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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'analisi / Russia

Gli oligarchi russi possono aggirare le sanzioni usando le criptovalute?

Ue e Usa assicurano che le restrizioni sono a prova di bomba anche nei mercati virtuali, i gestori dei cambi delle nuove valute digitali temono di perdere credibilità e hanno assicurato controlli

La guerra economica contro la Russia continua con nuove restrizioni, e sia l'Unione europea che gli Stati Uniti si stanno assicurando che gli oligarchi e le aziende della federazione colpite, non sfuggano alle sanzioni, tra cui l'esclusione dai trasferimenti bancari tramite il sistema Swift, sfruttando le nuove forme della finanza: le criptovalute. Ieri l'Unione europea ha pubblicato un testo che conferma e specifica che il bando del commercio e dei movimenti bancari disposti per diverde entità russe e bielorusse comprende anche le valudte digitali e “ha ulteriormente chiarito la nozione di 'titoli trasferibili', in modo da includere chiaramente le criptovalute e garantire così la corretta attuazione delle restrizioni in vigore", si legge in una nota di Bruxelles.

Quando a fine febbraio si è iniziato a parlare di sanzioni in Europa e negli Stati Uniti c'è stato un rialzo nel mercato delle criptovalute, che era in declino dal suo massimo storico all'inizio di novembre, in molti hanno sospettato che vari milionari russi stessero cercando di mettere al riparo parte dei propri beni. Ma al di là delle vigilanza delle istituzioni comunitarie, traferire ingenti somme o beni nel mercato delle valute digitali sarebbe stato comunque difficile, costoso e pericoloso. "Cercare di utilizzare le criptovalute per eludere le sanzioni presenta notevoli svantaggi", ha detto a Politico Caroline Malcolm, responsabile della politica internazionale di Chainalysis, una piattaforma di dati blockchain che aiuta le agenzie governative e le aziende del settore finanziario con la gestione del rischio e nell'identificazione di attività criminali. "Per transazioni molto grandi delle dimensioni necessarie per sostenere l'economia di un grande Paese, sorgono altre difficoltà, dalle limitazioni di liquidità, alla difficoltà di accedere alle rampe di uscita nella valuta fiat”.

Come sottolinea l'esperta le criptovalute come i Bitcoin hanno una quantità limitata di asset in vendita. Quindi più una persona acquista una particolare criptovaluta, più costosa diventa quella determinata valuta, e acquistare in una bolla autogonfiata è rischioso, soprattutto nel mercato volatile di queste monete. E poi, a meno ce non si viva in El Salvador, non è facile utilizzare questi soldi per pagare beni e servizi comuni, prima o poi si dovrebbero convertirle in soldi tradizionali, di qualche valuta nazionale. Grossi capitali possono essere convertiti in criptovalute per essere tenuti al sicuro per qualche tempo, ma non troppo a lungo, anche perché si rischiano ingenti perdite. Il valore dei Bitcoin raggiunto il 9 novembre dello scorso anno di 67,617 euro si è quasi dimezzato alla fine di gennaio, comprare bitcoin non è certo come acquistare bond, è più come fare investimenti rischiosi in borsa.

E comunque le autorità di vigilanza finanziaria di tutto il mondo stanno esaminando qualsiasi attività ambigua che potrebbe suggerire che le sanzioni siano state eluse. Le autorità statunitensi sono particolarmente efficaci nel catturare i criminali che spostano denaro in giro. E i gestori degli scambi di criptovalute, che non sono più ormai degli operatori di nicchia, ma paragonabili a grossi centri finanziari, non vogliono perdere il loro ruolo né i grandi affari che stanno facendo nella legalità, e hanno già promesso che aderiranno all'elenco delle sanzioni e saranno consapevoli del rischio reputazionale che deriva dalla gestione del denaro per i clienti russi. "Aderiamo a tutte le sanzioni e collaboriamo con tutte le autorità di regolamentazione per garantire che operiamo a livello di banca su controlli antiriciclaggio e controlli 'conosci il tuo cliente' e 'conosci le tue transazioni'", ha assicurato a sempre a Politico l'amministratore delegato dell'azienda di cambio di criptovalute Bitstamp, Julian Sawyer.

Coinbase, altra società di scambio, ha già bloccato oltre 25mila indirizzi relativi a individui o entità russe “che riteniamo siano coinvolti in attività illecite, molti dei quali abbiamo identificato attraverso le nostre indagini proattive", ha scritto il suo chief legal officer Paul Grewal sul blog dell'azienda statunitense, spiegando di averli "condivisi con il governo per supportare ulteriormente l'applicazione delle sanzioni”. "Le sanzioni svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della sicurezza nazionale e nella deterrenza di aggressioni illegali e Coinbase sostiene pienamente questi sforzi da parte delle autorità governative", ha garantito.

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