rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Stipendi

L'Italia è l'unico Paese Ue dove il costo orario dei salari è in calo

È quanto emerge dai dati Eurostat del 2021: si allarga la forbice con l'Eurozona. E guadagniamo circa 8 euro all'ora in meno di tedeschi e olandesi

Durante i primi due anni della pandemia, il costo orario del lavoro nell'Unione europea è aumentato ovunque, tranne che in Italia e in Spagna, dove la dinamica tra il 2020 e il 2021 è stata negativa. A differenza della Spagna, però, siamo l'unico Stato Ue che ha registrato non solo una diminuzione delle tasse sul lavoro, ma anche un calo dei salari medi orari. È quanto emerge dalle ultime stime dell'Eurostat.

In generale, nel 2021, il costo orario medio del lavoro nell'intera economia (ossia quanto i datori pagano in media all'ora tenendo conto di salari, contributi e altre tasse) è stato stimato in 29,1 euro nell'Ue e 32,8 euro nell'area dell'Euro, in aumento rispetto al 2020, quando le medie si erano attestate rispettivamente sui 28,6 e i 32,4 euro (in termini percentuali +1,7 e +1,2). 

Scorrendo la classifica dei costi del lavoro, si va dai 7 euro all'ora della Bulgaria ai 46,9 euro della Danimarca. L'Italia si piazza a metà con 29,3 euro nel 2020 contro i 29,7 del 2020, al di sotto della media dell'Eurozona (e 8 euro circa in meno di tedeschi e olandesi), e con un calo dell'1,6%. Si tratta della riduzione maggiore nell'Ue, visto che l'unico altro Paese Ue con trend negativo, la Spagna, fa registrare una riduzione dello 0,3%.

Gli aumenti maggiori sono stati registrati in Lituania (+12,5%), Estonia (+6,5%), Cipro e Slovenia (+6,2% ciascuna) e Lettonia (+6,1%) per l'area Euro, in Bulgaria (+9,1%), Polonia (+8,2%) e Ungheria (+7,3%) tra i Paesi non euro. Più contenuti gli aumenti in Germania e Francia (+1,4% e +1,2%). 

MAP: Hourly labour costs in euros, 2021, whole economy (enterprises with 10 or more employees)

Come dicevamo, le due componenti principali del costo del lavoro sono salari e stipendi e costi non salariali (ad esempio contributi sociali a carico del datore di lavoro). La quota dei costi non salariali sul costo totale del lavoro per l'intera economia nel 2021 era del 24,6% nell'Ue e del 25,1% nell'area dell'Euro. Le quote più basse dei costi non salariali sono state registrate in Lituania (3,7%), Romania (4,9%) e Irlanda (8,7%) e le più alte in Svezia (32,0%), Francia (31,9%) e Italia (28,3%).

Proprio guardando alle dinamiche di queste due componenti, emerge un altro dato peculiare per l'Italia: il nostro, infatti, è l'unico Paese dell'Ue dove tra il 2020 e il 2021 il costo orario dei salari si è ridotto (-1,3%) passando da 21,3 a 21 euro. Anche le tasse a carico dei datori di lavoro si sono ridotte (-2,3%), ma in questo hanno fatto di più Irlanda e Ungheria (rispettivamente -2,7%), mentre la Spagna ha fatto registrare un -1,5%.

Come interpretare questi dati?  "Nel 2021 la maggior parte degli Stati membri ha esteso la validità dei regimi di sostegno introdotti nel 2020 per alleviare l'impatto della pandemia di Covid-19 sulle imprese e sui dipendenti - spiega l'Eurostat - Tali regimi consistevano principalmente in accordi di lavoro a breve termine e licenziamenti temporanei in tutto o in parte compensati dal governo. Regimi che erano generalmente registrati come sussidi (o sgravi fiscali) con segno negativo nella componente non salariale del costo del lavoro".

Questo per contributi e tasse a carico del datore. E i salari? Una riduzione del costo orario in questo caso può anche essere un segno positivo, perché per esempio potrebbe fotografare un aumento dell'occupazione, magari quella giovanile, i cui salari di ingresso nel mercato del lavoro sono generalmente più bassi e quindi hanno spinto la media in basso. In effetti, l'Italia ha avuto una forte ripresa dell'occupazione tra il 2020 e il 2021. Ma questo è vero anche per la Spagna, dove il costo orario dei salari è cresciuto, a differenza che da noi.

C'è poi lo storico: tra il 2008 e il 2021 la componente contributi/tasse a carico dei datori di lavoro nel nostro Paese è cresciuta di 1,3 euro, più o meno in linea con la media dell'Eurozona (+1,8 euro). Il costo orario dei salari è cresciuto poco meno di 3 euro all'ora. Nel resto dell'Eurozona, l'aumento è stato di quasi 6 euro, circa il doppio.     

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Italia è l'unico Paese Ue dove il costo orario dei salari è in calo

Today è in caricamento