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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso / Francia

La Francia potrebbe tagliare la luce all'Italia per due anni. Colpa del nucleare

Edf ha annunciato la possibile sospensione dell'export di elettricità, che oggi rappresenta il 5% dei consumi annui del Belpaese. Sullo sfondo il futuro dell'atomo transalpino

La Francia potrebbe imporre una sospensione di due anni alle esportazioni di elettricità in Italia a causa del cattivo stato in cui versa il suo parco nucleare. La comunicazione, resa nota da "Repubblica" e confermata all'agenzia Bloomberg dal ministero della Transizione ecologica, arriva infatti da Edf, il gigante dell'atomo controllato da Parigi e che da tempo sta scontando gravi problemi sia nei bilanci, sia soprattutto nel funzionamento dei suoi reattori.

Per l'Italia è a rischio circa il 5% del suo fabbisogno di elettricità, oltre un terzo di tutta l'elettricità importata dalle centrali dei Paesi vicini. Ma la crisi di Edf potrebbe rappresentare un problema anche per la Germania e altri governi Ue alle prese con i tagli alla forniture di gas del Cremlino e con l'impennata dei prezzi dell'elettricità.

La crisi nucleare

Gravata di un debito che nel 2021 ha raggiunto i 42,3 miliardi di euro, Edf a inizio marzo ha annunciato un calo di 26,2 miliardi di euro del margine operativo lordo per il 2022 dovuto da un lato all'aumento del volume di elettricità venduta a basso costo per "ragioni di Stato" (ossia per contrastare il rialzo dei prezzi del gas), e dall'altro, al calo della produzione nucleare legato a un problema di corrosione su diversi reattori. Attualmente, infatti, ben 26 dei 56 reattori francesi è spento. A parte le operazioni di manutenzione ordinaria programmate da tempo, alcune ritardate anche a causa della pandemia, a spingere Edf a sospendere una parte della produzione è un presunto problema di fabbricazione di una parte dei reattori ravvisato a fine 2021. 

Si tratta, in parole povere, di crepe profonde 3 millimetri emerse per la prima volta su un circuito di emergenza di un reattore presso la centrale di Civaux. Questo problema ha un nome, "corrosione da stress", hanno detto i tecnici di Edf. Nonostante le piccole dimensioni del difetto, si tratta di "un fenomeno grave", perché situato all'interno del reattore, ha spiegato il presidente dell'Autorità per la sicurezza nucleare transalpina, Bernard Doroszczuk, durante un'audizione al Parlamento. Da qui, la decisione di fermare tutti i 12 reattori che sono stati costruiti sul modello di quello di Civaux in attesa di verifiche approfondite. "Il trattamento di queste anomalie richiederà diversi anni", ha avvertito Doroszczuk. Il risultato è che la produzione nucleare francese nel 2022 dovrebbe raggiungere i 280-300 TWh, contro i 295-315 TWh precedentemente preventivati, ha comunicato Edf a maggio. Prima della pandemia, la produzione si aggirava in media sui 400 TWh all'anno.

Salvate l'atomo francese

Da esportatrice netta di elettricità, la Francia quest'anno rischia così di diventare importatrice netta. E dato che le difficoltà sono strutturali, e i lavori di manutenzione richiederanno tempo e investimenti, Edf potrebbe essere costretta a rifornire prioritariamente il Paese transalpino, e tagliare le forniture ai vicini. Un problema non solo per l'Italia, ma anche per la Germania, come dicevamo. Di recente, Berlino e Parigi si sono giurate fedeltà e solidarietà sull'energia, il che dovrebbe comportare l'assicurazione da parte francese di dare un aiuto energetico ai consumatori tedeschi in caso di stop alle forniture di gas russo. La comunicazione di Edf all'Italia non fa ben sperare in tal senso. E potrebbe rinfocolare le polemiche in Germania sullo stop alle ultime tre centrali nucleari tedesche previsto nei prossimi mesi.  

C'è poi la questione europea più generale: pochi giorni fa, la Commissione ha presentato il suo piano Ue contro la crisi energetica, che tra l'altro prevede un tetto ai ricavi delle compagnie energetiche che non producono gas. Secondo i calcoli di Bruxelles, grazie all'aumento anormale del prezzo del gas, da cui dipende quello generale delle bollette, chi in Europa ha prodotto elettricità a basso costo (e le centrali nucleari rientrano in questa categoria) ha realizzato profitti enormi, e pertanto è giunto il momento di contribuire mettendo a disposizione degli Stati Ue una parte dei ricavi extra almeno per 4 mesi. La misura dovrebbe scattare a dicembre. 

Le mire di Macron

Edf, a dirla tutta, ha già dato un contributo ai consumatori francesi, visto che da inizio anno il presidente Emmanuel Macron ha imposto un tetto al prezzo sui reattori di casa. I dirigenti di Edf non hanno gradito, tanto d'avere annunciato lo scorso agosto una richiesta di risarcimento danni di circa 8 miliardi di euro. Una mossa non proprio patriottica, tanto più se si considera che l'84% di Edf è dello Stato. Sullo sfondo, il braccio di ferro tra i vertici del gigante nucleare e Macron, che ha più volte ribadito l'intenzione di espellere i soci privati dall'azienda e riportarla per intero sotto il controllo statale. 

L'operazione dovrebbe arrivare in contemporanea con lo sblocco di una serie di investimenti per la manutenzione straordinaria delle centrali più a rischio e la costruzione di 6 nuovi reattori. Il costo totale si aggirerebbe sui 100 miliardi secondo stime fatte da Edf e governo. Per la Corte dei conti transalpina e altri esperti di settore, gli investimenti necessari sarebbero in realtà ben più alti, come ha dimostrato il caso della nuova centrale di Flamanville (12 miliardi di costo contro i 3,3 preventivati, e un ritardo nei lavori di 10 anni). 

La nazionalizzazione di Edf potrebbe poi portare a contrasti con Bruxelles, dato che l'operazione non sembra molto in linea con le norme sulla concorrenza. Parigi ha da poco vinto una battaglia in Ue, ottenendo l'inserimento del nucleare tra le tecnologie sostenibili per la transizione, e assicurandosi così i sempre più lauti "green bond". Adesso, Macron starebbe facendo pressione sulla Commissione perché l'atomo rientri tra le fonti accreditate dall'Ue per la produzione di idrogeno verde, ossia di quello che sarà l'oro energetico del prossimo futuro. Chissà se la minaccia di Edf di dare priorità ai francesi, lasciando senza luce gli altri europei, sia legata in qualche modo anche a questi scenari.   

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