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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso

Come le banche fanno profitti con i fondi Bce destinati a imprese e famiglie

Lanciato nel 2020, il programma Tltro avrebbe dovuto portare circa 2 trilioni di euro all'economia reale, di cui il 20% in Italia. Ma metà delle risorse sono parcheggiate a Francoforte

Tra gli effetti dell'inversione a "U" della Banca centrale europea sui tassi d'interesse, ce n'è uno che, in questi tempi di magra e di rischio recessione, sta sollevando questioni etiche anche tra gli esperti del settore: in sostanza, le banche stanno realizzando profitti miliardari 'parcheggiando' presso la Bce i fondi che servirebbero a garantire prestiti a imprese e consumatori. Si tratterebbe di circa 1,1 trilioni di euro, che finora avrebbero fruttato agli istituti europei tra i 25 e i 40 miliardi di extra profitti. Ai quali, con il rialzo dei tassi, potrebbero aggiungersi altri 110 miliardi nei prossimi mesi. Il tutto semplicemente non utilizzando risorse di cui invece avrebbe bisogno l'economia reale. 

Dietro questo paradosso, si cela il Tltro, il programma di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine lanciato tra il 2019 e il 2020 da Francoforte per spingere le banche ad allargare i loro cordoni e concedere prestiti a imprese e famiglie (eclusi i mutui per la casa). E questo nell'ottica, prioritaria fino a qualche tempo fa, di evitare il rischio deflazione. I fondi messi a disposizione, sono pari a 2,1 trilioni di euro. Le banche italiane, ha calcolato la Reuters, hanno ricevuto 432 miliardi, il 20% del totale e la seconda fetta più grossa dopo la Francia.

Il meccanismo funziona così: la Bce presta denaro alle banche a tasso negativo (-1%), in sostanza 'paga' gli istituti per prendere queste risorse e girarle sotto forma di credito all'economia reale. Quando il tasso di deposito della Bce era negativo, il meccanismo funzionava, dato che gli istituti non avevano convenienza a tenere depositati miliardi di euro versando interessi a Francoforte. Ma con lo scoppio dell'inflazione e l'inversione decisa da Francoforte sui tassi, diventati adesso positivi, le cose sono cambiate.

Grafica Reuters Grafica Reuters

Le banche, adesso, hanno timore a concedere prestiti in un momento turbolento per l'economia. Ma in più, tenendo ferme le risorse del Tltro presso la Bce, possono far leva sui tassi di deposito positivi, e sempre più convenienti, per guadagnarci incassando gli interessi con rischio pressoché nullo. Il risultato, secondo una stima di Barclays, è che Francoforte si trova in pancia 1,1 trilioni di euro, che hanno garantito agli isituti europei incassi stimati tra i 25 e i 40 miliardi. Una cifra che, come dicevamo, è destinata a triplicarsi e oltre nei prossimi mesi. 

"Pagare miliardi alle banche per detenere la forma di liquidità più sicura possibile può suscitare critiche da parte del pubblico", ha scritto l'economista capo del gruppo Axa Gilles Moec, aggiungendo che potrebbe essere visto come un "supporto indebito" quando l'aumento dei tassi ha già alzato i margini netti delle banche sui crediti (sempre più centellinati) che erogano. A suonare il campanello d'allarme su questa situazione, è stato nei giorni scorsi un esponente di punta del consiglio direttivo della Bce, François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia.   

Secondo Villeroy de Galhau, la Bce dovrebbe spingere le banche a rimborsare i prestiti ottenuti finora in anticipo rispetto alle scadenze fissate: la deadline per il rimborso del 65% dei fondi Tltro è nel giugno 2023. Ma questa mossa, sostengono altri esperti, potrebbe avere l'effetto di compromettere la liquidità degli istituti europei (in particolare in Italia e Spagna) in un momento difficile, riducendo ancora di più la disponibilità al credito. Un'altra opzione sarebbe quella di modificare i termini dei contratti in essere, ma questa mossa, scrive la Reuters, "potrebbe essere contestata in tribunale". Inoltre, scrive Carsten Brzeski, economista di Ing, "la modifica delle condizioni dei Tltro potrebbe compromettere la credibilità della Bce e indurre le banche a non ricorrere più" a tale forma di stimolo al credito in futuro.

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