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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ricostruzione post-bellica / Ucraina

“L’Ucraina sarà il motore verde dell’Europa”

La deputata Lesia Vasylenko ha in mente un futuro green per il suo Paese, che gioverebbe anche alle ambizioni climatiche dell’Ue

Dopo la guerra, la ricostruzione dell’Ucraina dovrebbe puntare a fare del Paese la “centrale verde” dell’Europa. È quanto sostiene Lesia Vasylenko, che presiede la sottocommissione per il clima della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino): a suo avviso, il ruolo di Kiev nell’Ue sarebbe quello di stimolare il Green deal e la transizione ecologica.

“Stiamo essenzialmente ripartendo da zero con la quantità di siti industriali ed energetici distrutti”, ha dichiarato la deputata, citata da Politico. “Possiamo essere il terreno fertile per le nuove tecnologie per i progetti pilota”, ha aggiunto, soprattutto sulle rinnovabili. Vasylenko, che è stata eletta nelle file del partito d’opposizione Holos, vorrebbe invertire l’eredità altamente inquinante dell’Ucraina come cuore produttivo dell’Urss e rendere invece il Paese il motore verde per le ambizioni climatiche dell’Ue, che si è prefissata l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050.

Stando alla deputata, un paio di gruppi di lavoro stanno elaborando quello che definisce un “piano Marshall per l’Ucraina”, con il sostegno di alcuni economisti dal Regno Unito. Dal canto suo, la Commissione europea ha fatto sapere che contribuirà allo sforzo per la ricostruzione di uno Stato ucraino sovrano e democratico.

Anche se è ancora presto per sapere esattamente quanto costerà ricostruire il Paese, ci sono già alcune stime. Secondo il ministero ucraino delle Infrastrutture l’invasione russa ha causato circa 100 miliardi di dollari di danni alla rete infrastrutturale nazionale, mentre la Kyiv school of economics stima in circa 600 miliardi il danno complessivo della guerra all’economia ucraina.

Per Vasylenko è evidente che la ricostruzione del suo Paese dovrà andare nella direzione dell’abbandono delle fonti fossili, in stretta sinergia con il Patto verde europeo. Le case degli ucraini, ad esempio, andranno ricostruite con i materiali e le tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico. Questo stimolerebbe l’industria sostenibile nazionale e offrirebbe una base di competenze da esportare poi in Ue.

“È un’opportunità per l’Ucraina, ma anche per il mondo”, ha detto la deputata, che ha fatto un appello ai donatori internazionali perché investano “sull’inverdimento del pianeta” e ha proposto una sorta di “vincolo verde” che costringa gli investitori a finanziare progetti sostenibili. Senza contare poi la sfida dell’agricoltura sostenibile, fondamentale per uno dei granai del mondo quale l’ex-repubblica sovietica.

E proprio sul tema della lotta al cambiamento climatico, Vasylenko conta di ottenere l’appoggio di Berlino, nonostante le reticenze della coalizione di governo nell’accordare gli aiuti a Kiev. Per la parlamentare, il tasto della green economy è quello da premere per portare la Germania al tavolo dove verrà deciso il futuro dell’Ucraina (almeno quello economico).

Ma il Paese sotto aggressione risulterà fondamentale per la transizione ecologica europea anche per un altro motivo. In Ucraina, di preciso nel Donbass, sarebbero infatti presenti ricchi giacimenti di ossido di litio dal quale si estrae appunto il litio, minerale cruciale alla base delle batterie di dispositivi elettronici e veicoli elettrici (tanto da essere stato ribattezzato “oro bianco”).

Se le stime preliminari sulle riserve del Paese fossero confermate (si parla di quasi 500mila tonnellate), l’Ucraina diverrebbe uno degli Stati con più ossido di litio al mondo. E questo non è certo sfuggito a Bruxelles: lo scorso luglio, infatti, la Commissione ha siglato con Kiev un memorandum d’intesa per lo sfruttamento dei giacimenti di materie critiche, tra cui appunto il litio.

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