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Venerdì, 29 Marzo 2024
Crisi energetica

Von der Leyen apre al tetto sul prezzo del gas: "Senza soluzione europea, rischiamo frammentazione"

Dopo le pressioni di Italia, Francia e Spagna, e le polemiche contro la Germania, la presidente della Commissione annuncia un piano per bloccare alla fonte i rincari energetici

La Commissione europea è pronta a "esaminare" un tetto ai prezzi del gas all'ingrosso, misura finora accolta con freddezza dagli esperti di Bruxelles nonostante le pressioni di 15 Stati membri, tra cui Italia, Francia e Spagna. Lo ha annunciato la presidente dell'esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. 

La proposta dovrebbe essere portata già al summit europeo di Praga di questo venerdì, per poi essere dettagliato al tavolo dei ministri dell'Energia l'11 e il 12 ottobre. Secondo quanto spiegato da von der Leyen, il tetto dovrebbe essere fissato in modo tale da "garantire la sicurezza dell'approvvigionamento", che è poi la grande preoccupazione della Germania: dal punto di vista di Berlino, infatti, in vista dell'inverno è più importante garantire le forniture, anche pagandole a caro prezzo e intervenendo con aiuti di Stato per sostenere famiglie e imprese. Introducendo un price cap, il rischio, rimarcato anche dai tecnici della Commissione, è che i fornitori possano rivolgersi ad altra mercati lasciando senza scorte l'Europa.

Il punto di vista tedesco, però, non coincide con quello della maggioranza dei Paesi Ue, che da giorni stanno facendo pressioni perché Bruxelles presenti una proposta di tetto sul gas importato dall'estero, e non solo quello russo. Una lettera, siglata oltre che dai Paesi del Sud anche da Polonia e Belgio, chiedeva alla Commissione di elaborare una bozza di price cap già a fine settembre, ma l'esecutivo Ue si è limitato ad accennare alla misura (e ai suoi rischi) nell'allegato di un documento di lavoro, attirandosi le accuse di cedere ai dettami di Berlino.

Le tensioni sono proseguite nei giorni successivi, tanto più dopo la decisione della Germania di varare un piano da 200 miliardi di euro per contenere l'effetto del caro bollette su famiglie e imprese tedesche. Senza un price cap che intervenga alla fonte di rincari, e con disponibilità di cassa già al lumicino a differenza di quelle di Berlino, buona parte dei Paesi Ue hanno accusato il governo di Olaf Scholz di egoismo, un po' come avvenuto con Angela Merkel all'inizio della pandemia. La contromossa di questo fronte è stata affidata ai commissari di Italia e Francia, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, che con una lettera aperta pubblicata sui principali quotidiani europei, hanno ritirato fuori l'idea di una sorta di Recovery fund bis (o Sure bis che dir si voglia), ossia di un fondo comune contro i rincari alimentato con bond emessi dall'Ue. Idea che non piace ai frugali e che ha diviso la stessa Commissione.

Dinanzi al rischio di una riedizione delle drammatiche spaccature vissute nei primi mesi del Covid-19, von der Leyen ha deciso di rompere gli indugi e aprire la porta sul tetto al prezzo del gas. Non è chiaro come questo verrà attuato: finora Bruxelles ha preferito indicare come strada quella di trattare con singoli fornitori, come la Norvegia, per ottenere sconti su stock congiunti di gas, un po' come fatto con i vaccini. Eric Mamer, portavoce della Commissione, ha spiegato che Bruxelles sta lavorando su due tipi di tetto al prezzo del gas: una è "un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità" (un tetto sul modello spagnolo, ossia che incide non sui prezzi praticati dai fornitori, ma su quelli di vendita delle centrali elettriche) e l'altro riguarda "un tetto sull'energia scambiata in Europa fin tanto che stiamo lavorando a una riforma dell'indice Ttf", ossia un price cap direttamente sui fornitori.

Di sicuro, la presidente tedesca valuta questa misura come una "soluzione temporanea" in un "periodo eccezionale", e sarebbe "un primo passo verso una riforma strutturale del mercato elettrico europeo". In altre parole, von der Leyen ha fatto intendere che l'eventuale price cap entrerebbe in vigore fintanto che non si raggiungerà una riforma del modo in cui prezzi del gas e dell'elettricità si formano sul mercato europeo.  "Lavoreremo con gli Stati membri per ridurre i prezzi del gas e limitarne la volatilità, al fine di limitare l'impatto della manipolazione dei prezzi da parte della Russia", ha spiegato, aggiungendo che "il Ttf, il nostro principale parametro di riferimento dei prezzi, non è più rappresentativo del nostro mercato", che è ormai orientato sempre più verso il gas naturale liquefatto. La Commissione, a tal proposito, sta studiando una nuovo parametro di riferimento calibrato sul gnl, che dovrebbe garantire prezzi più stabili, meno soggetti a speculazioni e, si spera, meno cari.

Von der Leyen ha anche parlato di fondi comuni, rilanciando la richiesta di più risorse fresche per finanziaria il RePowerEU, il piano che dovrebbe ridisegnare l'assetto energetico dell'Ue del prossimo futuro. Mentre sulle polemiche sul piano tedesco anti rincari, pur non citandolo espressamente, ha sottolineato che "è essenziale mantenere condizioni di parità all'interno dell'Unione europea nel nostro mercato unico", perché "senza una soluzione europea, rischiamo la frammentazione", ha avvertito.

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