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Venerdì, 19 Aprile 2024
Giustizia fiscale

Cos'è questa proposta di tassare i super ricchi in tutto il mondo

La petizione di oltre 130 tra economisti, eurodeputati e ong umanitarie per introdurre una sorta di patrimoniale globale: "Anche la global minimum tax sembrava impossibile ma oggi è realtà"

Dopo l'imposta minima globale sulle multinazionali, il prossimo passo della giustizia fiscale potrebbe essere una tassa internazionale sulle ricchezze dei paperoni. Una sorta di patrimoniale su scala mondiale, il cui ricavato verrebbe investito per finanziare "la transizione ecologica e sociale", ossia per sostenere non solo un'economia più sostenibile, ma anche misure a favore di chi rischia di restare indietro in questo processo. È quanto prevede la proposta di oltre 130 personalità europee, tra economisti e deputati del Parlamento europeo, ma anche organizzazioni come Oxfam, che hanno lanciato una petizione.

"Ciò che siamo riusciti a realizzare per le multinazionali, ora dobbiamo farlo per grandi fortune", scrivono su Le Monde Aurore Lalucq (gruppo Socialisti e Democratici) e l'economista Gabriel Zucman, tra gli ispiratori della campagna. "La nostra proposta è semplice: introdurre una tassa progressiva sulla ricchezza degli ultra-ricchi su scala internazionale per ridurre le disuguaglianze e partecipare al finanziamento degli investimenti necessari alla transizione ecologica e sociale", spiegano l'eurodeputata e l'economista, esperto di evasione fiscale e tassazione dei redditi elevati.

Gli autori accennano all'idea di una tassazione all'1,5% su un patrimonio di 50 milioni di euro, pur affermando che l'esatto livello della tassa dovrà essere deciso "collettivamente e democraticamente". Lalucq e Zucman, che hanno anche sollecitato Ocse, Onu e Ue a una riflessione, ricordano che nel 2018 Elon Musk, all'epoca al secondo gradino più alto della classifica dei più ricchi al mondo, "non ha pagato un centesimo di tasse federali" e che in Francia "le 370 famiglie più ricche sono in realtà tassate solo tra il 2 a e il 3%". Anche Jeff Bezos non ha pagato tasse nel 2007 e nel 2011.

L'istituzione di una patrimoniale mondiale potrebbe essere vista come un miraggio, se non fosse che lo stesso scetticismo ha circolato per anni intorno alle proposte di una tassa unica mondiale per le multinazionali, capace di frenare la corsa alla pianificazione fiscale: sfruttando i diversi regimi fiscali nei Paesi in cui operano, i colossi dell'economia sono riusciti a eludere il fisco negli Stati con le tasse più alte. Per porvi un freno, nel 2021, 136 Paesi hanno siglato un accordo per introdurre il cosiddetto "global minimum corporate tax rate", una tassa minima del 15% sugli utili delle multinazionali che è scattata ufficialmente quest'anno. Prima dell'intesa, "tutti continuavano a ripetere che era impossibile", ricordano Laluq e Zucman. 

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