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Venerdì, 29 Marzo 2024
Imprese locali

Artigianato come gli alimenti. L'Ue tutelerà anche il marmo di Carrara e il vetro di Murano

Accordo sulla legge che estende il sistema di protezione dei nomi di prodotti legati a particolari regioni. Una spinta per le piccole imprese locali

Lotta alle copie, tutela del lavoro locale e garanzie di qualità per i consumatori. Questi i vantaggi dimostrati dal sistema delle Indicazioni geografiche nel campo dell'agroalimentare e che Bruxelles sta per ampliare ai prodotti artigianali. Lo schema di tutela in questi anni si è rivelato efficace, bloccando i prodotti (spesso delle brutte copie) delle multinazionali e promuovendo piccole realtà, preservando così i lavori localizzati nelle regioni europee, anche le più remote. Nella proposta di legge per ampliare questa copertura, i funzionari europei citano espressamente prodotti italiani come il vetro di Murano, come pure le porcellane di Limoges (Francia) e le posate tedesche di Solingen. Si prevede che, come per i cibi e i vini, l'etichetta vada di traverso agli Stati Uniti, impegnati a proteggere gli interessi dei giganti industriali. D'altra parte invece il sistema è stato apprezzato da altre aree del mondo ricche di tradizioni e competenze artigianali, che già hanno aderito alle Ig per i cibi tipici delle loro zone.

Protezione disomogenea

Fino ad ora non esisteva una protezione comune a livello dell'Ue per i prodotti artigianali e industriali. All'interno di alcuni Stati membri esistono invece varie leggi, a livello regionale o nazionale, che riguardano prodotti specifici come la ceramica, o norme su un determinato prodotto (come avviene per i coltelli di Solingen). Un passo avanti c'è la Francia, che protegge con leggi regionali o nazionali tutti i prodotti regionali artigianali e industriali. Questi livelli diversificati di protezione giuridica in tutta Europa creano problemi ai produttori artigianali e industriali che desiderano proteggere un'indicazione geografica in vari Paesi, dovendo presentare un'apposita domanda di protezione in ogni Stato in cui è disponibile. In alternativa è necessario affidarsi ad altri strumenti quali la protezione dei marchi, il contenzioso o l'azione tramite autorità amministrative, ove di riscontrassero pratiche commerciali sleali o di inganno da parte dei consumatori.

Difesa delle piccole imprese locali

La proposta di legge punta a rendere tutto il sistema più fluido, omogeneo ed efficace. Tra le misure inserite figura una "registrazione semplice ed efficiente sotto il profilo dei costi delle Ig", la "piena compatibilità con la protezione internazionale delle Ig" per tutelare i "prodotti in tutti i Paesi firmatari della legge di Ginevra sulle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche". Tra gli obiettivi dichiarati da Bruxelles c'è il sostegno allo sviluppo delle regioni europee, in particolare quelle rurali, al fine di incentivare in particolare le micro, le piccole e le medie imprese affinché investano in prodotti autentici che puntino a "mercati di nicchia". La conservazione e lo sviluppo di competenze uniche, sul piano della qualità e della creatività, dovrebbe fungere anche da volano per attrarre turisti direttamente nelle zone di produzione.

Tutela online

Nei mesi scorsi la proposta era stata approvata dalla commissione giuridica del Parlamento con 35 voti a favore e 5 astensioni. "I clienti che acquistano posate di Solingen o porcellane di Meissen, ad esempio, possono ora essere certi che i prodotti non sono contraffatti", ha dichiarato a Politico l'eurodeputata Marion Walsmann del Partito popolare europeo e relatrice dl dossier. "La protezione delle indicazioni geografiche si applicherà sia al commercio offline che a quello online", ha precisato l'europarlamentare tedesca. Il testo individua anche l'ipotesi in cui in alcune aree geografiche ci sia un solo produttore che vuole presentare una domanda di registrazione di una Ig. In tal caso, precisa il testo, "dovrebbe essere garantita la possibilità per un singolo produttore di essere considerato un richiedente". Tuttavia, chiarisce la norma, "un singolo produttore non dovrebbe essere autorizzato a richiedere la protezione per il proprio terreno o laboratorio; l'area geografica dovrebbe sempre riferirsi alle caratteristiche naturali e non ai confini della proprietà privata".

Avversari ed alleati

L'accordo commerciale ideato dall'Ue fisserà un nuovo standard per i prodotti artigianali europei, con un impatto importante anche fuori dai confini del blocco dei 27 Stati membri. Dal lato di coloro che avversano questa mossa si colloca Washington, con Biden già da tempo impegnato a promuovere e sovvenzionare le grandi aziende statunitensi nel difficile percorso della transizione ecologica. In campo agroalimentare la partita delle Indicazioni geografiche è stata vinta dall'Ue. Nonostante le lamentele, i grossi marchi sono stati costretti a inventarsi nomi alternativi per non scontrarsi con le limitazioni imposte dallo schema europeo delle denominazioni. Stop al nome "parmigiano" per prodotti fuori dai confini di produzione italiana e via libera ad etichette evocative come "parmesan-style". Stessa situazione per chi intenda utilizzare il nome Champagne o citare il formaggio greco "feta" senza averne diritto. Si presume che in ambito artigianale si verificheranno le stesse conseguenze, con i "copioni" costretti ad inseguire e a modificare le loro strategie di marketing. Sottolineiamo però come ci siano anche degli alleati al fianco dell'Europa. Il Messico ad esempio ha sostenuto con convinzione l'espansione del sistema delle Ig, spingendo Bruxelles a proteggere l'artigianato culturale e locale.

Lista aperta

Adesso è arrivato l'altro passo decisivo: i negoziatori del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione hanno concordato di ampliare il sistema. Bruxelles è pronta ad attivarlo, ma bisognerà capire quali prodotti saranno protetti per primi. Secondo quanto fa trapelare il giornale Politico, in lizza ci sarebbe già il marmo di Carrara, i coltelli francesi Laguiole e i diamanti di Anversa. Nella lista figurerebbero anche oggetti meno noti, come i cosmetici francesi Monoï de Tahiti e le spade ungheresi Szentgotthárd.

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