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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Non solo ritardi sul Pnrr

L'Italia non sa usare neppure i soldi che prende dall'Europa

Il nostro Paese penultimo per l'utilizzo dei fondi strutturali, solo la Spagna è riuscita a fare peggio. Utilizzate appena il 62% delle risorse assegnate per il periodo dal 2014 al 2020

Le difficoltà italiane nell'utilizzo dei fondi Ue non riguardano il solo Recovery fund. Oltre ai ritardi sul programma di ripresa post-pandemia, che ha comportato lo slittamento della terza rata di fondi richiesta da Roma, l'Italia si trova al penultimo posto in Europa per l'utilizzo dei fondi strutturali, le risorse messe a disposizione da Bruxelles allo scopo di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo così il divario fra le regioni più avanzate e quelle in ritardo. Fino alla fine dello scorso anno, l'Italia aveva speso solo il 62% dei fondi che le erano stati assegnati dal 2014 al 2020. L'Italia, che lo scorso ottobre aveva speso poco oltre il 50% delle risorse, negli ultimi mesi ha fatto uno scatto in avanti ma si trova ancora sotto la media europea, che si attesta attorno al 76%.

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Le difficoltà nell'utilizzo di queste risorse spesso sono dovute ai requisiti di progettazione e cofinanziamento di alcuni programmi. Tuttavia, ci sono Paesi che riescono eccome a usare i fondi strutturali. È il caso della Lituania, che ha speso il 97% dei fondi assegnati al Paese, del Portogallo con il 96% delle risorse che erano state assegnate al Paese, o della Finlandia e della Lituania, entrambe con un tasso di spesa del 90%. Persino il Regno Unito, nonostante la Brexit, fino allo scorso anno è riuscito a spendere l'81% dei fondi strutturali che gli erano stati assegnati per il periodo precedente all'uscita dall'Ue.

A fare peggio dell'Italia è la sola Spagna, che è riuscita a spendere appena il 57% dei fondi strutturali per il precedente periodo di bilancio. Dalle percentuali riportate nel portale di open data sulle politiche di coesione della Commissione europea emergono problemi di spesa anche in Slovacchia e Danimarca, che registrano tassi di utilizzo dei fondi rispettivamente al 63 e 65%. Sono riuscite a fare molto meglio altre importanti economie dell'Ue, a partire dalla Francia, con un tasso di spesa dell'88% dei 32,6 miliardi messi a sua disposizione, e dalla Germania (83%) dei sui 33 miliardi. Il Paese che ha speso meglio i suoi fondi è stata la Lituania che ha utilizzato il 97% dei 10 miliardi messi a sua disposizione, poi il Portogallo, che ha speso ben il 96% dei suoi 29 miliardi, poi ancora Malta (94% di 985 milioni) e la Slovenia (92% di 4 miliardi).

L'Italia è il secondo Paese anche per risorse messe a disposizione da Bruxelles. Al primo posto c'è la Polonia con 92 miliardi e mezzo, poi noi con 64,8, La Spagna con 57, poi più distaccati la Germania con 33, la Francia con 32,5 e il Portogallo con 28,9. Tra i grandi Paesi a fare meglio di noi ci sono la Francia che ha speso l'88% dei 32,6 miliardi messi a sua disposizione e la Germania con l'83% .

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Per non perdere le risorse, l'Italia dovrà usare i fondi ancora non spesi entro il 31 dicembre 2023. L'estate scorsa è stato firmato l'accordo di partenariato per i fondi strutturali per il periodo 2021-2027 che assegnano all'Italia oltre 75 miliardi di euro tra risorse europee e cofinanziamento nazionale.

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