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Venerdì, 19 Aprile 2024
La proposta

Più tempo all'Italia per ridurre il debito, ma sanzioni "certe" se sfora: così Bruxelles vuole cambiare il Patto

La proposta di riforma della Commissione Ue dovrebbe introdurre un ‘memorandum’ di durata dai quattro ai sette anni per la riduzione del passivo

Sanzioni certe per chi non rispetta il tetto al deficit del 3% in cambio di più tempo ai Paesi più indebitati d’Europa per rimettersi in una traiettoria di sostenibilità. Sarà questo il compromesso offerto nella proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita che la Commissione europea si appresta a presentare. L’esecutivo Ue di certo non toccherà i due pilastri della politica fiscale dell’Unione: obiettivo di portare il rapporto deficit/Pil entro il 60% e tetto al deficit al 3%. Ma a questi due parametri Bruxelles affiancherà una nuova soglia al 90%: i Paesi con un rapporto debito/Pil superiore dovranno attenersi a un ‘memorandum’ con la Commissione di riduzione del passivo dalla durata dai quattro ai sette anni.

I Paesi che, come la Germania, hanno un debito pubblico compreso tra il 60 e il 90% avranno tre anni in più a disposizione per rientrare entro gli obiettivi Ue di sostenibilità finanziaria. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un ritorno all’austerity in realtà è un rilassamento delle norme attuali, che prevedono una riduzione annuale del debito eccedente il 60% del Pil a un ritmo di un ventesimo del passivo extra ogni anno. Con il congelamento delle regole fiscali Ue deciso all’inizio della pandemia, i piani di riduzione del debito sono completamente saltati mentre il passivo degli Stati membri si è accumulato a una media Ue vicina al 90%, con diverse economie importanti, a partire da Italia, Spagna e Francia, con un rapporto debito/Pil ben superiore al 100%. Se la riforma non verrà approvata entro il prossimo anno, nel 2024 le economie Ue dovranno tornare a rispettare le ‘vecchie’ regole fiscali ritenute da più parti inapplicabili nella situazione attuale.

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La riforma delineata dalle anticipazioni della stampa europea allungherebbe i tempi di rientro dei Paesi più indebitati nei limiti stabiliti dalle norme fiscali Ue, ma introdurrebbe anche maggiori sanzioni per i governi che non rispettano il tetto al deficit del 3%. L’inasprimento è stato richiesto soprattutto dai governi del Nord Europa, che vogliono anche sottrarre ai negoziati tra gli esecutivi nazionali e la Commissione europea l’applicazione dei piani di aggiustamento per la riduzione del debito pubblico. Secondo le anticipazioni del quotidiano El Pais, nella proposta di riforma verranno conferiti maggiori poteri alle autorità fiscali indipendenti sul rispetto dei piani per la riduzione del debito pubblico. Il giornale spagnolo cita l’Airef, l’equivalente in Italia dell’Ufficio parlamentare di bilancio, come possibile autorità indipendente alla quale verranno affidati ulteriori compiti di controllo sull’applicazione dei piani sottoscritti con la Commissione. Il conferimento di maggiori poteri alle autorità nazionali indipendenti, se confermato dal Consiglio, renderà la politica fiscale più simile a quella monetaria, gestita dalle banche centrali nazionali e dalla Bce.

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