per l'energia (Iea), i Paesi dell'Ue avrebbero ricevuto da Mosca un quantitativo record di 2 miliardi di metri cubi di gas liquefatto. L'80% di questi acquisti sono stati fatti da Francia, Belgio e Spagna. L'Italia può contare su un pacchetto di fornitori più diversificato, e il governo Meloni ha annunciato che con il nuovo rigassificatore di Piombino taglierà del tutto i suoi legami con la Russia. Intanto, però, Mosca resta un fornitore di gnl. Anche perché tra il dire e il fare, ci sono di mezzo l'inflazione e il mercato internazionale.

La corsa al gas

L'aumento del caro vita sta ancora colpendo l'Europa: secondo le previsioni di Bruxelles, l'inflazione complessiva nell'Ue sarà intorno al 6,4% nel 2023. La 'discesa' dovrebbe avvenire nel 2024 (la stima è di un 2,4%). Il condizionale è d'obbligo ed è strettamente connesso a quello che succederà con i prezzi dell'energia. L'inverno appena passato si è chiuso con un calo significato del costo del gas, ma l'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) ha avvisato che la crisi non è ancora alle spalle: molto dipenderà da quanto gnl l'Europa riuscirà a incamerare in estate per riempire le scorte. 

Lng import iea

Il boom di gas liquefatto registrato nel 2022 (forniture raddoppiate rispetto all'anno precedente) è stato possibile anche perché sul mercato internazionale è venuto meno il principale acquirente, la Cina. Ma le cose potrebbero cambiare quest'anno: Pechino potrebbe tornare a fare incetta di forniture, mentre la disponibilità complessiva aumenterà solo di poco rispetto alle reali esigenze dei Paesi europei. Gli Usa hanno promesso di fare tutto il possibile per fornire più gnl, ma gli altri grandi produttori, come il Qatar, hanno già avvisato che non potranno fare miracoli. Secondo l'Aie, se la Cina tornerà a comprare gas liquefatto come nel 2021, potrebbero restare appena 3 miliardi di metri cubi di gnl aggiuntivi agli altri competitor.

Visto il quadro, gli Stati Ue non vogliono certo correre il rischio di perdere forniture vitali come quelle russe. E stanno aumentando gli investimenti per ampliare i terminal per le navi di gnl. Anche la Germania si sta fiondando sul mercato, mentre i Paesi bassi hanno annunciato un aumento degli acquisti. La Commissione europea ha provato nelle settimane scorse a mettere un freno alla corsa al gnl, almeno a quello russo: "Possiamo e dobbiamo liberarci completamente del gas russo il prima possibile, sempre tenendo presente la nostra sicurezza di approvvigionamento. Incoraggio tutti gli Stati membri e tutte le aziende a smettere di acquistare il gnl russo e a non firmare nuovi contratti con la Russia una volta scaduti quelli esistenti", ha dichiarato la commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, in audizione al Parlamento europeo.

Ridurre i consumi?

Un modo per spingere i governi Ue a chiudere con Mosca ci sarebbe: elevare sanzioni a chi acquista gnl russo. Ma Bruxelles per ora non sembra intenzionata a questa mossa: "Come abbiamo sempre detto, le sanzioni devono colpire la Russia più dell'Ue", ha detto un portavoce della Commissione. Ed evidentemente, questo non è il caso dal gas. Come alternativa, Bruxelles invita a compensare l'eventuale taglio degli acquisti di gnl russo con la riduzione dei consumi. Pochi giorni fa, i ministri dell'Energia dell'Unione europea hanno dato il via libera alla proroga di un altro anno, fino al 31 marzo 2024, del regolamento di emergenza sulla riduzione della domanda di gas naturale, che prevede il taglio coordinato del 15% dei consumi su base volontaria. "Questo metodo ha funzionato bene ed è la migliore garanzia per raggiungere un livello adeguato di stoccaggio entro novembre", ha spiegato Simson. Ma l'Aie non sembra così fiduciosa: secondo gli espeti dell'agenzia, l'80% dei risparmi di gas registrati in Europa l'anno scorso è stato dovuto non a misure virtuose degli Stati Ue, ma a fattori non strutturali. In particolare, "le nostre primissime stime mostrano che il clima più mite ha rappresentato circa un terzo del calo della domanda registrato (in Ue, ndr) nel 2022".

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