Migliaia di persone perderanno il loro posto di lavoro quest'anno, con le principali aziende dell'Unione europea o comunque basate in Europa che hanno già stabilito tagli al personale piuttosto consistenti. La olandese Stellantis, erede di quella che un tempo era la nostra Fiat, ha concordato con i sindacati di tagliare fino a 2mila lavoratori. Un'altra azienda automobilistica, la svedese Volvo, ha stabilito 1.300 licenziamenti nel Paese baltico, pari al 6% della forza lavoro dell'azienda nella sua nazione. La Ericsson taglierà invece 8.500 dipendenti a livello globale, la Philips 6mila e la Deutsche Bankben il 10% dei suoi 17mila impiegati nel settore retail nei prossimi anni.
E queste sono solo alcuni dei numeri che la Reuters ha raccolto basandosi su annunci ufficiali e fonti interne alle più importanti aziende del continente. A pesare sono un'inflazione decennale, gli strascichi della crisi causata dalla pandemia di coronavirus e l'impatto della guerra in Ucraina hanno costretto le aziende di tutta Europa a licenziare o a congelare le assunzioni. Ma la Commissione non sembra però preoccupata per questi numeri. "Non possiamo commentare scelte individuali delle aziende", ci dice Flora Matthaes, portavoce del commissario al Lavoro, Nicolas Schmit, che però sostiene che la situazione non risulta preoccupante, in quanto "nonostante il grave impatto economico su alcuni settori, tra cui le interruzioni della catena di approvvigionamento e l'aumento dell'incertezza economica, la guerra della Russia contro l'Ucraina non ha finora avuto un effetto significativo sui dati dell'occupazione nell'Ue".
Questa settimana l'esecutivo comunitario ha presentato il suo Rapporto sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa (Esde) del 2023, in cui rileva che il tasso di disoccupazione dell'Ue lo scorso maggio è stato del 5,9%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al 6,1% di maggio 2022, mentre il tasso di disoccupazione dell'area dell'euro è rimasto al 6,5% a maggio 2023, stabile rispetto al mese precedente e in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a maggio 2022 (6,7%).Questo però prima che entrino in vigore i tagli pianificati dalle aziende europee.
Vediamo quali sono quelle che prevedono le principali riduzioni di organico.
Automobili
Autoliv: il produttore svedese di airbag e cinture di sicurezza vuole tagliare circa 8mila posti di lavoro, pari a circa l'11% delle posizioni dirette e indirette dell'azienda.
Stellantis: a febbraio la casa automobilistica ha concordato con i sindacati di tagliare fino a 2mila lavoratori dalle sue attività italiane attraverso licenziamenti volontari. Ha dichiarato poi di voler chiudere il suo stabilimento di cambi meccanici in Austria, con un impatto su 300 posti di lavoro.
Volvo: il gruppo svedese ha dichiarato che avrebbe ristrutturato le sue attività europee di produzione di autobus, con una conseguente riduzione di 1.600 posti di lavoro.
Volvo car: la casa automobilistica ha annunciato altri 1.300 licenziamenti in Svezia, pari al 6% della forza lavoro dell'azienda nella nazione
Prodotti alimentari e beni di consumo
Carrefour: il rivenditore francese ha dichiarato che potrebbe tagliare fino a 979 posti di lavoro in Francia su base volontaria.
Fielmann: il rivenditore tedesco di occhiali taglierà centinaia di posti di lavoro entro il 2025.
Zalando: il rivenditore tedesco di moda online ha dichiarato di voler tagliare centinaia di posti di lavoro in tutta l'azienda.
Industria e ingegneria
British Steel: la società di proprietà cinese ha dichiarato che potrebbe tagliare fino a 260 posti di lavoro dopo aver annunciato la prevista chiusura di alcuni impianti nel nord dell'Inghilterra.
Kone: il produttore finlandese di ascensori ha dichiarato che ridurrà l'organico di mille unità, di cui 150 in Finlandia.
Ssab: il produttore svedese di acciaio ha dichiarato di aver avviato colloqui per il licenziamento di 850 dei suoi 4.700 dipendenti in Finlandia
Varta: il produttore tedesco di batterie ha dichiarato che taglierà 88 posti di lavoro attraverso un programma di volontariato, come parte della ristrutturazione.
Tech
BT: il più grande provider britannico di banda larga e telefonia mobile ha dichiarato che ridurrà la sua forza lavoro totale fino a 55mila posti entro la fine del decennio.
Dormakaba: il gruppo svizzero di sicurezza prevede di ridurre le sue posizioni equivalenti a tempo pieno di circa 800 unità.
Ericsson: il produttore di apparecchiature per le telecomunicazioni licenzierà 8.500 dipendenti in tutto il mondo nell'ambito del suo piano di riduzione dei cost.
Logitech: il produttore di tastiere, webcam e altri accessori per computer sta licenziando circa 300 persone nell'ambito di una riorganizzazione globale
Nokia: il produttore finlandese di apparecchiature per le telecomunicazioni ha dichiarato di voler tagliare fino a 208 posti di lavoro in Finlandia.
Philips: il produttore olandese di apparecchiature mediche ha dichiarato di voler tagliare 6mila posti di lavoro per contrastare il calo delle vendite e dopo un massiccio richiamo delle sue macchine respiratorie.
Sap: l'azienda tedesca di software ha dichiarato di voler tagliare 3mila posti di lavoro, il 2,5% della sua forza lavoro globale, per riorganizzare il personale.
Telecom Italia: il gruppo sta cercando di tagliare ben 2mila posti di lavoro in Italia attraverso un programma di prepensionamento volontario
Vodafone: il gruppo britannico di telecomunicazioni ha raggiunto un accordo con i sindacati per il taglio di 1.003 posti di lavoro in Italia per ridurre i costi. A maggio ha dichiarato che avrebbe tagliato 11mila posti di lavoro a livello globale nell'arco di tre anni
Altri
Basf: il produttore tedesco di prodotti chimici ha dichiarato che avrebbe tagliato 2.600 posti di lavoro per migliorare la competitività.
Deutsche Bank: la più grande banca tedesca sta elaborando piani per tagliare il 10% dei suoi 17mila posti di lavoro in Germania nei prossimi anni
Grifolis: l'azienda farmaceutica spagnola ha dichiarato che avrebbe licenziato circa 2mila persone.
Stora Enso: l'azienda forestale finlandese taglierà 1.150 posti di lavoro dopo aver deciso di chiudere alcuni impianti di produzione di cellulosa in Finlandia, Polonia, Estonia e Paesi Bassi.
Ubs: la banca svizzera sta valutando la possibilità di tagliare decine di migliaia di posti di lavoro, pari a circa il 30% della sua forza lavoro complessiva, in seguito all'acquisizione d'emergenza del Credit Suisse.
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