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Mercoledì, 24 Aprile 2024
I dati

L'Italia versa meno soldi all'Ue, ma non è una buona notizia

Record della Germania, con un saldo negativo di 25 miliardi di euro tra dare e avere nel 2021. Ma Berlino vede il bicchiere pieno: "Nessuno beneficia del mercato europeo come noi"

L'Italia ha ridotto il suo saldo negativo nei confronti dell'Unione europea: tra dare e avere, il nostro Paese ha versato 3,2 miliardi di euro al bilancio Ue del 2021, contro i 6,6 miliardi del 2020. Al contrario, la Germania ha toccato il suo record storico, facendo segnare un saldo negativo di 25,1 miliardi, dovuto in particolare agli effetti della Brexit sui contributi nazionali. Dietro Berlino, ma a debita distanza, c'è la Francia, con 12,4 miliardi. Sono i dati raccolti dall'agenzia stampa tedesca Dpa.

Chi versa e chi incassa

Oltre ai Paesi sopra citati, il novero dei contributori netti dell'Ue, ossia di coloro che versano a Bruxelles più di quanto incassano, comprende anche Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia e Irlanda. Dall'altro lato della barricata, ci sono i beneficiari netti, ossia i Paesi che incassano dall'Ue più di quanto versano: nel 2021 il maggior beneficiario netto in termini assoluti è stata la Polonia, che ha ricevuto circa 11,8 miliardi di euro in più dal bilancio dell'Ue rispetto a quanto versato. Seguono la Grecia con 4,5 miliardi di euro, l'Ungheria con circa 4,1 miliardi di euro e la Romania con poco meno di 4 miliardi di euro.

I dati diffusi dalla Dpa potrebbero far storcere il naso a non pochi politici in Germania, tanto più viste la recente escalation delle tensioni diplomatiche con la Polonia: i rapporti tra Berlino e Varsavia non sono mai stati idilliaci, e la guerra in Ucraina ha acuito i dissapori. Il governo polacco, guidato dal partito di destra PiS (stretto alleato di Giorgia Meloni e, almeno fino a poco tempo fa, dell'ungherese Viktor Orban), ha più volte polemizzato con Berlino su temi di politica interna Ue (come lo stato di diritto) ed estera (ossia i rapporti con la Russia). Ma di fatto, quasi la metà dei fondi che i contribuenti tedeschi versano all'Europa va nelle casse della Polonia. 

I benefici indiretti

Proprio perché si prestano a facili invettive politiche, Bruxelles ha preso l'abitudine di non pubblicare le cifre sui contributi nazionali al bilancio. In Italia ne sappiamo qualcosa: da Matteo Renzi a Matteo Salvini, passando per il Movimento 5 stelle, il nostro ruolo di contributore netto è stato spesso usato nei negoziati con l'Ue su questioni finanziarie o sui migranti. La Germania, però, sembra vedere il bicchiere mezzo pieno: "Nessun'altra economia europea beneficia tanto del mercato interno dell'Ue quanto l'economia tedesca", afferma il governo tedesco sul suo sito web.

Il riferimento è ai benefici indiretti che si ricavano dalla partecipazione all'Unione: chi più paga, generalmente riceve una maggiore quota di questi benefici indiretti. I ricercatori dell'Ifo Institute hanno dato un 'valore' a essi in uno studio del 2018, dove si calcolano i guadagni delle imprese dei vari Paesi Ue grazie all'export (favorito dal mercato unico e dagli accordi commerciali dell'Ue) e ai fondi incassati dai progetti finanziati da Bruxelles in altri Stati membri o fuori l'Ue. Nel 2017, per esempio, la Germania ha registrato un saldo negativo netto di 13,6 miliardi sul bilancio Ue, ma ne ha incassati 118. La Francia ha avuto un saldo negativo di 7,4 e ne ha incassati 62. L'Italia, con 3,2 miliardi di versamento netto, avrebbe beneficiato di 40 miliardi di guadagni.

Come sottolineato dalla Corte dei conti italiana, la nostra posizione di contibutori netti dovrebbe venire meno in questi anni se si conteggiano i miliardi che stanno arrivando nelle casse di Roma con il Next Generation EU. Nel 2021, per esempio, sono arrivati circa 25 miliardi tra sussidi e prestiti. La buona notizia è che avremo più margini di investimento per rilanciare lo sviluppo. Quella brutta è che rischiamo di avere meno armi in mano per i negoziati sui dossier caldi a Bruxelles.

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