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Giovedì, 28 Marzo 2024
Gli interventi

Piano Ue per ridurre il prezzo del gas ma un vero price cap non c'è

Bruxelles punta tutto su un nuovo indice che che dovrebbe sostituire lo screditato Ttf olandese, ma che sarà pronto solo a marzo. Von der Leyen: "Fiduciosa in un accordo tra gli Stati"

Acquisti congiunti di gas, solidarietà tra Stati membri con le scorte, riduzione dei consumi e fondi di Coesione reindirizzati a misure per aiutare le famiglie. Ma anche una sorta di tetto al prezzo di vendita del gas, seppur ottenuto attraverso complicati meccanismi finanziari ancora da mettere a punto e che sarà usato solo in casi estremi e in maniera temporanea, e un nuovo indice per i prezzi per provare a sostituire l'ormai screditato Ttf olandese. Sono questi i punti principali del piano che la Commissione ha presentato a Strasburgo e che verrà discusso tra due giorni nel Consiglio europeo a Bruxelles, anche se la sua eventuale approvazione richiederà tempo, ancora molte discussioni e probabilmente diversi Consigli Ue Energia. Si tratta di una proposta di regolamento che dovrà essere approvata con voto a maggioranza qualificata del Consiglio e che entrerà in vigore comunque solo a marzo. Interventi veramente immediati non ce ne sono, tutti gli sguardi sono concentrati principalmente alla riapertura della campagna di riempimento delle riserve di gas per l'inverno 2023-2024, campagna che ripartirà in primavera, visto che le a scorte attuali sono già al 92%.

Addio Ttf?

E uno dei punti principali del regolamento è la costituzione di un nuovo 'benchmark', un nuovo indice per il prezzo del gas che possa sostituire il Ttf olandese che “non riflette più la vera situazione del mercato”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Molti contratti di gas in Europa sono indicizzati alla principale borsa europea del gas, il Ttf appunto, che però è basato soprattutto sui gasdotti e il prezzo degli idrocarburi che arrivano attraverso queste infrastrutture è ormai condizionato dalle sanzioni e dalle interruzioni disposte da Vladimir Putin in risposta a esse. Gli aumenti in quel mercato si sono riflettuti però anche nel mercato spot, quello su cui si acquista il Gnl giorno per giorno, facendo aumentare anche quei prezzi. L'idea della Commissione è quindi di sviluppare un nuovo benchmark di prezzo complementare, che dovrebbe essere pronto entro marzo, anche se starà poi ai mercati la decisione se utilizzarlo o meno, visto che non sarà obbligatorio. La speranza è che comunque venditori e acquirenti lo ritengano affidabile e lo preferiscano ad altri indici. Rimane comunque il problema dei contratti a lungo termine, che rappresentano circa i due terzi dei nostri acquisti, e che non potranno essere comunque cambiati.

Il tetto 'flessibile' ai prezzi

In attesa del nuovo indice la proposta di Bruxelles prevede un complicato meccanismo di correzione dei prezzi per stabilire un limite 'dinamico' per le transazioni alla borsa del Ttf ed evitare le speculazioni, ma i dettagli saranno resi noti solo dopo il via libera dei Ventisette. "Non appena il Consiglio sarà d'accordo sui principi, presenteremo la misura dettagliata per renderlo operativo", ha dichiarato von der Leyen che si è detta “fiduciosa” che dopo mesi di discussioni sul price cap, finalmente un compromesso ora è possibile. Il meccanismo "dovrebbe essere sufficientemente flessibile da garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e mantenere il consumo di gas sotto controllo e sufficientemente alto da mantenere il mercato funzionante”, ha detto in riferimento alle perplessità di quei Paesi come la Germania che temevano che imponendo un tetto ai prezzi di acquisto da Paesi terzi, ci sarebbe stato il rischio di ricevere un no da parte dei fornitori che avrebbe portato a carenza di gas. Il meccanismo di correzione del prezzo stabilirebbe, su base temporanea, un limite di prezzo dinamico per le operazioni sul Ttf e non sarebbero consentite transazioni a un prezzo superiore al limite dinamico. Ma questo limite sarebbe attivato come ultima spiaggia in casi estremi e resterebbe in vigore per un periodo non superiore ai tre mesi.

Acquisti comuni

Per quanto riguarda gli acquisti comuni, pure pensati per ridurre i prezzi, la Commissione ha proposto di appaltare a un fornitore di servizi l'organizzazione dell'aggregazione della domanda a livello europeo, raggruppando le esigenze di importazione di gas e cercando offerte sul mercato per soddisfare la richiesta. Le imprese sarebbero obbligate a partecipare per raggiungere almeno il 15% dei rispettivi obiettivi di riempimento dello stoccaggio. Le aziende sarebbero poi autorizzate a formare un consorzio europeo per l'acquisto di gas, nel rispetto delle regole di concorrenza dell'Ue, provando a contrattare migliori prezzi facendo gruppo.

Fondi di Coesione

In aggiunta l'esecutivo comunitario propone un uso mirato e flessibile dei finanziamenti della politica di Coesione, permettendo ai governi di usare fino al 10% della dotazione nazionale di questa politica solitamente utilizzata allo sviluppo delle Regioni, per un valore di quasi 40 miliardi di euro. I soldi potrebbero essere usati ad esempio per interventi per far abbassare i prezzi delle bollette alle famiglie, anche se l'ammontare della cifra non è altissimo, soprattutto se si pensa che per politiche del genere solo la Germania ha messo in campo 200 miliardi. L'Italia da questa politica potrebbe ricavare circa 4 miliardi.

I fondi Ue per il Sud potrebbero pagare le bollette delle imprese del Nord

Il modello iberico

Infine si cita l'introduzione di un limite di prezzo per il gas utilizzato per la produzione di elettricità che è stato messo in campo in Spagna e Portogallo. Per Bruxelles quella politica "merita di essere presa in considerazione” per l'introduzione a livello dell'Ue. L'idea “crediamo meriti di essere approfondito”, ma prima “dobbiamo rispondere un paio di questioni aperte, occorre guardare ai dettagli sul modo in cui renderlo operativo a livello Ue”, ha detto von der Leyen.

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