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Venerdì, 29 Marzo 2024
Le trattative / Italia

"Il Ponte sullo Stretto inserito tra le opere strategiche dell'Unione europea"

La Lega esulta perché il Parlamento europeo ha approvato la richiesta di considerare il progetto tra quelli che potrebbero essere co-finanziati da Bruxelles come parte delle reti transeuropee. Ma la strada è a dir poco in salita

Il Ponte sullo Stretto potrebbe ricevere finanziamenti comunitari per la sua costruzione. La commissione Trasporti del Parlamento europeo ha approvato la sua posizione sulla revisione delle norme sui trasporti transeuropei (Ten-T), il piano dell'Ue per la costruzione e la gestione delle reti di trasporto integrate del blocco. Al suo interno è stato approvato anche un emendamento presentato dalla Lega proprio per includere il progetto italiano al centro di discussioni e polemiche da anni (e su cui il governo di Giorgia Meloni è tornato a puntare), nell'attuale regolamento del Cef2 (Connecting Europe Facility), lo strumento finanziario con cui Bruxelles sostiene economicamente i progetti ritenuti strategici.

"La Lega, grazie al lavoro di squadra tra Parlamento europeo e Ministero delle Infrastrutture, ha ottenuto risultati fondamentali nell'interesse del Paese, a cominciare dall'ok alla nostra proposta di includere il Ponte sullo Stretto nell'attuale regolamento finanziario del Cef2, soprattutto in vista delle future revisioni", ha rivendicato Marco Campomenosi, capo delegazione del Carroccio a Strasburgo e Bruxelles e relatore ombra del provvedimento. Quella approvata dalla commissione Trasporti dell'Aula comunitaria è solo la posizione negoziale dei deputati, che dovrà poi essere concordata e approvata dal Consiglio Ue, che rappresenta i governi. L'approvazione del testo è arrivata all'unanimità, segno che sulla riforma c'è un sostegno compatto di tutti i gruppi politici, e che il via libera dell'intera Plenaria, nella votazione prevista la prossima settimana, è praticamente scontato.

L'approvazione dell'emendamento, anche qualora dovesse ricevere l'ok del Consiglio Ue, non significa però che il progetto verrà finanziato con certezza, ma solo che c'è questa possibilità se il governo riuscirà non solo ad approvare a livello nazionale la costruzione dell'opera e a farla partire, ma anche che riuscirà a dimostrare che il Ponte sullo Stretto è fondamentale per il miglioramento di uno dei corridoi europei che uniscono diverse nazioni, in questo caso di quello Scandinavo-mediterraneo, che attraversa sette nazioni: Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Germania, Italia e Malta.

C'è poi la questione dei tempi che complica le cose per l'Italia. Per rientrare nei finanziamenti dell'attuale periodo di programmazione l'opera dovrebbe essere completata entro il 2030, cosa praticamente impossibile anche nel più roseo degli scenari, altrimenti si dovrebbe ripetere la richiesta per il prossimo periodo di programmazione.

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