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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'analisi / Russia

Cosa succede con l'obbligo del pagamento del gas russo in rubli

La mossa di Putin punta a rafforzare la moneta nazionale e a fare pressione sull'Occidente affinché elimini il blocco dei bonifici Swift, ma potrebbe avere effetti leggeri e anche controproducenti

La Russia inizierà a vendere il suo gas naturale soltanto in rubli. La decisione, annunciata dal presidente Vladimir Putin la scorsa settimana, e che ha fatto andare su tutte le furie l'Europa e i Paesi occidentali, doveva diventare operativa il 31 marzo, anche se ora il Cremlino ha fatto sapere che si tratterà di un “processo graduale”, senza specificare una tempistica precisa. La mossa di Mosca è stata una risposta alle sanzioni imposte alla federazione in seguito all'invasione dell'Ucraina, tra cui il blocco delle transazioni internazionali nel sistema Swift per le più importanti banche della nazione.

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Queste sanzioni, che hanno colpito duramente l'economia nazionale, hanno portato a un crollo del valore del rublo, visto che in tanti si sono precipitati a venderlo per acquistare valute più stabili. Nei primi giorni dopo l'invasione la moneta è scesa da circa 85 per un euro euro dello scorso anno a 110. Solo un intervento della banca centrale di Mosca, che ha adottato diverse misure per sostenere la moneta, incluso il raddoppio dei tassi di interesse al 20 percento come modo per invogliare le persone a mantenere i propri rubli in banca, l'ha stabilizzata poi a 94,1 per euro. Per evitare la fuga di capitali la Russia ha anche disposto un divieto temporanei dei disinvestimenti da parte delle compagnie straniere. L'annuncio di Putin mirava a invertire la crisi del rublo, visto che comporterà che molti degli stessi Paesi che hanno imposto le sanzioni contro la Russia, ora saranno costretti ad acquistare la sua valuta per poi acquistare il gas di cui hanno bisogno. il presidente ha disposto un cambiamento dei contratti stipulati da Gazprom, una mossa criticata dai governi europei e dalle compagnie energetiche, che hanno sottolineato come i contratti di importazione, che specificano la valuta di acquisto, non possono certo essere cambiati dall'oggi al domani.

A fine gennaio, circa il 58% delle vendite di gas naturale del gigante russo del gas Gazprom all'Europa e ad altri Paesi sono state regolate in euro. Nel terzo trimestre dello scorso anno, il 39% era in dollari Usa. Presto tutti questi acquisti dovranno invece avvenire in rubli, e questo significa che gli importatori dovranno trovare una banca che cambi euro e dollari con rubli, ma questo potrebbe essere complicato in quanto i più importanti istituti del Paese sono stati tagliati fuori dal sistema Swift che facilita i pagamenti internazionali. Ma ci sono comunque alcune banche che non sono state tagliate fuori e per ora le sanzioni imposte dagli Stati Uniti contengono eccezioni per i pagamenti di energia. In ogni caso la pressione perché l'Ue elimini questo blocco aumenteranno sicuramente ma c'è chi dubita dell'intelligenza di questa mossa, che nell'applicazione reale potrebbe avere effetti leggeri o addirittura controproducenti per l'economia.

Innanzitutto, ha sottolineato alla Reuters Eswar Prasad, professore di politica commerciale alla Cornell University ed ex funzionario del Fondo monetario internazionale, una volta trovato un venditore di rubli, “sarà più economico per gli importatori stranieri pagare le esportazioni russe in una valuta che sta crollando di valore”. Inoltre anche l'effetto di rafforzamento sulla valuta russa potrebbe essere relativo, in quanto, ha ricordato il professore, al momento euro e dollari vengono già utilizzati per acquistare rubli quando li compra la stessa Gazprom per scambiare i suoi guadagni esteri, anche se non tutti ma circa l'80 per cento di essi.

Il Center for Eastern Studies di Varsavia, in Polonia, ha suggerito però che spostando il flusso di valuta estera dalle mani di Gazprom direttamente al sistema bancario russo, che è in gran parte controllato dallo Stato, il Cremlino otterrà un controllo aggiuntivo sulla valuta estera che è diventata più scarsa da quando i Paesi occidentali hanno congelato gran parte delle riserve russe all'estero . Tuttavia, ciò lascerebbe comunnque Gazprom senza scorte di una valuta forte che può essere usata per effettuare pagamenti di debiti esteri o acquistare forniture in altre nazioni.

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