Pagamenti in contanti, come funziona nel resto d'Europa
In ben 9 Stati non c'è alcun limite, negli altri 18 va da mille a 15mila. Alcune nazioni hanno però disposto delle eccezioni, come ad esempio per le transazioni tra privati cittadini
L'innalzamento del limite dei pagamenti in contante a 10mila euro, proposto dalla Lega, sta facendo discutere in Italia. Al momento il limite è fissato a duemila euro e questo scenderà a mille il prossimo anno. L'Italia è uno dei 18 Paesi europei ad aver stabilito un limite ai pagamenti in contanti e l'introduzione di questo limite è stato pensato per combattere l'evasione fiscale.
Ma ci sono alcune nazioni in cui evidentemente questa necessità non è stata avvertita, e sono ben nove nell'Unione: Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Olanda. Il limite è fissato a mille come da noi invece in Francia, Spagna e Svezia e l'unica nazione ad avere un tetto più basso è la Grecia con soli 500 euro. Tra quelli che hanno imposto un tetto, il più alto si trova in Croazia, con 15mila euro, mentre in Repubblica Ceca e Malta è di 10mila, come vorrebbe anche il governo guidato da Giorgia Meloni. Gli altri Stati ad aver fissato limiti sono: Lettonia 7.200, Slovacchia e Slovenia 5mila, Polonia 3.300, Portogallo e Lituania 3mila, Danimarca 2.700 e Romania 2mila.
Alcuni Paesi hanno previsto però delle eccezioni, ad esempio il Belgio ha stabilito che il limite non si applica ai pagamenti tra consumatori o se l'esecuzione del contratto avviene sotto la supervisione di un ufficiale giudiziario. In Finlandia invece sta al venditore decidere se vuole accettare o meno il contante e può quindi rifiutarsi. In Francia il limite sale a 10mila se a pagare è un non residente.
Nell'ex Paese membro Regno Unito pure non ci sono limiti ma i commercianti, tuttavia, devono registrarsi presso le autorità fiscali come "High Value Dealers" se accettano pagamenti in contanti superiori all'equivalente di 10mila euro.