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Venerdì, 19 Aprile 2024
Consiglio Ue Energia

Il Price cap Ue scontenta tutti

Il compromesso proposto dalla Commissione sul tetto al prezzo del gas sui mercati non piace né ai favorevoli né ai contrari all'idea, corsa contro il tempo per modificarlo e trovare un punto d'incontro

Non sembra esserci un solo Paese nell'Unione europea a cui la proposta della Commissione sul price cap del gas sia piaciuta, né tra i favorevoli né tra i contrari al provvedimento. La sintesi forse più efficace della situazione, al termine del Consiglio Ue straordinario sull'Energia di oggi, l'ha fatta il sottosegretario tedesco agli Affari economici e all'Azione per il clima, Sven Giegold, che ha detto che il meccanismo di emergenza "non sarà approvato così com'è ora, perché sono tutti scontenti e questo non è il tipo di scontentezza normale per un compromesso". A suo avviso il problema è che "un buon compromesso scontenta tutti, ma questo compromesso scontenta tutti sebbene non sia un compromesso reale".

Trattandosi di un regolamento il Consiglio avrà il potere di apporre delle modifiche che di fatto potrebbero stravolgerlo del tutto. L'esecutivo comunitario ha presentato un price cap che dovrebbe entrare in vigore in situazione di emergenza e scattare automaticamente ogni volta che verranno soddisfatte due condizioni. La prima è che per due settimane di seguito il prezzo del gas scambiato al Ttf di Amsterdam (l'indice di riferimento per il gas che arriva con i gasdotti) sia superiore ai 275 euro a megawattora. La seconda è che la differenza di prezzo tra il Ttf e il Gnl sia oltre i 58 euro per dieci giorni consecutivi di scambio. Si tratta di condizioni così difficili da raggiungere che di fatto quest'anno il meccanismo non sarebbe mai entrato in vigore, neanche nei momenti più duri della crisi.

Alcuni Stati spingono dunque per abbassare notevolmente questi numeri, o quantomeno per ridurre la finestra temporale in cui le condizioni di emergenza si devono verificare, essendo due settimane un termine veramente lunghissimo. Altri chiedono proprio di eliminare le cifre e concentrarsi sullo spread rispetto ai prezzi del gas negli altri mercati mondiali. Se i prezzi dovessero salire solo in Europa in maniera eclatante rispetto al resto del mondo, gli scambi sul mercato oltre una certa cifra verrebbero bloccati per evitare speculazioni.

Quest'ultima ipotesi sembra piacere all'Italia. Il negoziato sul price cap europeo sul gas "non è una questione di numero ma di criteri. Può anche non esserci il numero stabilito ma un criterio che determina qual è il cap" e "io stesso nelle ipotesi fatte al tavolo ho detto che possiamo anche fare a meno di fissare un tetto se i criteri sono chiari per raggiungere l'obiettivo che ci diamo: quello di intervenire evitando una speculazione e un'esplosione dei prezzi del gas", ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al termine del Consiglio Ue.

I ministri dei Ventisette hanno raggiunto un accordo politico sugli acquisti in comune e sui permessi per le rinnovabili, gli altri due punti in discussione oggi. Ma l'Italia e altri Paesi che chiedono i tetti ai prezzi del gas hanno fatto già sapere che se non si troverà un accordo sul price cap non approveranno formalmente gli altri punti, in modo da tenere una leva negoziale. "L'approvazione avverrà insieme, su tutti e tre i fronti anche quello su cui adesso non c'è l'accordo", ha detto Pichetto Fratin. Il prossimo 13 dicembre è stata convocata un'altra riunione straordinaria e poi il 15 e 16 ci sarà il Consiglio europo, con i capi di Stato e di governo che potrebbero prendere direttamente in mano la faccenda. I tecnici dei governi sono al lavoro per trovare un difficile punto d'incontro.

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