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Martedì, 23 Aprile 2024
Tasse e evasione

In Italia l'evasione dell'Iva costa più degli aiuti per il caro bollette

Frodi, scappatoie legali e errori amministrativi: il mancato gettito vale 26,2 miliardi. Quasi un terzo di tutta l'Unione europea

Si trova in Italia il "buco nero" dell'Iva che ogni anno l'Unione europea non riesce a incassare per evasione, frodi ed errori della pubblica amministrazione: dei 93 miliardi di euro persi dai governi del blocco nel 2020, ben 26,2 miliardi riguardano il Belpaese. Dietro di noi, a debita distanza, la Francia con 13,9 miliardi e la Germania con 11. È quanto emerge dall'ultimo Rapporto sul gap dell'Iva della Commissione europea. 

La buona notizia dello studio è che rispetto alla precedente rilevazione, quella sui conti pubblici del 2019, ci sono 30 miliardi in meno di perdite. Ma più che all'impegno dei governi a stanare furbetti, scappatoie e mala burocrazia, il miglioramento potrebbe essere legato a una serie di fattori connessi alla pandemia di Covid-19. Di fatto, il gettito Iva perso dall'Ue resta enorme. Per avere un'idea, con i soldi persi in un anno, il governo Meloni avrebbe potuto coprire tre quarti della sua manovra da 35 miliardi. Oppure pagare tutti gli aiuti contro il caro bollette previsti per il 2023 e avere ancora 5 miliardi da usare. 

Le cause del mancato gettitto dell'Iva sono molteplici: ci sono quelle palesemente illegali, come frodi ed evasione, ma c'è anche una zona grigia dove trovano spazio pratiche di elusione e pianificazione fiscali che sfruttano le scappatoie nelle leggi nazionali e Ue. Un peso lo hanno anche i fallimenti e le insolvenze, così come gli errori della pubblica amministrazione. Per questo, la Commissione europea ha presentato, insieme al rapporto, una serie di misure "per modernizzare e migliorare il funzionamento del sistema dell'imposta sul valore aggiunto dell'Ue per le imprese e renderlo più resistente alle frodi". 

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La prima proposta riguarda la fatturazione elettronica in tempo reale per le imprese che operano a livello transfrontaliero nell'Ue. Questa misura, secondo Bruxelles, servirà a colpire le frodi carosello, che prevedono l'uso di società di comodo all'estero per aggirare il pagamento dell'Iva nel Paese di residenza. Per la Commissione, questa misura potrebbe portare 11 miliardi all'anno nelle casse degli Stati membri. 

Una seconda proposta prende di mira le piattaforme digitali dei settori del trasporto passeggeri e degli affitti a breve termine, come AirBnB: in base alle nuove norme, tali piattaforme diventeranno responsabili della riscossione e del versamento dell'Iva per conto dei loro membri. In altre parole, se un proprietario di casa che affitta attraverso una piattaforma online non versa l'Iva, a farlo dovrà essere tale piattaforma. 

La terza e ultima proposta riguarda lo sportello unico europeo per le registrazione dell'Iva per le imprese, in particolare le Pmi: questo sportello, che già esiste per le società di commercio online, varrà per tutte le aziende che vendono ai consumatori di un altro Stato membro. Secondo la Commissione, tale misura non solo ridurrà le perdite di Iva per le casse pubbliche, ma dovrebbe abbattere anche i costi amministrativi per le imprese che intendono aumentare il loro export, evitando loro di dover sostenere oneri burocratici per ogni Paese in cui vendono i prodotti. In parallelo, le nuove norme prevedono uno "sportello unico per l'importazione" per le piattaforme online extra-Ue che vendono prodotti ai consumatori nell'Ue. Nel complesso, scrive Bruxelles, questo pacchetto di misure potrebbe ridurre le perdite dell'Iva di 16 miliardi all'anno in tutto il blocco. 

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