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Sabato, 20 Aprile 2024
La denuncia

La crisi del Covid per tanti una benedizione: quasi 600 miliardari in più

Tra coloro che si sono arricchiti i proprietari delle grandi imprese alimentari, energetiche e farmaceutiche. La denuncia di Oxfam mentre milioni di persone vivono in povertà estrema

La pandemia di coronavirus ha creato una crisi mondiale che ha messo in difficoltà tantissime persone e famiglie in ogni Paese del mondo. Eppure non per tutti è stata un male, anzi per molti è stata una vera e propria benedizione. Il Covid ha fatto schizzare la ricchezza dei miliardari, facendola aumentare in soli due anni più di quanto non fosse salita nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes: ora è il 13,9% del Pil mondiale, una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000. Ad arricchirsi sono stati soprattutto i proprietari delle grandi imprese alimentari, energetiche e farmaceutiche.

Non solo: è anche aumentato il numero dei miliardari. Se ne contano 573 in più negli ultimi due anni, uno ogni 30 ore. E tutto questo mentre quest'anno, ogni 33 ore, un milione di persone rischia la povertà estrema, vale a dire 263 milioni. La denuncia è di Oxfam, che all'apertura di Davos chiede ai governi di introdurre imposte straordinarie sugli extra-profitti pandemici (e sugli extra-profitti delle compagnie energetiche) per finanziare trasferimenti pubblici alle famiglie in difficoltà.

"Per i miliardari la pandemia, così come il conflitto in Ucraina e lo spettacolare aumento dei prezzi di cibo ed energia, rappresentano un periodo di prosperità. Questa realtà contrasta con una chiara battuta d'arresto dei risultati ottenuti negli ultimi decenni nella lotta alla povertà estrema a livello globale", ha spiegato Iñigo Macías, responsabile della ricerca di Oxfam Intermón. "Le fortune di questi miliardari non sono cresciute così tanto e così velocemente in così poco tempo perché ora lavorano di più o sono più produttivi", ha sottolineato Macías, aggiungendo che "controllano e investono in società che hanno approfittato del loro crescente potere di mercato e della deregolamentazione, in molti casi violando i diritti dei lavoratori, mentre alcuni nascondono il loro denaro in paradisi fiscali". "Tutto questo con la complicità dei governi", ha detto.

Oxfam sottolinea che, mentre aumentano vertiginosamente i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e dei beni energetici, e la spirale della povertà estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo nel 2022, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e dell'energia continuano ad accrescere le proprie fortune, aumentate dall'inizio della pandemia di 453 miliardi di dollari, al ritmo di 1 miliardo di dollari ogni due giorni. Oggi, 2.668 miliardari - 573 in più rispetto al 2020 - possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di dollari.

A registrare profitti record sono state le imprese nei settori caratterizzati da un forte monopolio, come quello energetico, alimentare e farmaceutico. Per dare un'ordine di grandezza, cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) fanno 2.600 dollari di profitto al secondo. Nel settore alimentare, la pandemia ha prodotto 62 nuovi miliardari. Insieme ad altre tre imprese, la famiglia Cargill controlla il 70% del mercato agricolo globale, e ha realizzato l'anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5 miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel 2022. La stessa famiglia conta ora 12 miliardari, rispetto agli 8 di prima della pandemia.

Anche nel settore farmaceutico, i cui profitti sono stati spinti alle stelle dalla pandemia, ci sono 40 paperoni in più. Imprese come Moderna e Pfizer hanno realizzato mille dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino Covid-19 ed Oxfam ricorda che, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato. Tutto questo mentre l'87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale.

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