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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il furto del secolo / Russia

Putin "si regala" 515 aerei: noleggiati all'estero prima della guerra, resteranno in Russia

Molti provengono dall'Ue. Secondo gli esperti, Mosca li userà per i voli interni o per i pezzi di ricambio. Avrebbero un valore di 10 miliardi di dollari

È l’ennesimo colpo di scena nei risvolti economici della guerra in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha sancito il passaggio di proprietà di 515 velivoli dalle società di leasing che li hanno prodotti, molte delle quali con sede nell'Unione europea, alle compagnie russe che li avevano noleggiati. Con le attuali sanzioni contro Mosca, sarà quasi impossibile per i locatori riavere indietro i propri aerei, che ora di fatto sono diventati russi. La perdita per le compagnie internazionali si aggirerebbe sui 10 miliardi di dollari.

Come riporta Politico, ci sono poche speranze per le società di leasing di ottenere indietro i propri velivoli. Non solo i cieli internazionali sono quasi completamente interdetti per i piloti russi, ma è anche impossibile per i piloti occidentali entrare nel Paese. Quindi, di fatto, non c’è modo di recuperare fisicamente gli aerei contesi.

Secondo la Commissione europea, la Russia sta violando la Convenzione di Chicago del 1944, che stabilisce le regole internazionali sull’aviazione civile. Bruxelles sta lavorando con gli enti regolatori e le compagnie locatrici per riavere indietro i jet, ma le chance di successo non sono molte, considerata la delicata congiuntura politica ed economica.

Ufficialmente, le società hanno tempo fino al 28 marzo per chiudere i contratti e riprendersi gli aerei, ma per ora sono tornati solo qualche decina di velivoli, principalmente quelli che si trovavano già fuori dalla Russia. Quelli rimasti nel Paese, invece, sono entrati in un limbo legale. Le Bermuda e l’Irlanda (due tra gli Stati con il maggior numero di aerei “bloccati”) hanno revocato i certificati di aeronavigabilità dei propri velivoli in Russia, cioè li hanno privati dello status di sicurezza necessario per volare.

Mosca ha risposto emettendo i propri certificati, che però non saranno validi oltre confine. Ma a quanto pare le compagnie aeree russe non hanno grande interesse a volare fuori dal Paese – e anche se volessero, le loro possibilità sono fortemente limitate. Peraltro, i jet “nazionalizzati” possono essere sequestrati non appena escono dalla Russia. Ma finché restano all’interno sono praticamente intoccabili.

Comprensibilmente, le assicurazioni non sono preparate a gestire una situazione simile. Un conto è recuperare un aeromobile, ma qui si parla di intere flotte. Donal Hanley, dell’Institute of Air and Space Law presso la McGill University di Montreal, ha sottolineato che “è altamente improbabile che i massimali delle polizze siano sufficienti per pagare il valore concordato di ogni aereo della flotta”. Tradotto: se non si riescono a recuperare gli aerei, tanti saluti ai soldi dell’assicurazione. Cifre che oscillano nel complesso tra i 10 e i 12 miliardi di dollari.

Quanto alla sorte che toccherà ai 515 velivoli, c’è chi ipotizza che verranno “cannibalizzati” per le parti di ricambio, ora che la Russia non può acquistarli dalle aziende occidentali. E non potrebbero, come detto, volare all’estero: in molti Paesi lo spazio aereo è chiuso ai velivoli russi, ma anche dove fosse aperto potrebbero esserci problemi con i certificati di aeronavigabilità (senza contare il rischio che, varcato il confine, gli aeromobili vengano sequestrati).

Il sentimento generale tra le società locatrici è comunque abbastanza positivo verso le compagnie russe. La collaborazione è sempre stata buona, dicono: a rovinare tutto sono state le brusche scelte politiche del Cremlino, che di fatto impedisce alle aziende russe di onorare i propri obblighi contrattuali. Fermo restando, comunque, che le compagnie internazionali tengono in conto il fattore di rischio geopolitico quando fanno affari con Paesi come la Russia. I rischi commerciali fanno parte del “premio assicurativo”, per così dire. La speranza di tutti è che la guerra finisca presto e le sanzioni vengano allentate. Ma anche in questo caso non è chiaro come andrà a finire.

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