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Venerdì, 29 Marzo 2024
La riunione

Stretta sugli extra profitti di rinnovabili e nucleare, via libera degli Stati Ue

Il Consiglio straordinario ha approvato le proposte della Commissione, chiedendo di presentare un piano dettagliato entro metà settembre. Ma la riduzione dei consumi elettrici sarà volontaria

Dagli Stati membri dell'Unione europea è arrivato un via libera alle proposte presentate martedì scorso dalla Commissione per combattere la crisi energetica scatenata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. Alla riunione straordinaria del Consiglio Energia, i ministri del Ventisette hanno invitato l'esecutivo comunitario a proporre entro metà settembre le misure dettagliate per limitare i ricavi di produttori di energia elettrica che stanno facendo extra profitti, pur non avendo aumentati i costi di produzione, come quelli che usano le energie rinnovabili e quelle nucleari, che nulla hanno a che fare con la carenza di gas e petrolio dovuta alla chiusura dei rubinetti da parte di Mosca.

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Inoltre è stato dato un via libera anche a imporre un massimale al prezzo del gas, anche se al momento non è chiaro se si tratterà solo di quello russo o di tutto quello importato, ma molto probabilmente sarà la prima opzione a essere scelta. Approvata anche l'idea di ridurre i consumi di elettricità nelle ore di punta, anche se probabilmente in maniera graduale, come è stato fatto per quelli di gas. "Mi aspetto che la strategia per il taglio dei consumi di elettricità sia sul modello di quella per il gas, ossia sia prima su base volontaria e poi eventualmente obbligatoria", ha dichiarato il ministro dell'Energia della Repubblica Ceca (Paese presidente di turno dell'Ue), Jozef Sikela, al termine del Consiglio straordinario, mentre la commissaria all'Energia, Kadri Simson, ha confermato la "reticenza" degli Stati al carattere di obbligatorietà.

"Stiamo esplorando la possibilità di imporre un tetto massimo di prezzo al gas russo, una mossa ragionevole perché la Russia continua a ottenere profitti con la manipolazione del mercato e fissare un tetto potrebbe contribuire a ridurli", ha spiegato poi Simson, frenando all'idea di un tetto al gas generalizzato come richiesto anche dall'Italia. "Molti ministri hanno chiesto alla Commissione europea di esplorare la possibilità di introdurre un tetto al prezzo di tutto il gas che l'Ue sta importando (quindi non solo quello russo via gasdotto), ma se lo scopo della nostra politica è quello di contrastare la manipolazione da parte della Russia delle forniture, ha senso prendere di mira solo il gas russo", ha precisato la commissaria estone.

Come ha spiegato il ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a margine della riunione, l'Italia ha puntato "molto sulla questione del price-cap sul gas", ma restano diversi Stati che si oppongono. "15 Paesi si sono pronunciati a favore di un cap generalizzato sul gas, tre preferirebbero averlo solo su quello di Mosca e altri tre non hanno pregiudiziali ma lo vorrebbero condizionato, ad esempio, a verifiche di sostenibilità economica di lungo termine, mentre solo 5 Paesi si sono detti contrari o sono rimasti neutrali perché non hanno gran bisogno di gas", ha sintetizzato senza specificare di quali Paesi si tratti. Tra i contrari a ogni tpo di tetto sicuramente l'Ungheria, che ha anzi chiesto piuttosto di eliminare le sanzioni contro Mosca.

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