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Giovedì, 18 Aprile 2024
La crisi

L'Ue valuta un nuovo Recovery fund per la guerra in Ucraina

La Commissione sta lavorando a una serie di proposte per far fronte alle conseguenze economiche di conflitto e sanzioni sui Paesi membri, come l'Italia. Ecco le ipotesi in campo

Dopo la pandemia, anche la guerra in Ucraina potrebbe portare a un piano starordinario europeo per la ripresa. Almeno questa sembra la speranza di alcuni Paesi Ue, tra cui l'Italia, che più stanno pagando 5e rischiano di pagare ancora per molto) lo scotto dell'aumento dei prezzi scatenato dalla crisi energetica e dalla carenza di forniture di diverse materie prime dai due ex Paesi sovietici. 

La Commissione europea starebbe già lavorando a un pacchetto di proposte, che come capita in questi casi sarà più una lista di opzioni su cui i governi Ue negozieranno. Il pacchetto, che secondo Politico "potrebbe essere adottato già la prossima settimana in vista del vertice dei leader dell'Ue che si terrà a Parigi giovedì e venerdì prossimo", ossia il 10 e 11 marzo, dovrebbe in linea di massima contenere alcuni, se non tutti, gli strumenti messi in campo contro la crisi del Covid-19. Si pensa infatti a un nuovo alleggerimento delle norme sugli aiuti di Stato, e all'uso dei prestiti garantiti a livello comunitario.

Secondo il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, i prestiti agevolati ai Paesi membri devono servire "in via prioritaria" per "le imprese più fragili, le imprese ad alta intensità di gas e le imprese esposte alla concorrenza internazionale. Questo è il quadro che stiamo definendo e che deve essere convalidato", ha detto dopo un riunione online con i colleghi Ue. L'Italia è tra i Paesi che più starebbe sollecitando la Commissione europea affinché agisca mettendo presto sui tavoli Ue delle contromisure. Bruxelles sembra al momento aver accontentato Roma, ma l'accelerazione dell'esecutivo guidato da Ursula von der Leyen (di cui fa parte il commissario all'Economia ed ex premier italiano Paolo Gentiloni) avrebbe indispettito alcuni governi.   

La tesi italiana è che senza nuove misure ad hoc sugli effetti della crisi ucraina, si rischia di compromettere la ripresa, e quindi la riuscita del Recovery fund anti-Covid, ossia il Next Generation. "La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell'energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie. È opportuno che l'Unione Europea le agevoli, per evitare ripercussioni eccessive sulla ripresa", ha detto qualche giorno fa Mario Draghi.

Ma quali sono le ipotesi di azione in campo? La prima, che sembra anche la più condivisa tra i 27, è un nuovo quadro temporaneo ad hoc per gli aiuti di Stato, proprio come quello adottato all'inizio della pandemia di Covid-19. La seconda ipotesi, complementare alla prima, è di utilizzare i prestiti già preventivati con il Recovery fund e che tutti i Paesi membri, a eccezione dell'Italia, hanno deciso di non richiedere o di utilizzare solo in parte, preferendo i sussidi a fondo perduto.

C'è poi una terza opzione, la più gradita a Roma, ma non ai frugali, ossia l'emissione di nuovo debito da parte dell'Ue. Questo significherebbe che i Paesi con i conti più in regola e le disponibilità maggiori di cassa dovrebbero fare un'ulteriore sforzo, e proprio per questo si sarebbero già opposti. A ogni modo, se la crisi energetica dovesse continuare a colpire con forza l'economia europea, Bruxelles dovrà reagire con strumenti comuni, e non come fatto finora, ossia con una lista di misure che sono in realtà dei suggerimenti agli Stati su come far fronte all'emergenza. I trattati Ue, ricorda Politico, consentono al blocco di fornire assistenza finanziaria ai suoi membri in "circostanze eccezionali al di fuori del suo controllo" e "in particolare se si verificano gravi difficoltà nella fornitura di determinati prodotti, in particolare nel settore dell'energia". 

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