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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'analisi / Portogallo

Così il Portogallo ha trasformato le biciclette in soldi e posti di lavoro

Strategie industriali, innovazioni, sostegno pubblico e protezionismo sono stati alcuni degli ingredienti di una storia di successo che ha trasformato il Paese nel primo produttore europeo

Il Portogallo è un Paese di circa 10 milioni di abitanti, poco più del 2% della popolazione dell'intera Unione europea, eppure produce quasi un quarto delle biciclette del blocco. L'industria del settore è diventata un fiore all'occhiello della nazione che ha permesso di sostenere la sua crescita economica negli ultimi anni, diventando uno dei settori in cui l'occupazione è in più rapida crescita: la forza lavoro è aumentata del 65% dal 2016 al 2021, raggiungendo i 7.800 dipendenti, secondo Abimota, un gruppo di industriali della bicicletta.

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Alla base di questo successo la strategia "Portugal Bike Value", fatta di programmazione, sostegno pubblico, integrazione con poli tecnologici, università ed enti locali e anche protezionismo. Questo ha permesso la nascita di un polo industriale nel nord del Paese, soprattutto nel distretto intorno ad Águeda, non lontano da Porto, ribattezzato “Bike Valley”, in cui ci sono circa 60 aziende che assemblano biciclette o producono parti e accessori, tra cui manubri, pastiglie dei freni e caschi. Secondo gli esperti il settore è stato anche sostenuto negli ultimi anni dalla pandemia, che ha portato i portoghesi e gli europei in generale a fare scelte sempre più ecologiche e salutari per quanto riguarda la mobilità.

Secondo i dati di Abimota c'è stato un aumento del 49% del valore delle vendite solo nei primi due mesi del 2022. Il comparto nella nazione ha raggiunto un valore di vendite all'esportazione di 110 milioni di euro nello stesso periodo, continuando una tendenza che nel 2021 ha visto un totale annuo record per il polo produttivo: circa 594 milioni di euro di valore generato. Un boom enorme se si pensa che negli anni precedenti i mesi di gennaio e febbraio avevano fruttato ai produttori della regione 73,78 milioni di euro. E grazie a questo boom i produttori di biciclette portoghesi sono stati in grado di riassumere persone licenziate da altri settori, tra cui ingegneri e addetti alle catene di montaggio.

L'industria ha saputo attirare menti brillanti e sfruttare le ultime innovazioni tecnologiche a suo vantaggio. Grazie a importanti investimenti è stato creato il primo grande stabilimento europeo per la produzione di telai di biciclette in fibra di carbonio, entrato in funzione nel gennaio del 2021. A crearlo è stata la Carbon Team, una joint venture di tre società portoghesi e due partner tedeschi e taiwanesi. A sostenere il progetto sono stati fondi pubblici comunitari, visto che circa il 30% del costo di costruzione della fabbrica da 8,4 milioni di euro è stato coperto da sovvenzioni dell'Unione europea. Prima della sua nascita quasi tutti i telai in carbonio venduti in Europa erano importati dall'Asia.

E proprio l'Asia in generale, e la Cina in particolare, erano i principali concorrenti nel settore, ma questa concorrenza è stata battuta nel blocco grazie al protezionismo che impedisce l'ingresso nel mercato unico di biciclette a basso costo di produzione. A patire dagli anni Novanta l'Ue ha introdotto tariffe che ora arrivano al 48,5% sulle biciclette cinesi, dando al Portogallo e ad altri Paesi dell'Unione europea la possibilità di sviluppare un'industria nazionale. Le tariffe sono state ora estese anche alle biciclette elettriche. E così ora il Portogallo è diventato pian piano il re della produzione di biciclette nel continente, sopo aver scavalcato proprio l'Italia nel 2019.

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Al momento, secondo i dati Eurostat nella nazione si producono 2,9 milioni di biciclette l'anno, a seguire nella classifica ci sono poi Romania (2,5 milioni), Italia (1,9 milioni), Germania (1,4 milioni) e Polonia (1,2 milioni). E per continuare a sostenere il settore il governo di Lisbona, guidato dal socialista Antonio Costa, ha disposto una riduzione dell'Iva che sta spingendo in maniera molto forte le vendite nel mercato interno. L'imposta sul valore aggiunto, grazie a delle deroghe approvate dall'Ue nel dicembre del 2021, è stata da poco portata al 5 percento, abbassando di fatto moltissimo i costi per i cittadini. Ad esempio una bici che costa 500 euro, con l'Iva al 22% come nel Nostro Paese, avrebbe un prezzo finale di 610 euro, in Portogallo viene venduta invece a 525 euro: un risparmio di ben 85 euro.

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