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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il rapporto

McDonald’s contro la legge Ue sugli imballaggi: "Creerà ancora più plastica"

Il gigante del fast food pubblica un rapporto che critica la proposta di Bruxelles di vietare il packaging monouso entro il 2030: "Dovremo dire addio alla carta"

McDonald's si schiera contro il nuovo regolamento Ue che fissa, tra le altre cose, lo stop agli imballaggi monouso per i ristoranti a partire dal gennaio 2030. Secondo uno studio commissionato dal gigante del fast food, la proposta della Commissione europea rischia di avere un effetto opposto a quello per cui è stata avanzata, ossia aumentare i rifiuti di plastica.

Lo studio, condotto dalla società di consulenza Kearney, prende in considerazione il settore della ristorazione informale che va dalle grandi catene di fast food internazionali al negozio di patatine e kebab sotto casa. In questi ristoranti, si utilizzano soprattutto imballaggi a base di carta (alcuni anche con una piccola parte plastificata) come cartoni pieghevoli, scatole per pizza, sacchetti di carta, tovaglioli e tazze. In totale, il 56% di tutti gli imballaggi in quei ristoranti sono realizzati in cartone, il 24% in carta e solo il 7% in plastica mentre il resto è realizzato con materiali misti, scrive Euractiv.

Secondo gli esperti di Kearney, il regolamento Ue metterebbe fine agli imballaggi di carta e cartone, in quanto considerati monouso e difficili da riciclare. Di conseguenza, il settore tornerebbe a investire nella plastica: solo a cena, valuta lo studio, i rifiuti di plastica prodotti dai consumatori cresceranno del 300%, mentre gli imballaggi di plastica per l’asporto registreranno un'impennata superiore al 1500%. La necessità di lavare gli involucri utilizzati durante i pasti dai clienti, inoltre, genererà un forte impatto anche sul consumo di acqua, richiedendo da uno a quattro miliardi di litri in più rispetto ad oggi, "sollevando nuove sfide in merito alla sicurezza alimentare", aggiunge lo studio. L’impatto della produzione di nuovi packaging plastificati e del loro ripetuto lavaggio peserà anche sulle emissioni di gas serra, oltre che sulla dispersione di energia, con una stima che si aggira su un aumento del 50% delle emissioni per i pasti in loco, fino a un 260% in più per il cibo d’asporto.

"Tutti sono d’accordo sul fatto che ci sia un serio problema con i rifiuti da imballaggio", ha dichiarato Johan Aurik, a capo dello studio, ma “se l’imballaggio riutilizzabile può essere la soluzione in alcuni casi, non significa che lo sia per l’intero settore della ristorazioni inforlame”. McDonald’s ha sottolineato come il passaggio alla plastica riutilizzabile annullerà gli sforzi ecologisti fatti in precedenza col passaggio agli involucri di carta e cartone, ormai onnipresenti nei suoi ristoranti.

Oltre al costo ambientale c’è anche quello economico, come dichiarato da Jon Banner, vicepresidente esecutivo della multinazionale americana: "Per essere economicamente sostenibile, un bicchiere riutilizzabile dovrebbe essere restituito e adoperato dalle 50 alle 100 volte, e sappiamo che questo difficilmente accadrà, comportando costi aggiuntivi per tutto il settore". Banner ha citato il caso della Germania, dove McDonald’s è stata obbligata per legge a fornire tazze e bicchieri riutilizzabili, con il 70% che non vengono poi restituiti dai consumatori, nonostante un deposito cauzionale di 2 euro. La soluzione che viene proposta dal rapporto verte sull’ampliamento delle infrastrutture di riciclaggio per i pasti in loco, e l’esclusione dei riutilizzabili per quanto concerne l’asporto.

La proposta della Commissione dovrà adesso passare da Parlamento e Stati membri. Intorno al testo si annuncia una nuova battaglia tra chi spinge per misure più ambiziose per l'ambiente, e chi frena sollevando le ragioni delle imprese che verrebbero più colpite dal provvedimento. L'Italia, che sul packaging ha una delle industrie più importanti in Europa, ha già annunciato che cercherà di rivedere il regolamento. "Al Parlamento europeo ci opporremo con forza a qualsiasi decisione imposta dall'alto che non tenga conto delle specificità industriali delle singole nazioni", dice Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia. Di diverso avvisso 

Secondo i critici dello studio, tra cui l’eurodeputato tedesco dei Verdi, Malte Gallée, secondo cui lo studio di McDonald's è "ridicolo" poiché evidenzia solo i costi immediati della manovra, tralasciando i potenziali benefici apportati sul lungo periodo. "Supporre che i bicchieri e le posate non verranno restituite è semplicemente sbagliato - ha detto Gallée a Euractiv - È necessario sviluppare un sistema che incentivi la restituzione, magari ispirandosi ai sistemi di pooling dei ristoranti formali, dove viene riutilizzato lo stesso imballaggio per abbattere i costi di produzione", ha affermato.

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