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Giovedì, 28 Marzo 2024
La proposta

Come cambieranno le nostre bollette (secondo la Commissione Ue)

Bruxelles ha presentato la riforma del mercato dell'elettricità: contratti fissi garantiti su richiesta e una stretta sulla volatilità dei prezzi

Niente price cap, né disaccoppiamento tra fossili e rinnovabili: i prezzi del gas continueranno a influenzare quelli dell'elettricità sul mercato all'ingrosso. Ma non le bollette dei consumatori finali, ossia famiglie e imprese, che saranno messe al riparo da aumenti repentini delle fatture come accaduto in quest'ultimo anno e mezzo con la crisi energetica. Almeno è questo l'obiettivo della riforma del mercato elettrico proposta dalla Commissione europea a Strasburgo. Che assicura che con le nuove regole i consumatori avranno bollette meno care e soprattutto non assisteranno a stangate repentine sulle fatture.

La proposta punta innanzitutto sulla promozione delle energie rinnovabili, considerate la vera garanzia di bollette meno onerose per i cittadini. In seconda batturt, Bruxelles propone tutta una serie di accorgimenti che dovrebbero "proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili". In che modo? Per spiegarlo, un piccolo passo indietro: dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e il braccio di ferro sul gas tra Russia e Occidente, in molti hanno puntato il dito sulle regole che governo il mercato dell'elettricità in Europa. In particolare, è stato criticato il fatto che la fonte di energia più costosa in un dato momento (quasi sempre il gas) determini i prezzi dell'energia. Questo ha spinto a guardare al 'luogo' dove si forma il prezzo di riferimento del gas nell'Ue, ossia il Ttf di Amsterdam, con relative accuse di speculazione finanziaria. 

I perché della riforma

Gli esperti di Bruxelles, però, hanno sempre difeso l'architettura del mercato dell'elettricità, ricordando che ha permesso di tutelare gli investimenti nelle fonti rinnovabili quando queste erano più costose di gas e petrolio. "Per oltre vent'anni - scrive la Commissione - il sistema del mercato elettrico dell'Ue ha assicurato forniture, garantito prezzi accessibili e ha consentito all'Ue di abbracciare il processo di decarbonizzazione. Secondo l'Agenzia per la cooperazione tra i regolatori dell'energia (Acer), esso ha consentito un risparmio annuo di circa 34 miliardi di euro" per famiglie e imprese. Tuttavia, Bruxelles ammette che la guerra in Ucraina ha mostrato delle lacune di tale sistema che vanno colmate. Ma non intende seguire le richieste di chi negli scorsi mesi ha chiesto di disaccoppiare i prezzi del gas dalle altre fonti di energia (ormai di norma più bassi). Né viene previsto un meccanismo per far scattare automaticamente un price cap come quello in vigore in questi mesi in via provvisoria: gli esperti della Commissione e delle agenzie europee del settore (Acer e Esma) sostengono che non sia necessario e che finora sia stato ininfluente nel calmierare i prezzi. Inoltre, temono che un tetto fisso possa portare i fornitori di energia a trovarsi altri mercati nel mondo, con rischi di approvvigionamento per l'Europa.

Contratti a prezzo fisso garantiti

Da qui, un pacchetto di misure che secondo Bruxelles consentirà "ai consumatori di cogliere i vantaggi economici di un mercato unico dell'energia, garantendo la sicurezza dell'approvvigionamento e stimolando il processo di decarbonizzazione". Il primo punto del pacchetto è dare più possibilità di scelta e più informazioni (e trasparenza) ai consumatori: la riforma garantisce "a tutti i cittadini il diritto di scegliere contratti a lungo termine a prezzo fisso". Ciò "ridurrà la loro esposizione a qualsiasi aumento dei prezzi", osserva la Commissione.

La stretta sulle speculazioni

L'altra misura prevede di "disaccoppiare le bollette energetiche dei cittadini dai prezzi nei mercati all'ingrosso a breve termine". Perché questo avvenga, il focus è sui produttori di elettricità (le centrali elettriche, per intenderci) e sui loro contratti con chi fornisce la materia prima. La riforma prevede che questi produttori possano continuare a operare nei mercati a breve termine (quelli dove i prezzi sono più soggetti a essere volatili, incidendo di conseguenza sulle bollette dei consumatori che hanno scelto il prezzo variabile), ma quando si tratta per l'appunto dei consumatori finali, i prezzi che applicheranno dovranno essere determinati dai contratti a lungo termine, che garantiscono più stabilità. Questo vale anche per gli operatori al dettaglio (i vari Enel, Eni, Acea, etc), che dovranno avere un pacchetto di contratti di fornitura che contempla una quota adeguata di contratti a lungo termine. 

Investimenti in cambio di un price cap

Un'altra misura per evitare brusche impennate di prezzi delle bollette riguarda gli investimenti pubblici: quando uno Stato finanzia una centrale elettrica, dovrà siglare un "contratto bilaterale per differenza". Tale contratto prevede che il produttore che riceve il sussidio statale rivenda l'elettricità ai consumatori finali a un prezzo fisso. Se tale prezzo è più alto di quello di mercato, si crea l'ormai noto 'windfall profit', o extra-profitto. In questo caso, lo Stato dovrà prendere una parte di questo profitto e riversarlo ai consumatori come compensazione per le bollette. Se il prezzo fissato sarà più basso di quello di mercato, allora sarà lo Stato a ricompensare il produttore.

Nella riforma, trovano spazio anche i contratti collettivi: in base alla proposta , anche i consumatori più piccoli potranno investire in parchi eolici o solari e vendere l'elettricità solare in eccesso sui tetti ai vicini, non solo al loro fornitore. Ad esempio, gli inquilini potranno condividere l'energia solare in eccesso sul tetto con un vicino. Infine, la Commissione propone agli Stati di vietare il taglio della corrente elettrica alle famiglie più vulnerabili che non riescono a pagare le bollette. 

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