rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
La direttiva

Un bollino per le imprese che non discriminano le donne nei salari

L’Ue chiede alle aziende dei Paesi membri trasparenza e standard comuni in materia di equità nelle retribuzioni. La direttiva, che sarà votata dal Parlamento Ue potrebbe trovare la resistenza di FdI

L’Unione europea vuole dire basta al divario salariale e chiede alle aziende dei Ventisette trasparenza e standard comuni in materia di equità nelle retribuzioni per permettere ai lavoratori, o meglio, alle lavoratrici, di far valere il proprio diritto alla parità di stipendio. La proposta, lanciata dalla Commissione nel marzo del 2021, dovrà ora passare al vaglio del Parlamento che chiederà che la direttiva includa una serie di misure concrete, tra cui l’elaborazione di criteri chiari per valutare il valore del lavoro.

La direttiva

L’Eurocamera sarà chiamata a votare la direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni, il cui scopo è quello di definire degli standard minimi a livello europeo sulle misure di trasparenza salariale, che permettano ai lavoratori e i rappresentanti dei lavoratori di ricevere informazioni chiare e complete sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere. I deputati propongono anche di proibire il segreto salariale, attraverso misure che vietano le clausole contrattuali che limitano i lavoratori a rivelare informazioni sulla loro retribuzione, o a cercare informazioni sulla stessa o su altre categorie di retribuzione dei lavoratori.

I parlamentari chiedono che le aziende dell'Ue con almeno 50 dipendenti (invece di 250 come inizialmente proposto dalla Commissione) siano completamente trasparenti riguardo ai loro salari e divulghino regolarmente (con cadenze che variano sulla base della grandezza della società) informazioni che rendano più facile per chi lavora per lo stesso datore di lavoro confrontare gli stipendi ed esporre qualsiasi divario retributivo di genere esistente all'interno dell'organizzazione.

Se la relazione sulla retribuzione mostra un divario salariale di genere di almeno il 2,5 per cento (contro il 5 per cento della proposta iniziale), gli Stati membri dovrebbero garantire che i datori di lavoro, in collaborazione con i loro rappresentanti dei lavoratori, conducano una valutazione salariale comune e sviluppino un piano d'azione di genere. Gli strumenti per valutare e confrontare i livelli salariali dovrebbero essere basati su criteri neutrali rispetto al genere quali competenze, sforzo, responsabilità e condizioni di lavoro. La fissazione di questi criteri, che dovrà avvenire a livello nazionale, servirà da base di confronto ai lavoratori per comprendere se sono trattati o meno in modo equo.

Le resistenze dell’Aula

Ma la direttiva potrebbe trovare delle resistenze in Aula. A opporsi sarà quasi sicuramente l’Ecr, il gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei, di cui fa parte Fratelli d’Italia, secondo cui questa direttiva è “un modo sbagliato di combattere il divario salariale di genere”. Il gruppo, si oppose alla proposta sin dall’inizio, affermando che il divario salariale era causato semplicemente dal fatto che “le donne e gli uomini fanno scelte diverse quando si tratta di istruzione e forza lavoro, differenze che non sono prese in considerazione in queste statistiche” e per questo affermare che il gender gap “sia la prova della misoginia strutturale è assolutamente ridicolo”, spiegarono in una nota.

La situazione nell’Ue

Il principio della parità di retribuzione è sancito dall'articolo 157 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue. Tuttavia, in tutta l'Unione europea, le donne continuano a guadagnare in media il 14 per cento in meno rispetto agli uomini, con variazioni significative tra gli Stati membri. L’Italia è uno dei Paesi in cui la situazione è migliore, con uno distacco tra i due sessi del 4 per cento mentre la situazione peggiore si osserva in Estonia e Lettonia dove il divario supera il 20 per cento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un bollino per le imprese che non discriminano le donne nei salari

Today è in caricamento