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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'altra crisi

Dalla crisi dei chip al "booster" per la new economy: l'Europa può diventare leader globale

La Commissione lancia un piano da 43 miliardi per raddoppiare la produzione entro il 2030. E ridurre la dipendenza da Paesi terzi

Un pacchetto di 11 miliardi di euro di fondi europei, che dovrebbero mobilitarne 43 in totale tra investimenti pubblici e privati. E poi un 'rilassamento' delle regole sugli aiuti di Stato, a cui aggiungere un nuovo meccanismo che consentirebbe ai Paesi Ue di esercitare pressioni sui produttori in tempi di carenze gravissime. Sono questi i tre pilastri dell'European Chips Act, la proposta con cui la Commissione europea intende rilanciare la produzione di microchip all'interno dei confini Ue e rispondere così alla crisi nell'approvvigionamento di semiconduttori a cui si è assistito con la pandemia.

L'Europa, spiega la Commissione, "ha una quota di mercato globale della produzione di microchip inferiore al 10% ed è fortemente dipendente da fornitori di Paesi terzi. In caso di grave interruzione della catena di approvvigionamento globale, le riserve di chip europee in alcuni settori industriali (ad esempio automotive o dispositivi sanitari) potrebbero esaurirsi in poche settimane, bloccando molte industrie europee". Un'eventualità che si è verificata di recente, contribuendo a portare, per esempio, la vendita di auto europee al minimo storico.

Da qui, la proposta della Commissione, che, sostiene Bruxelles, "rafforzerà la competitività e la resilienza dell'Europa e contribuirà a realizzare sia la transizione digitale che quella verde". Già, perché la sfida dell'innovazione green passa anche dai chip. “Senza chip, non vi può essere nessuna transizione digitale, nessuna transizione verde, nessuna leadership tecnologica - ha avvertito Thierry Breton, commissario per il Mercato interno - Garantire l'approvvigionamento dei microchip più avanzati è diventata una priorità economica e geopolitica".

Il Chips Act si baserà su "organizzazioni e reti di ricerca e tecnologia" europee che secondo Bruxelles sono "leader a livello mondiale", nonché su "una serie di produttori di apparecchiature all'avanguardia". L'obiettivo è affrontare le "notevoli debolezze" dell'industria Ue in tale ambito e creare "un fiorente settore dei semiconduttori dalla ricerca alla produzione e una catena di approvvigionamento resiliente". Come dicevamo, il primo pilastro sono gli 11 miliardi di fondi europei per "rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione esistenti, per garantire la diffusione di strumenti avanzati per semiconduttori, linee pilota per la prototipazione, i test e la sperimentazione di nuovi dispositivi per applicazioni innovative nella vita reale, per formare il personale e per sviluppare una comprensione approfondita dell'ecosistema dei semiconduttori e della catena del valore", si legge nella nota della Commissione. 

Il secondo pilastro riguarderà gli aiuti di Stato: Bruxelles propone "un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento attraendo investimenti e potenziando le capacità di produzione". Verrà istituito un Chips Fund che "faciliterà l'accesso ai finanziamenti per le start-up e aiutarle a maturare le loro innovazioni e ad attrarre investitori". Comprenderà anche "uno strumento di investimento azionario" dedicato ai semiconduttori nell'ambito del programma InvestEU e rivolto alle Pmi. Anche grazie a questo nuovo quadro, che tradotto dovrebbe comportare un rilassamento delle norme sugli aiuti di Stato, la Commissione conta di far mobilitare investimenti pubblici da parte degli Stati membri e investimenti privati per un totale di 43 miliardi di euro. Il tutto per raddoppiare la produzione di microchip, portando la quota Ue al 20% su scala globale entro il 2030.

Questo nel medio termine. Nell'attesa, però, c'è da affrontare la dipendenza da Paesi terzi. Su questo punto dovrebbe intervenire il terzo pilastro della proposta di Bruxelles: si tratta di di un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione che "consentirà sin d'ora di discutere e decidere misure di risposta alle crisi tempestive e proporzionate". Si tratta in sostanza di un meccanismo che servirà da un lato a monitorare l'andamento delle catene di approvvigionamento in modo da prepararsi in anticipo a eventuali nuovi crisi. E dall'altro, a fare pressioni sui Paesi terzi e produttori affinché garantiscano le forniture di microchip alle aziende Ue. A tal fine, la Commissione cita la creazione di partenariati privilegiati. Andando al sodo, il terzo pilastro non è altro che un invito a rafforzare il ruolo dell'Esecutivo Ue nei rapporti commerciali globali.

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