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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente / Germania

Incentivi da 10mila euro per chi compra un'auto elettrica, ma gli ambientalisti protestano

In Germania il governo si spacca. Il ministro dei Trasporti vuole raddoppiare i sussidi, quello dell'Economia li vuole eliminare

Lascia o raddoppia? È il dilemma che sta dividendo il governo in Germania e riguarda il futuro dei sussidi pubblici per la auto elettriche. Il ministro dei Trasporti, Volker Wissing, esponente dei liberaldemocratici (ossia il partito dell'esecutivo considerato più vicino agli interessi del potente settore automotive tedesco), vuole aumentare gli incentivi per l'acquisto delle vetture alimentate a batteria, portandoli a 10.800 euro. Ma il suo piano si scontra non solo con esperti e ong ambientaliste, ma anche con il collega Robert Habeck, ministro dell'Economia in quota Verdi, che invece ha in progetto di ridurre drasticamente i sussidi all'elettrico puro e di porre fine completamente a quelli per le macchine ibride.

Secondo il quotidiano economico Handelsblatt, il piano di Wissing prevede che gli acquirenti di auto elettriche che costano fino a 40.000 euro ricevano 10.800 euro di sostegno dal governo invece degli attuali 6.000 euro, oltre al premio delle case automobilistiche che a oggi si aggira sui 3.000 euro. I veicoli che costano fino a 60.000 euro potrebbero invece ricevere 8.400 euro invece degli attuali 5.000 euro e le sovvenzioni sarebbero estese fino al 2027. Per ottene il sussidio pieno, gli acquirenti dovrebbero rottamare un'auto con motore a combustione. 

Le proposte del ministero dei Trasporti includono anche più di 50 altre misure per accelerare il passaggio alla mobilità a basse emissioni, compresi programmi di ricerca per l'aviazione a impatto climatico zero, la digitalizzazione ferroviaria e il sostegno al trasporto pubblico. Ma il punto nevralgico del piano di Wissing, e anche quello più delicato da un punto di vista politico, riguarda gli incentivi. Da un lato, c'è la lobby dell'auto che pressa: il settore, che scontra un ritardo preoccupante sull'elettrico, ha superato di nuovo gli obiettivi climatici del governo per il 2021, e le proposte di Wissing mirano ad accelerare la transizione senza ripercussioni per i conti delle case automobilistiche. 

Il problema è che il patto tra i socialisti, liberaldemocratici e verdi che ha dato vita all'esecutivo guidato da Olaf Scholz prevede misure in senso opposto. Come spiegato dal ministro Habeck, il piano è che a partire dal primo gennaio 2023 gli incentivi siano disponibili solo per i veicoli con un “provato effetto positivo di protezione del clima”. All’interno di questa definizione rientrano le sole auto 100% elettriche mentre lascia fuori quelle che combinano l'alimentazione a batteria con un tradizionale motore a combustione. Ciò significa che i sussidi per l'acquisto di auto ibride plug-in termineranno integralmente a fine dicembre 2022, mentre i sussidi per le auto elettriche verranno gradualmente ridotti: nel 2023, gli incentivi verebbero dimezzati, passando a un massimo di 4mila euro, per poi scendere ancora l'anno successivo a 3mila euro. 

“Vogliamo focalizzare l'attenzione sulla futura promozione delle auto elettriche e concentrarci maggiormente sulla protezione del clima”, ha detto Habeck. “Secondo noi, gli ibridi plug-in sono commerciabili e non necessitano più di finanziamenti pubblici”, ha spiegato il ministro. Secondo l'Ufficio federale dell'economia e del controllo delle esportazioni, nel 2021 sono state presentate al governo tedesco domande di finanziamento per circa 625 mila auto ibride ed elettriche, più del doppio rispetto al 2020. "Il finanziamento è ancora di alto livello e quindi interessante per i consumatori", ha sottolineato Habeck.

A dare manforte al ministro dell'Economia ci sono le ong e i loro esperti, che di contro hanno bocciato senza se e senza ma il piano del collega Wissing: secondo gli ambientalisti, il raddoppio dei sussidi comporterebbe una spesa per le casse pubbliche da 73 miliardi di euro entro il 2027. Inoltre, degli studi sollevano il rischio che, con il piano di Wissing, le emissioni dei trasporti nel 2030 aumenteranno leggermente rispetto ai livelli odierni. Per Greenpeace, le proposte del ministro dei Trasporti sono un "regalo peccaminosamente costoso per l'industria automobilistica" che "non fa quasi nulla per la protezione del clima". 

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